"Mi sono impegnato, ce l'ho fatta,,

"Mi sono impegnato, ce l'ho fatta,, "Mi sono impegnato, ce l'ho fatta,, L'asso scozzese è ancora indeciso se continuare l'attività - Fittipaldi : " E' giusto che Jackie abbia vinto, ma il prossimo anno ho intenzione di riprendergli il titolo" - Peterson: "Ho avuto qualche problema di freni, ma mi sentivo sicuro della vittoria" (Dal nostro Inviato speciale) Monza, 9 settembre. Le due Lotus di Peterson ed Emerson Fittipaldi tagliano II traguardo e la folla di Monza si scatena, come al solito. La pista viene invasa, Stewart, nuovo campione del mondo, è l'eroe del momento. Le macchine sono avviate In un recinto dietro ai box, incapsulate fra alte reti con filo spinato per preservarle dall'assalto del tifosi. Solo Peterson si avvia verso I suoi, tendendo la marea. Fittipaldi scende dalla vettura, sì avvia verso Stewart, gli strìnge la mano. « E' giusto — dice il brasiliano — che tu abbia conquistato il titolo, ma guarda che il prossimo anno me lo voglio riprendere >. Emerson ha il piede infortunato In Olanda dolorante. • Finita la stagione — afferma — me lo farò mettere a posto in Brasile ». «Oggi — continua Fittipaldi — la mia Lotus era un po' Sovrasterzante. Ouesto mi ha impedito di attaccare Peterson, che nelle « chicanes » poteva girare più forte. D'altra parte, anche se avessi vinto io, inutile illudersi: Il campionato ormai era nelle mani di Stewart ». io scozzese è raggiunto nel recinto da Ken Tyrrell, che lo abbraccia insieme con Francois Cevert. Molti piloti vanno a congratularsi con Stewart. Mentre centinaia di tifosi premono contro le reti. Arriva un drappello di carabinieri. Il neo-campione del mondo è circondato dal militi che riescono a portarlo fin nella piccola sala-stampa dell'autodromo. Cento metri di corsa. Fra grida, tentativi di abbracci, pacche sulla schiena. « Terribile, terribile », dice Stewart, con II sudore che gli cola sulla tuta e II volto arrossato. Nella sala-stampa lo scozzese si Issa su un tavolo e improvvisa una rapida conferenza. E' un uomo che sa l'importanza delle « relazioni pubbliche », soprattutto per le società che finanziano Il team Tyrrell e dì cui si affretta a snocciolare i nomi. Ma c'è anche un sincero « grazie » per Tyrrell e I meccanici, il cui lavoro è alla base di questo terzo tìtolo mondiale. •Sono due volte felice — spiega Stewart — ho disputato una buona corsa e ho vinto il campionato. Quest'anno ho dovuto impegnarmi molto per raggranellare i punti necessari alla classifica. Stamane la giornata non era cominciata In modo molto felice. Nelle prove libere Il motore non mi aveva persuaso e slamo stati costretti a montarne un altro In extremis. Poi, mentre stavo allineandomi per il via del gran premio, l'accensione ha cominciato a fare i capricci. Roger, Il mio meccanico, è stato bravissimo a riparare all'incovenlente ». Stewart beve un sorso d'acqua, siamo In cinquanta In una mini-stanza, è una sauna In cui le domande si rincorrono in mille lingue. Una viene posta più volte al pilota: si ritira o no, adesso che ha ottenuto un altro titolo e che ha battuto Clark nel numero di grandi premi vinti? • Per adesso — risponde lo scozzese — non ho ancora preso una decisione definitiva. Non è facile, perché le corse mi piacciono ed lo debbo moltissimo ad esse, d'altra parte vi sono altre cose nella vita: la famiglia, prima di tutto. Si tratta del mio futuro e ci voglio pensare su. Comunque, per metà ottobre, dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, sceglierò la strada della pensione o di continuare ». Stewart accenna