Difficoltà per l'Unione monetaria di Renato Proni

Difficoltà per l'Unione monetaria Dissensi nella Cee Difficoltà per l'Unione monetaria Bruxelles, 16 settembre. La Comunità economica europea non raggiungerà probabilmente lo scopo prefisso al vertice dei Capi di Stato e di governo che aveva avuto luogo a Parigi nell'ottobre dello scorso anno. In quella riunione si era stabilito di passare alla seconda tappa dell'Unione economica e monetaria a partire dal primo gennaio 1974. Il invio sembra quasi certo dopo le dichiarazioni del cancelliere tedesco Willy Brandt e gli incontri tra il presidente della Commissione della Cee Francois Ortoli con il primo ministro britannico Edward Heath e tra il premier olandese Den Uyi e il capo del governo belga Leburton. Si profila una seria sconfitta per l'Europa, anche se a Bruxelles non si vuole ancora drammatizzare la situazione. Ci si ritira però dietro la frase di Brandt che ha sottolineato la necessità di «un periodo di consolidamento» prima di procedere lungo la strada dell'unificazione. Il 1973 doveva segnare un salto di qualità nel processo di unificazione europea, mediante l'istituzione del Fondo di sviluppo per le Regioni e l'inizio della messa in comune delle riserve valutarie. Quello che la seconda tappa dell'Unione monetaria ed economica doveva comportare in termini concreti, non è mai stato precisato; ma evidentemente si dovevano coordinare le politiche economiche e dei bilanci dei nove Paesi associati e restringere i margini di fluttuazione fra le monete (che già oscillano in comune ad eccezione della lira e della sterlina). Questi progressi ora appaiono sempre più di difficile realizzazione entro la fine dell'anno; un funzionario della Cee ha dichiarato che «la data stabilita non deve essere ritenuta improrogabile». L'Europa, dunque, è quasi ferma. L'esclusione della sterlina e della lira dal «serpente valutario» è stata la prima grave indicazione che gli obiettivi del vertice non potevano essere raggiunti. Con il rinvio del passaggio alla seconda tappa dell'Unione, quindi, il futuro della lira — che fluttua indipendentemente — resta più che mai aperto. Il rinvio potrebbe suscitare anche apprensioni sulla progettata creazione del fondo di sviluppo per le Regioni più povere dell'Europa (fra le quali c'è evidentemente in prima fila il nostro Mezzogiorno) che, secondo la commissione della Cee, dovrebbe essere dotato di circa 1400 miliardi di lire in tre anni Una proroga di questo Fondo sarebbe disastrosa per la Comunità e provocherebbe aspri risentimenti in Italia e in Gran Bretagna (che pure si attende una considerevole parte del Fondo per le sue zone depresse). La creazione del Fondo di sviluppo regionale è collegata alla seconda tappa, ma non è detto che esso non venga ugualmente istituito. Si spera, anzi, che la politica regionale europea proceda secondo i piani della Commissione. Il Consiglio dei ministri della Cee ha reso noto la settimana scorsa di avere come obiettivo una risoluzione sulle direttive relative al passaggio alla seconda tappa dell'Unione economica e monetaria e sul riordinamento del sostegno a breve termine e delle condizioni per l'inizio del «pooling» progressivo delle riserve degli Stati membri; ma per «Le Monde» si nota un marcato scetticismo sulle possibilità di raggiungere tutti questi obiettivi entro il termine del 31 dicembre 1973. Renato Proni Difficoltà per l'Unione monetaria Dissensi nella Cee Difficoltà per l'Unione monetaria Bruxelles, 16 settembre. La Comunità economica europea non raggiungerà probabilmente lo scopo prefisso al vertice dei Capi di Stato e di governo che aveva avuto luogo a Parigi nell'ottobre dello scorso anno. In quella riunione si era stabilito di passare alla seconda tappa dell'Unione economica e monetaria a partire dal primo gennaio 1974. Il invio sembra quasi certo dopo le dichiarazioni del cancelliere tedesco Willy Brandt e gli incontri tra il presidente della Commissione della Cee Francois Ortoli con il primo ministro britannico Edward Heath e tra il premier olandese Den Uyi e il capo del governo belga Leburton. Si profila una seria sconfitta per l'Europa, anche se a Bruxelles non si vuole ancora drammatizzare la situazione. Ci si ritira però dietro la frase di Brandt che ha sottolineato la necessità di «un periodo di consolidamento» prima di procedere lungo la strada dell'unificazione. Il 1973 doveva segnare un salto di qualità nel processo di unificazione europea, mediante l'istituzione del Fondo di sviluppo per le Regioni e l'inizio della messa in comune delle riserve valutarie. Quello che la seconda tappa dell'Unione monetaria ed economica doveva comportare in termini concreti, non è mai stato precisato; ma evidentemente si dovevano coordinare le politiche economiche e dei bilanci dei nove Paesi associati e restringere i margini di fluttuazione fra le monete (che già oscillano in comune ad eccezione della lira e della sterlina). Questi progressi ora appaiono sempre più di difficile realizzazione entro la fine dell'anno; un funzionario della Cee ha dichiarato che «la data stabilita non deve essere ritenuta improrogabile». L'Europa, dunque, è quasi ferma. L'esclusione della sterlina e della lira dal «serpente valutario» è stata la prima grave indicazione che gli obiettivi del vertice non potevano essere raggiunti. Con il rinvio del passaggio alla seconda tappa dell'Unione, quindi, il futuro della lira — che fluttua indipendentemente — resta più che mai aperto. Il rinvio potrebbe suscitare anche apprensioni sulla progettata creazione del fondo di sviluppo per le Regioni più povere dell'Europa (fra le quali c'è evidentemente in prima fila il nostro Mezzogiorno) che, secondo la commissione della Cee, dovrebbe essere dotato di circa 1400 miliardi di lire in tre anni Una proroga di questo Fondo sarebbe disastrosa per la Comunità e provocherebbe aspri risentimenti in Italia e in Gran Bretagna (che pure si attende una considerevole parte del Fondo per le sue zone depresse). La creazione del Fondo di sviluppo regionale è collegata alla seconda tappa, ma non è detto che esso non venga ugualmente istituito. Si spera, anzi, che la politica regionale europea proceda secondo i piani della Commissione. Il Consiglio dei ministri della Cee ha reso noto la settimana scorsa di avere come obiettivo una risoluzione sulle direttive relative al passaggio alla seconda tappa dell'Unione economica e monetaria e sul riordinamento del sostegno a breve termine e delle condizioni per l'inizio del «pooling» progressivo delle riserve degli Stati membri; ma per «Le Monde» si nota un marcato scetticismo sulle possibilità di raggiungere tutti questi obiettivi entro il termine del 31 dicembre 1973. Renato Proni

Persone citate: Brandt, Edward Heath, Willy Brandt

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Gran Bretagna, Italia, Parigi