Roma sollecita un intervento dei nove Paesi della Comunità

Roma sollecita un intervento dei nove Paesi della Comunità La mediazione per bloccare le ostilità Roma sollecita un intervento dei nove Paesi della Comunità Pressioni anche per un'iniziativa delle Nazioni Unite - Profonda emozione nella comunità ebraica della capitale - Parole del Papa (Dalla redazione romana) Roma, 7 ottobre. La ripresa del conflitto armato in Medio Oriente suscita in Italia vivaci e diverse reazioni. Il governo si sta muovendo perché in sede internazionale si tenti una mediazione che ponga fine alle ostilità; negli ambienti della Farnesina si apprende che è stata avanzata la richiesta urgente di una consultazione fra i nove Paesi della Comunità europea per «dare un adeguato contributo al ristabilimento della tregua»; inoltre, al rappresentante italiano presso l'Onu, ambasciatore Plaja, è stata data istruzione di prendere immediato con tatto con il segretario generale Waldheim, e di fargli presente la speranza italiana in un pronto intervento delle Nazioni Unite affinché si prepari il ritorno della pace tra i Paesi in armi. Paolo VI, rivolto ai fedeli nel consueto discorso domenicale, ha espresso la propria «profonda afflizione» per «l'improvvisa ripresa della guerra nel Medio Oriente», per «le repressioni violente» in atto nel Cile e per «tante altre endemiche situazioni oppressive». Ha rilevato, come motivo di fiducia, che la deplorazione dell'opinione pubblica nel mondo si va facendo sempre «più viva davanti alla violenza e al sangue, apparendo ormai sempre più chiara l'irrazionalità, l'inumanità del ricorso alla cecità e alla crudeltà delle armi omicide per ristabilire l'ordine, o meglio la sopraffazione di uomini sopra altri uomini». Il Pontefice infine ha concluso: «Noi ci curviamo ai piedi dei responsabili, e li supplichiamo di non radicalizzare la lotta, di non lasciarsi dominare dallo spirito di vendetta, di non mostrarsi intrattabili davanti a formule di onorevole compromesso e di ricordarsi che anche coloro che chiamiamo nemici sono uomini e sono fratelli». Le notizie provenienti da Israele hanno suscitato profonda emozione nella comunità ebraica di Roma. Fino dalle prime ore del mattino migliaia di persone sono affluite nei pressi della sinagoga, che è stata quindi eccezionalmente aperta. Il presidente della comunità e il rabbino capo hanno rivolto parole di dolore e preoccupazione a quanti gremivano il tempio. Il flusso di visitatori si è protratto per tutto il giorno. Una «veglia di solidarietà con Israele» è stata concertata. Un comunicato è stato diramato, per esprimere «la solidarietà di tutti gli ebrei romani verso lo Stato d'Israele e i suoi combattenti che difendono, con la loro patria, l'onore e la dignità di tutti gli ebrei» e per chiedere «al popolo italiano e al governo che. valutando serenamente i fatti, condannino l'aggressione e si adoperino per la pacifica soluzione del conflitto medio-orientale ». La giunta dell'unione delle comunità israelitiche italiane ha diffuso un comunicato in cui «esprime la profonda indignazione degli ebrei italiani e fa appello alle autorità e all'opinione pubblica per un giudizio equo sul dramma medioorientale, troppo spesso soggetto alla pressione dì interessi materiali in pieno contrasto con i principi di giusti¬ zia, di libertà e dei diritti elementari dell'uomo». L'on. Ingrao, in un discorso pronunciato a Ravenna per aprire la campagna elettorale del pei per il rinnovo dei consigli provinciale e comunale, ha affermato che, «quali che siano le debolezze e gli errori dei paesi arabi», il mondo arabo non può accettare di essere mutilato e messo ai margini della storia moderna. Per il sen. Fanfani, che ha parlato a Ferrara, è giunto per tutti i popoli rappresen¬ tati all'Orni il momento di abbandonare la parte degli spettatori e di adoperarsi invece concretamente perché si raggiunga «una pacifica coesistenza nel Mediterraneo e si liberi il mondo da una persistente minaccia». «L'Italia — egli ha aggiunto — prenda la posizione che le spetta e stimoli tutti i governi alleati, e quelli consociati nella Comunità europea e nelle Nazioni Unite, a prendere le decisioni opportune per la pace fra arabi e Israele. Roma