Santiago è sotto controllo Si organino la guerriglia

Santiago è sotto controllo Si organino la guerriglia Il Cile a cinque giorni dal colpo di Stato militare Santiago è sotto controllo Si organino la guerriglia Nella capitale la maggior parte dei franchi tiratori sono stati snidati o sono caduti negli scontri con la truppa L'estrema sinistra (il Mir) starebbe creando nuclei di resistenza armata -1 comunisti sono entrati nella clandestinità - Difficile situazione nella capitale, a malapena sono assicurati i servizi essenziali - Ancora fucilazioni (Dal nostro inviato speciale; Buenos Aires, 16 settembre. Un nuovo rastrellamento dell'esercito — reparti di fanteria appoggiati da autoblindo — ha riportato tra ieri e oggi il centro di Santiago sotto il completo controllo delle forze armate che cinque giorni fa hanno rovesciato il presidente costituzionale cileno Salvador Allende. I franchi tiratori che nelle ultime ore avevano ripreso a sparare da numerosi edifici della Avenida Bulnes, sulla direttrice che dalla zona del palazzo de la Moneda e del ministero della Difesa cammina verso la periferia sud della città, sono stati costretti ad abbandonare le loro posizioni. Molti sono caduti nelle sparatorie con i soldati, altri hanno dovuto arrendersi, più d'uno sarebbero quelli riusciti a fuggire passando attraverso l'accerchiamento dei reparti militari. La resistenza continua in alcune delle fabbriche occupate, contro le quali la giunta presieduta dal generale Augusto Finochet ha deciso di sospendere momentaneamente gli attacchi per rivolgere agli operai un ultimo invito alla capitolazione. Sul Cerro San Cristobal non si spara più. Nella notte, le pattuglie del Movimento de izquierda revolucionaria che si erano trincerate avrebbero abbandonato la zona sotto la pressione delle truppe antiguerriglia della «Scuola paracadutisti e forze speciali». L'esercito ha comunicato che sul posto sono stati trovati notevoli quantitativi di armi e due mortai di rudimentale fabbricazione. Non si sa se questi stessi gruppi o altri hanno attaccato due postazioni dei carabineros, perdendo nell'azione almeno tre uomini. Un sabotatore del Mir è stato catturato mentre tentava di far saltare alcune installazioni del complesso militare di Puente Alto, che alloggia una brigata del genio di montagna. Un'azione delle formazioni «miriste» è segnalata a Valparaiso, il porto sul Pacifico 140 chilometri a nord-est di Santiago. Due degli uomini che hanno tentato di penetrare in una caserma sono stati catturati e fucilati sul posto. Altri quattordici sono stati arrestati. Respinta è stata anche una «brigata allendista» (gruppi armati apparsi in questi giorni, dei quali non si conosce né la forza né la direzione politica) che ha attaccato una caserma a Chillan, 400 chilometri a sud di Santiago. Le notizie che giungono attraverso le radio clandestine (per la prima volta stanotte una di queste ha preso a trasmettere sulla lunga distanza ed è stata ascoltata direttamente a Buenos Aires), gli stessi comunicati militari inducono a credere che la resistenza armata a Santiago e in tutto il Cile centrale sia guidata soprattutto da militanti del Mir. Le squadre del partito socialista, che subito dopo il «golpe» erano state segnalate come le più attive, ora avrebbero lasciato i combattimenti nel tentativo di riorganizzarsi. Una indicazione relativa ai comunisti l'ha fornita ieri sera il generale Ernesto Baeza Michelson, nominato dalla giunta di governo al comando della polizia. L'alto ufficiale ha detto che mentre il proprio predecessore, il socialista Alfredo Loignant, si è consegnato alle nuove autorità, il suo vice, Samuel Richelmo, noto dirigente comunista, è fuggito con altri compagni portandosi dietro una grande quantità di armi. Il magistrato della suprema Corte di giustizia, José Maria Eizaguirre, con il quale abbiamo parlato ieri, ci aveva detto che nessun alto dirigente del partito comunista era stato ancora arrestato. Se ne dovrebbe dedurre che i comunisti abbiano scelto per il momento la via di una assoluta clandestinità. Per alcune ore, nella capitale è stato sospeso il coprifuoco e lunghe file di persone hanno affrontato i rischi delle fucilate, che di tanto in tanto si odono in vari punti della città, pur di