a vari momenti della corsa. » Non so — afferma — se avrei potuto vincere il gran premio. La gomma della mia Tyrrell si è afflosciata per una foratura e, dopo, non ho potuto che rincorrere gli altri. Però, ho notato che | Peterson era in difficoltà con i freni nelle " chicanes ". Se avesse avuto me alle spalle, avrebbe potuto compiere un errore ». E le varianti? « Tutto bene, direi. Certo, bisogna entrarci adagio. Meglio essere sicuro di non sbattere da nessuna parte che guadagnare qualche attimo ». E' stata la sua corsa più bella? « No, ripeto, soltanto una buo¬ na gara. La più bella è stata quella del Nuerburgring nel 1968 ». Stewart parla e Tyrrell e Cevert, che chiede una sigaretta, lo ascoltano pazienti. Cevert dice che Stewart l'ha raggiunto e passato semplicemente perché era » troppo veloce » e non per ordini di scuderia. Tyrrell conferma e aggiunge che sta preparando una nuova vettura per il 1974 (esordirà a Kyalami, in Sud Africa) e che il segreto per vincere sta nel realizzare una vettura competitiva su ogni circuito « un giusto compromesso • spiega. Il trio lascia la sala-stampa ed è sommerso dai cacciatori d'autografi. Due parole adesso con Peterson, che sta vivendo una grande stagione: « Si — conferma — ho avuto qualche problema con i freni; le ruote tendevano a bloccarsi. Ma ho avuto paura solo a cinque giri dal termine, allorché ho sfiorato con una ruota la seconda " chicane ". Un brutto momento, per il resto sapevo che Fittipaldi non mi avrebbe potuto superare ». SI chiede a Chapman perché non ha ordinato a Peterson di lasciar passare il brasiliano. Vincendo a Monza, Emerson avrebbe ancora potuto sperare di contrastare Stewart. « Era inutile — risponde Chapman — l'avrei fatto soltanto se Stewart si fosse ritirato ». m. fe. "Mi sono impegnato, ce l'ho fatta,, "Mi sono impegnato, ce l'ho fatta,, L'asso scozzese è ancora indeciso se continuare l'attività - Fittipaldi : " E' giusto che Jackie abbia vinto, ma il prossimo anno ho intenzione di riprendergli il titolo" - Peterson: "Ho avuto qualche problema di freni, ma mi sentivo sicuro della vittoria" (Dal nostro Inviato speciale) Monza, 9 settembre. Le due Lotus di Peterson ed Emerson Fittipaldi tagliano II traguardo e la folla di Monza si scatena, come al solito. La pista viene invasa, Stewart, nuovo campione del mondo, è l'eroe del momento. Le macchine sono avviate In un recinto dietro ai box, incapsulate fra alte reti con filo spinato per preservarle dall'assalto del tifosi. Solo Peterson si avvia verso I suoi, tendendo la marea. Fittipaldi scende dalla vettura, sì avvia verso Stewart, gli strìnge la mano. « E' giusto — dice il brasiliano — che tu abbia conquistato il titolo, ma guarda che il prossimo anno me lo voglio riprendere >. Emerson ha il piede infortunato In Olanda dolorante. • Finita la stagione — afferma — me lo farò mettere a posto in Brasile ». «Oggi — continua Fittipaldi — la mia Lotus era un po' Sovrasterzante. Ouesto mi ha impedito di attaccare Peterson, che nelle « chicanes » poteva girare più forte. D'altra parte, anche se avessi vinto io, inutile illudersi: Il campionato ormai era nelle mani di Stewart ». io scozzese è raggiunto nel recinto da Ken Tyrrell, che lo abbraccia insieme con Francois Cevert. Molti piloti vanno a congratularsi con Stewart. Mentre centinaia di tifosi premono contro le reti. Arriva un drappello di carabinieri. Il neo-campione del mondo è circondato dal militi che riescono a portarlo fin nella piccola sala-stampa dell'autodromo. Cento metri di corsa. Fra grida, tentativi di abbracci, pacche sulla