sollecita un intervento dei nove Paesi della Comunità La mediazione per bloccare le ostilità Roma sollecita un intervento dei nove Paesi della Comunità Pressioni anche per un'iniziativa delle Nazioni Unite - Profonda emozione nella comunità ebraica della capitale - Parole del Papa (Dalla redazione romana) Roma, 7 ottobre. La ripresa del conflitto armato in Medio Oriente suscita in Italia vivaci e diverse reazioni. Il governo si sta muovendo perché in sede internazionale si tenti una mediazione che ponga fine alle ostilità; negli ambienti della Farnesina si apprende che è stata avanzata la richiesta urgente di una consultazione fra i nove Paesi della Comunità europea per «dare un adeguato contributo al ristabilimento della tregua»; inoltre, al rappresentante italiano presso l'Onu, ambasciatore Plaja, è stata data istruzione di prendere immediato con tatto con il segretario generale Waldheim, e di fargli presente la speranza italiana in un pronto intervento delle Nazioni Unite affinché si prepari il ritorno della pace tra i Paesi in armi. Paolo VI, rivolto ai fedeli nel consueto discorso domenicale, ha espresso la propria «profonda afflizione» per «l'improvvisa ripresa della guerra nel Medio Oriente», per «le repressioni violente» in atto nel Cile e per «tante altre endemiche situazioni oppressive». Ha rilevato, come motivo di fiducia, che la deplorazione dell'opinione pubblica nel mondo si va facendo sempre «più viva davanti alla violenza e al sangue, apparendo ormai sempre più chiara l'irrazionalità, l'inumanità del ricorso alla cecità e alla crudeltà delle armi omicide per ristabilire l'ordine, o meglio la sopraffazione di uomini sopra altri uomini». Il Pontefice infine ha concluso: «Noi ci curviamo ai piedi dei responsabili, e li supplichiamo di non radicalizzare la lotta, di non lasciarsi dominare dallo spirito di vendetta, di non mostrarsi intrattabili davanti a formule di onorevole compromesso e di ricordarsi che anche coloro che chiamiamo nemici sono uomini e sono fratelli». Le notizie provenienti da Israele hanno suscitato profonda emozione nella comunità ebraica di Roma. Fino dalle prime ore del mattino migliaia di persone sono affluite nei pressi della sinagoga, che è stata quindi eccezionalmente aperta. Il presidente della comunità e il rabbino capo hanno rivolto parole di dolore e preoccupazione a quanti gremivano il tempio. Il flusso di visitatori si è protratto per tutto il giorno. Una «veglia di solidarietà con Israele» è stata concertata. Un comunicato è stato diramato, per esprimere «la solidarietà di tutti gli ebrei romani verso lo Stato d'Israele e i suoi combattenti che difendono, con la loro patria, l'onore e la dignità di tutti gli ebrei» e per chiedere «al popolo italiano e al governo che. valutando serenamente i fatti, condannino l'aggressione e si adoperino per la pacifica soluzione del conflitto medio-orientale ». La giunta dell'unione delle comunità israelitiche italiane ha diffuso un comunicato in cui «esprime la profonda indignazione degli ebrei italiani e fa appello alle autorità e all'opinione pubblica per un giudizio equo sul dramma medioorientale, troppo spesso soggetto alla pressione dì interessi materiali in pieno contrasto con i principi di giusti¬ zia, di libertà e dei diritti elementari dell'uomo». L'on. Ingrao, in un discorso pronunciato a Ravenna per aprire la campagna elettorale del pei per il rinnovo dei consigli provinciale e comunale, ha affermato che, «quali che siano le debolezze e gli errori dei paesi arabi», il mondo arabo non può accettare di essere mutilato e messo ai margini della storia moderna. Per il sen. Fanfani, che ha parlato a Ferrara, è giunto per tutti i popoli rappresen¬ tati all'Orni il momento di abbandonare la parte degli spettatori e di adoperarsi invece concretamente perché si raggiunga «una pacifica coesistenza nel Mediterraneo e si liberi il mondo da una persistente minaccia». «L'Italia — egli ha aggiunto — prenda la posizione che le spetta e stimoli tutti i governi alleati, e quelli consociati nella Comunità europea e nelle Nazioni Unite, a prendere le decisioni opportune per la pace fra arabi e Israele.

Persone citate: Fanfani, Ingrao, Paolo Vi, Plaja, Waldheim