assicurarsi qualcosa da mangiare. I «camioneros» hanno ripreso in parte il lavoro, scortati da motociclisti e camionette dell'esercito o dei carabinieri. Sono stati assicurati, almeno nella zona urbana di Santiago ed esclusivamente durante le ore diurne, i servizi essenziali, come acqua, luce e gas. Lo sforzo della giunta dei militari è adesso concentrato nel tentativo di garantire condizioni minime di ordine e di stabilità, tali da permettere la riorganizzazione dell'apparato statale, falcidiato dalle epurazioni in corso, e indurre le grandi potenze a riconoscere il nuovo governo. La giunta dei generali ha dichiarato che per il momento prescinderà dai partiti in quanto tali, nella formazione del governo e della nuova direzione degli enti di Stato, tenendo conto soltanto delle capacità tecniche e professionali degli individui da nominare. Il generale Gustavo Leigh Guzman ha inoltre segnalato che «gli operai devono consegnare tutte le armi che ancora posseggono e tornare al lavoro. In caso contrario cadrà sopra di essi il peso della legge, che li giudicherà attraverso tribunali militari i quali tuttora applicano la legge marziale». Il quadrumviro ha spiegato che stanno per terminare le operazioni contro le sacche di resistenza civile tuttora attive in città e nelle immediate vicinanze. Ha affermato che sebbene queste producano ancora un notevole volume di fuoco, nondimeno hanno le ore contate poiché non si possono avvalere di nessuna assistenza logistica. Il comandante in capo dell'Aeronautica ha inoltre aggiunto che, secondo precise informazioni di cui dispone il governo, gruppi consistenti della sinistra stanno tentando d'organizzare una guerriglia urbana e rurale in vari punti del Cile. Ha aggiun¬ to che le armi finora sequestrate sono una minima parte di quelle che formavano l'enorme arsenale costituito dagli attivisti dei partiti di «Unidad Povular». Livio Zanotti Santiago. Un giovane lascia l'obitorio dove ha riconosciuto un parente. Un soldato lo sorveglia mentre si allontana passando accanto alla bara di un'altra vittima (Ansa) Santiago è sotto controllo Si organino la guerriglia Il Cile a cinque giorni dal colpo di Stato militare Santiago è sotto controllo Si organino la guerriglia Nella capitale la maggior parte dei franchi tiratori sono stati snidati o sono caduti negli scontri con la truppa L'estrema sinistra (il Mir) starebbe creando nuclei di resistenza armata -1 comunisti sono entrati nella clandestinità - Difficile situazione nella capitale, a malapena sono assicurati i servizi essenziali - Ancora fucilazioni (Dal nostro inviato speciale; Buenos Aires, 16 settembre. Un nuovo rastrellamento dell'esercito — reparti di fanteria appoggiati da autoblindo — ha riportato tra ieri e oggi il centro di Santiago sotto il completo controllo delle forze armate che cinque giorni fa hanno rovesciato il presidente costituzionale cileno Salvador Allende. I franchi tiratori che nelle ultime ore avevano ripreso a sparare da numerosi edifici della Avenida Bulnes, sulla direttrice che dalla zona del palazzo de la Moneda e del ministero della Difesa cammina verso la periferia sud della città, sono stati costretti ad abbandonare le loro posizioni. Molti sono caduti nelle sparatorie con i soldati, altri hanno dovuto arrendersi, più d'uno sarebbero quelli riusciti a fuggire passando attraverso l'accerchiamento dei reparti militari. La resistenza continua in alcune delle fabbriche occupate, contro le quali la giunta presieduta dal generale Augusto Finochet ha deciso di sospendere momentaneamente gli attacchi per rivolgere agli operai un ultimo invito alla capitolazione. Sul Cerro San Cristobal non si spara più. Nella notte, le pattuglie del Movimento de izquierda revolucionaria che si erano trincerate avrebbero abbandonato la zona sotto la pressione delle truppe antiguerriglia della «Scuola paracadutisti e forze speciali». L'esercito ha comunicato che sul posto sono stati trovati notevoli quantitativi di armi e due mortai di rudimentale fabbricazione. Non si sa se questi stessi gruppi o altri hanno attaccato due postazioni dei carabineros, perdendo nell'azione almeno tre uomini. Un sabotatore del Mir è stato catturato mentre tentava di far saltare alcune installazioni del complesso