schiena. « Terribile, terribile », dice Stewart, con II sudore che gli cola sulla tuta e II volto arrossato. Nella sala-stampa lo scozzese si Issa su un tavolo e improvvisa una rapida conferenza. E' un uomo che sa l'importanza delle « relazioni pubbliche », soprattutto per le società che finanziano Il team Tyrrell e dì cui si affretta a snocciolare i nomi. Ma c'è anche un sincero « grazie » per Tyrrell e I meccanici, il cui lavoro è alla base di questo terzo tìtolo mondiale. •Sono due volte felice — spiega Stewart — ho disputato una buona corsa e ho vinto il campionato. Quest'anno ho dovuto impegnarmi molto per raggranellare i punti necessari alla classifica. Stamane la giornata non era cominciata In modo molto felice. Nelle prove libere Il motore non mi aveva persuaso e slamo stati costretti a montarne un altro In extremis. Poi, mentre stavo allineandomi per il via del gran premio, l'accensione ha cominciato a fare i capricci. Roger, Il mio meccanico, è stato bravissimo a riparare all'incovenlente ». Stewart beve un sorso d'acqua, siamo In cinquanta In una mini-stanza, è una sauna In cui le domande si rincorrono in mille lingue. Una viene posta più volte al pilota: si ritira o no, adesso che ha ottenuto un altro titolo e che ha battuto Clark nel numero di grandi premi vinti? • Per adesso — risponde lo scozzese — non ho ancora preso una decisione definitiva. Non è facile, perché le corse mi piacciono ed lo debbo moltissimo ad esse, d'altra parte vi sono altre cose nella vita: la famiglia, prima di tutto. Si tratta del mio futuro e ci voglio pensare su. Comunque, per metà ottobre, dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, sceglierò la strada della pensione o di continuare ». Stewart accenna a vari momenti della corsa. » Non so — afferma — se avrei potuto vincere il gran premio. La gomma della mia Tyrrell si è afflosciata per una foratura e, dopo, non ho potuto che rincorrere gli altri. Però, ho notato che | Peterson era in difficoltà con i freni nelle " chicanes ". Se avesse avuto me alle spalle, avrebbe potuto compiere un errore ». E le varianti? « Tutto bene, direi. Certo, bisogna entrarci adagio. Meglio essere sicuro di non sbattere da nessuna parte che guadagnare qualche attimo ». E' stata la sua corsa più bella? « No, ripeto, soltanto una buo¬ na gara. La più bella è stata quella del Nuerburgring nel 1968 ». Stewart parla e Tyrrell e Cevert, che chiede una sigaretta, lo ascoltano pazienti. Cevert dice che Stewart l'ha raggiunto e passato semplicemente perché era » troppo veloce » e non per ordini di scuderia. Tyrrell conferma e aggiunge che sta preparando una nuova vettura per il 1974 (esordirà a Kyalami, in Sud Africa) e che il segreto per vincere sta nel realizzare una vettura competitiva su ogni circuito « un giusto compromesso • spiega. Il trio lascia la sala-stampa ed è sommerso dai cacciatori d'autografi. Due parole adesso con Peterson, che sta vivendo una grande stagione: « Si — conferma — ho avuto qualche problema con i freni; le ruote tendevano a bloccarsi. Ma ho avuto paura solo a cinque giri dal termine, allorché ho sfiorato con una ruota la seconda " chicane ". Un brutto momento, per il resto sapevo che Fittipaldi non mi avrebbe potuto superare ». SI chiede a Chapman perché non ha ordinato a Peterson di lasciar passare il brasiliano. Vincendo a Monza, Emerson avrebbe ancora potuto sperare di contrastare Stewart. « Era inutile — risponde Chapman — l'avrei fatto soltanto se Stewart si fosse ritirato ». m. fe.

Luoghi citati: Brasile, Monza, Olanda, Stati Uniti, Sud Africa