Ancora problemi dopo il "blocco" di Alberto Rapisarda

Ancora problemi dopo il "blocco" Scadrà il 31 di ottobre Ancora problemi dopo il "blocco" De Mita assicura che continuerà in "maniera elastica" - Si teme che aumenti la tensione inflazionistica - Colombo insiste sull'importanza della produzione e degli investimenti (Nostro servizio particolare) Roma, 21 ottobre. Gli uomini di governo sono assillati dalle preoccupazioni economiche immediate per la vicina fine (31 ottobre) del blocco dei prezzi «rigido»; i politici sono impegnati a discutere sulla proposta del pei per un «nuovo compromesso storico tra le forze antifasciste, democristiane e popolari», cioè, per un'alleanza dei comunisti con i democristiani. ECONOMIA — Il blocco dei prezzi scade tra dieci giorni. Su ciò che accadrà dopo si sa ben poco. Il ministro dell'Industria, De Mita, assicura che il «blocco» continuerà in maniera «elastica», e che per attuare il nuovo tipo di controllo il governo ha già a disposizione i decreti del luglio scorso. Ma i ministri e i cittadini hanno molti motivi per preoccuparsi: fra tre mesi scade anche il blocco dei fitti e, se non ci sarà la proroga, chiesta dai sindacati, i canoni aumenteranno e moltissimi saranno gli sfrattati. Gli aumenti ai pensionati, anche se esigui, gli aumenti a statali e parastatali faranno tra breve aumentare la domanda di beni di consumo, e potranno quindi accrescere il tasso di inflazione, afferma il ministro del Lavoro Bertoldi, che aggiunge: «Per evitare questo pericolo bisogna accrescere la produttività». Non basta affidarsi «fideisticamente al blocco dei prezzi» aggiunge il ministro delle Finanze Colombo, per lottare contro l'inflazione. Sono chiamati in causa anche «i ritmi rt; produzione, gli investimenti» E' trascorso «un trimestre di responsabile impegno» nel corso del quale il governo ha raggiunto «alcuni risultati iniziali», ma ci sono molte difficoltà che «non possono dirsi superate». La Malfa: «Bisogna essere ben consapevoli della persistente serietà della situazione c dei rischi che si possono correre non facendo esperienza del passato. Bisogna convincersi che ogni ora sottratta alla produzione è un diretto contributo all'inflazione». Il «grande compromesso storico» che i comunisti propongono agli altri partiti e, soprattutto alla de, per formare una nuova alleanza di governo provoca analisi critiche in ogni settore politico. I socialisti sono tutti infastiditi perché il pei ha criticato le loro divisioni interne. «Siamo allergici ad ogni forma di tutela da parte di chicchessia» ha detto Mariotti, ed ha aggiunto che l'alternativa all'attuale centro-sinistra non potrà essere una possibile al- j leanza dc-pci, ma solo le eie-1 zioni anticipate. Rimproverati dai comunisti per le loro divisioni, i socialisti temono anche di essere scavalcati e schiacciati dall'alleanza dcpci. Non esistono le condizioni «per un accordo democrazia cristiana e partito comunista, sorvolando sopra la testa dei socialisti» ammonisce Mariotti. I socialdemocratici punzecchiano la de e la invitano a dire esplicitamente cosa ne pensa delle proposte del pei. «Il partito di maggioranza relativa non può limitarsi a reagire in occasione della campagna elettorale», dice Amadei, della direzione del psdi. Rispondendo a questi inviti, Fanfani, segretario della democrazia cristiana, ha replicato rinviando tutti alle conclusioni dell'ultimo congresso del partito, senza aggiungere altro: «Amici ed avversari domandano perché non diciamo cosa vogliamo: fingono di non sapere che un congresso c'è stato» e che il problema della «possibilità di collaborazione» ha avuto al congresso «una definizione politica». La de è disposta a collaborare sul piano operativo col pei nelle giuste sedi, decise il congresso, cioè in Parlamento e nelle assemblee regionali. Fanfani non ha fatto dichiarazioni polemiche nei confronti della proposta comunista di un «compromesso storico». Ha invece portato come esempio ai segretari regionali del suo partito l'impegno che il pei mette nell'organizzazione. Alberto Rapisarda Ancora problemi