militare di Puente Alto, che alloggia una brigata del genio di montagna. Un'azione delle formazioni «miriste» è segnalata a Valparaiso, il porto sul Pacifico 140 chilometri a nord-est di Santiago. Due degli uomini che hanno tentato di penetrare in una caserma sono stati catturati e fucilati sul posto. Altri quattordici sono stati arrestati. Respinta è stata anche una «brigata allendista» (gruppi armati apparsi in questi giorni, dei quali non si conosce né la forza né la direzione politica) che ha attaccato una caserma a Chillan, 400 chilometri a sud di Santiago. Le notizie che giungono attraverso le radio clandestine (per la prima volta stanotte una di queste ha preso a trasmettere sulla lunga distanza ed è stata ascoltata direttamente a Buenos Aires), gli stessi comunicati militari inducono a credere che la resistenza armata a Santiago e in tutto il Cile centrale sia guidata soprattutto da militanti del Mir. Le squadre del partito socialista, che subito dopo il «golpe» erano state segnalate come le più attive, ora avrebbero lasciato i combattimenti nel tentativo di riorganizzarsi. Una indicazione relativa ai comunisti l'ha fornita ieri sera il generale Ernesto Baeza Michelson, nominato dalla giunta di governo al comando della polizia. L'alto ufficiale ha detto che mentre il proprio predecessore, il socialista Alfredo Loignant, si è consegnato alle nuove autorità, il suo vice, Samuel Richelmo, noto dirigente comunista, è fuggito con altri compagni portandosi dietro una grande quantità di armi. Il magistrato della suprema Corte di giustizia, José Maria Eizaguirre, con il quale abbiamo parlato ieri, ci aveva detto che nessun alto dirigente del partito comunista era stato ancora arrestato. Se ne dovrebbe dedurre che i comunisti abbiano scelto per il momento la via di una assoluta clandestinità. Per alcune ore, nella capitale è stato sospeso il coprifuoco e lunghe file di persone hanno affrontato i rischi delle fucilate, che di tanto in tanto si odono in vari punti della città, pur di assicurarsi qualcosa da mangiare. I «camioneros» hanno ripreso in parte il lavoro, scortati da motociclisti e camionette dell'esercito o dei carabinieri. Sono stati assicurati, almeno nella zona urbana di Santiago ed esclusivamente durante le ore diurne, i servizi essenziali, come acqua, luce e gas. Lo sforzo della giunta dei militari è adesso concentrato nel tentativo di garantire condizioni minime di ordine e di stabilità, tali da permettere la riorganizzazione dell'apparato statale, falcidiato dalle epurazioni in corso, e indurre le grandi potenze a riconoscere il nuovo governo. La giunta dei generali ha dichiarato che per il momento prescinderà dai partiti in quanto tali, nella formazione del governo e della nuova direzione degli enti di Stato, tenendo conto soltanto delle capacità tecniche e professionali degli individui da nominare. Il generale Gustavo Leigh Guzman ha inoltre segnalato che «gli operai devono consegnare tutte le armi che ancora posseggono e tornare al lavoro. In caso contrario cadrà sopra di essi il peso della legge, che li giudicherà attraverso tribunali militari i quali tuttora applicano la legge marziale». Il quadrumviro ha spiegato che stanno per terminare le operazioni contro le sacche di resistenza civile tuttora attive in città e nelle immediate vicinanze. Ha affermato che sebbene queste producano ancora un notevole volume di fuoco, nondimeno hanno le ore contate poiché non si possono avvalere di nessuna assistenza logistica. Il comandante in capo dell'Aeronautica ha inoltre aggiunto che, secondo precise informazioni di cui dispone il governo, gruppi consistenti della sinistra stanno tentando d'organizzare una guerriglia urbana e rurale in vari punti del Cile. Ha aggiun¬ to che le armi finora sequestrate sono una minima parte di quelle che formavano l'enorme arsenale costituito dagli attivisti dei partiti di «Unidad Povular». Livio Zanotti Santiago. Un giovane lascia l'obitorio dove ha riconosciuto un parente. Un soldato lo sorveglia mentre si allontana passando accanto alla bara di un'altra vittima (Ansa)

Persone citate: Alfredo Loignant, Ernesto Baeza Michelson, Gustavo Leigh, José Maria Eizaguirre, Livio Zanotti Santiago, Puente, Salvador Allende, Samuel Richelmo