In Francia è imminente l'inizio di durissime agitazioni sindacali di Loris Mannucci

In Francia è imminente l'inizio di durissime agitazioni sindacali L'hanno confermato esponenti politici e sindacali In Francia è imminente l'inizio di durissime agitazioni sindacali Il malcontento dilaga a causa del carovita e dell'inflazione - Si preannunciano scioperi in numerosi settori, soprattutto dei servizi pubblici - II segretario della Confederazione generale del lavoro ed il segretario del partito comunista non escludono che si arrivi a "cambiamenti di regime e di politica" (Dal nostro corrispondentej | Parigi, 9 settembre I capi sindacalisti e dei partiti politici di sinistra confermano l'inizio imminente dell'«autunno caldo», I francesi, al ritorno dalle ferie, trovano una situazione grave. I prezzi sono saliti notevolmente e l'ascesa continua senza che si profili la possibilità di frenarla; si deve pagare l'ultimo terzo delle tasse sul reddito; molti devono comprare il corredo per i figli che torneranno a scuola giovedì; tutti devono fare le prime spese per l'inverno ed i soldi in tasca alla gente sono pochi. II malcontento dilaga a causa del carovita eccessivo e dell'inflazione, e si profilano scioperi in numerose categorie professionali, nelle ferrovie, nei trasporti urbani, nelle miniere, tra gli impiegati statali e quelli delle compagnie aeree. I sindacati ribadiscono le rivendicazioni per un potere d'acquisto sufficente, nonché per il pensionamento a 60 anni (attualmente è a 65 anni per gli yomini come per le donne), il minimo salariale di 1100 franchi al mese per 40 ore di lavoro settimanali (per ora è di 1000 franchi per 44 ore settimanali), una diminuzione delle tasse sul reddito per gli operai ed uno sforzo efficace del governo per far calare i prezzi. Prendendo la parola ad un comizio la settimana scorsa il segretario generale della Confederazione generale del lavoro (il comunista Georges Seguy), ha dichiarato: «Non è escluso che lo sviluppo delle lotte operaie crei una situazione propizia ai cambiamenti politici per i quali combattiamo e che, senza aspettare una scadenza elettorale decisiva, una volontà maggioritaria del nostro popolo porti legalmente la sinistra al potere ». Le parole del capo sindacalista comunista, il quale ha denunciato la politica economica del governo, hanno trovato immediatamente un'eco favorevole. Il segretario generale dei sindacati cattolici di sinistra, Edmond Maire, ha fatto suo il parere di Georges Seguy; dal canto suo il segretario generale del partito comunista, Georges Marchais, ha dichiarato in un'intervista alla radio: «Per quanto riguarda l'ascesa della sinistra al potere non c'è per me nessuna ambiguità. Ci sono le elezioni, ma non è detto che automaticamente si debbano aspettare le prossime elezioni legislative del 1978 o l'elezione presidenziale del 1976. Può accadere che ad un dato momento lo sviluppo della lotta dei lavoratori e delle masse popolari crei una situazione politica nuova». Invitato a precisare il suo pensiero, Georges Marchais ha citato come esempio ciò che avvenne nel 1968 precisando che «se la sinistra allora fosse stata unita sulla base di un programma comune di governo, che oggi invece esiste, il grande movimento del maggio-giugno 1968 poteva sfociare su due cambiamenti di regime e di politica». Uno «sciopero generale rivoluzionario» non viene quindi escluso: Georges Marchais ha ribadito oggi, intervistato in occasione della festa annuale del quotidiano comunista L'Humanité nella cittadina di La Courneuve, vicina a Parigi: «Ci avviamo incontestabilmente verso grandi movimenti e grandi lotte politiche». Loris Mannucci In Francia è imminente l'inizio di durissime agitazioni sindacali L'hanno confermato esponenti politici e sindacali In Francia è imminente l'inizio di durissime agitazioni sindacali Il malcontento dilaga a causa del carovita e dell'inflazione - Si preannunciano scioperi in numerosi settori, soprattutto dei servizi pubblici - II segretario della Confederazione generale del lavoro ed il segretario del partito comunista non escludono che si arrivi a "cambiamenti di regime e di politica" (Dal nostro corrispondentej | Parigi, 9 settembre I capi sindacalisti e dei partiti politici di sinistra confermano l'inizio imminente dell'«autunno caldo», I francesi, al ritorno dalle ferie, trovano una situazione grave. I prezzi sono saliti notevolmente e l'ascesa continua senza che si profili la possibilità di frenarla; si deve pagare l'ultimo terzo delle tasse sul reddito; molti devono comprare il corredo per i figli che torneranno a scuola giovedì; tutti devono fare le prime spese per l'inverno ed i soldi in tasca alla gente sono pochi. II malcontento dilaga a causa del carovita eccessivo e dell'inflazione, e si profilano scioperi in numerose categorie professionali, nelle ferrovie, nei trasporti urbani, nelle miniere, tra gli impiegati statali e quelli delle compagnie aeree. I sindacati ribadiscono le rivendicazioni per un potere d'acquisto sufficente, nonché per il pensionamento a 60 anni (attualmente è a 65 anni per gli yomini come per le donne), il minimo salariale di 1100 franchi al mese per 40 ore di lavoro settimanali (per ora è di 1000 franchi per 44 ore settimanali), una diminuzione delle tasse sul reddito per gli operai ed uno sforzo efficace del governo per far calare i prezzi. Prendendo la parola ad un comizio la settimana scorsa il segretario generale della Confederazione generale del lavoro (il comunista Georges Seguy), ha dichiarato: «Non è escluso che lo sviluppo delle lotte operaie crei una situazione propizia ai cambiamenti politici per i quali combattiamo e che, senza aspettare una scadenza elettorale decisiva, una volontà maggioritaria del nostro popolo porti legalmente la sinistra al potere ». Le parole del capo sindacalista comunista, il quale ha denunciato la politica economica del governo, hanno trovato immediatamente un'eco favorevole. Il segretario generale dei sindacati cattolici di sinistra, Edmond Maire, ha fatto suo il parere di Georges Seguy; dal canto suo il segretario generale del partito comunista, Georges Marchais, ha dichiarato in un'intervista alla radio: «Per quanto riguarda l'ascesa della sinistra al potere non c'è per me nessuna ambiguità. Ci sono le elezioni, ma non è detto che automaticamente si debbano aspettare le prossime elezioni legislative del 1978 o l'elezione presidenziale del 1976. Può accadere che ad un dato momento lo sviluppo della lotta dei lavoratori e delle masse popolari crei una situazione politica nuova». Invitato a precisare il suo pensiero, Georges Marchais ha citato come esempio ciò che avvenne nel 1968 precisando che «se la sinistra allora fosse stata unita sulla base di un programma comune di governo, che oggi invece esiste, il grande movimento del maggio-giugno 1968 poteva sfociare su due cambiamenti di regime e di politica». Uno «sciopero generale rivoluzionario» non viene quindi escluso: Georges Marchais ha ribadito oggi, intervistato in occasione della festa annuale del quotidiano comunista L'Humanité nella cittadina di La Courneuve, vicina a Parigi: «Ci avviamo incontestabilmente verso grandi movimenti e grandi lotte politiche». Loris Mannucci

Persone citate: Edmond Maire, Georges Marchais, Georges Seguy

Luoghi citati: Francia, Parigi