dopo il "blocco" Scadrà il 31 di ottobre Ancora problemi dopo il "blocco" De Mita assicura che continuerà in "maniera elastica" - Si teme che aumenti la tensione inflazionistica - Colombo insiste sull'importanza della produzione e degli investimenti (Nostro servizio particolare) Roma, 21 ottobre. Gli uomini di governo sono assillati dalle preoccupazioni economiche immediate per la vicina fine (31 ottobre) del blocco dei prezzi «rigido»; i politici sono impegnati a discutere sulla proposta del pei per un «nuovo compromesso storico tra le forze antifasciste, democristiane e popolari», cioè, per un'alleanza dei comunisti con i democristiani. ECONOMIA — Il blocco dei prezzi scade tra dieci giorni. Su ciò che accadrà dopo si sa ben poco. Il ministro dell'Industria, De Mita, assicura che il «blocco» continuerà in maniera «elastica», e che per attuare il nuovo tipo di controllo il governo ha già a disposizione i decreti del luglio scorso. Ma i ministri e i cittadini hanno molti motivi per preoccuparsi: fra tre mesi scade anche il blocco dei fitti e, se non ci sarà la proroga, chiesta dai sindacati, i canoni aumenteranno e moltissimi saranno gli sfrattati. Gli aumenti ai pensionati, anche se esigui, gli aumenti a statali e parastatali faranno tra breve aumentare la domanda di beni di consumo, e potranno quindi accrescere il tasso di inflazione, afferma il ministro del Lavoro Bertoldi, che aggiunge: «Per evitare questo pericolo bisogna accrescere la produttività». Non basta affidarsi «fideisticamente al blocco dei prezzi» aggiunge il ministro delle Finanze Colombo, per lottare contro l'inflazione. Sono chiamati in causa anche «i ritmi rt; produzione, gli investimenti» E' trascorso «un trimestre di responsabile impegno» nel corso del quale il governo ha raggiunto «alcuni risultati iniziali», ma ci sono molte difficoltà che «non possono dirsi superate». La Malfa: «Bisogna essere ben consapevoli della persistente serietà della situazione c dei rischi che si possono correre non facendo esperienza del passato. Bisogna convincersi che ogni ora sottratta alla produzione è un diretto contributo all'inflazione». Il «grande compromesso storico» che i comunisti propongono agli altri partiti e, soprattutto alla de, per formare una nuova alleanza di governo provoca analisi critiche in ogni settore politico. I socialisti sono tutti infastiditi perché il pei ha criticato le loro divisioni interne. «Siamo allergici ad ogni forma di tutela da parte di chicchessia» ha detto Mariotti, ed ha aggiunto che l'alternativa all'attuale centro-sinistra non potrà essere una possibile al- j leanza dc-pci, ma solo le eie-1 zioni anticipate. Rimproverati dai comunisti per le loro divisioni, i socialisti temono anche di essere scavalcati e schiacciati dall'alleanza dcpci. Non esistono le condizioni «per un accordo democrazia cristiana e partito comunista, sorvolando sopra la testa dei socialisti» ammonisce Mariotti. I socialdemocratici punzecchiano la de e la invitano a dire esplicitamente cosa ne pensa delle proposte del pei. «Il partito di maggioranza relativa non può limitarsi a reagire in occasione della campagna elettorale», dice Amadei, della direzione del psdi. Rispondendo a questi inviti, Fanfani, segretario della democrazia cristiana, ha replicato rinviando tutti alle conclusioni dell'ultimo congresso del partito, senza aggiungere altro: «Amici ed avversari domandano perché non diciamo cosa vogliamo: fingono di non sapere che un congresso c'è stato» e che il problema della «possibilità di collaborazione» ha avuto al congresso «una definizione politica». La de è disposta a collaborare sul piano operativo col pei nelle giuste sedi, decise il congresso, cioè in Parlamento e nelle assemblee regionali. Fanfani non ha fatto dichiarazioni polemiche nei confronti della proposta comunista di un «compromesso storico». Ha invece portato come esempio ai segretari regionali del suo partito l'impegno che il pei mette nell'organizzazione. Alberto Rapisarda

Persone citate: Amadei, De Mita, Fanfani, La Malfa, Mariotti

Luoghi citati: Roma