La Chiesa rinnova la sua legge

La Chiesa rinnova la sua legge MILANO: IL CONGRESSO DI DIRITTO CANONICO La Chiesa rinnova la sua legge Scontri e polemiche tra progressisti e conservatori - 300 teologi alla ricerca d'una conciliazione (Dal nostro inviato speciale) Milano, 9 settembre. Lo scontro in atto da anni nella Chiesa tra progressisti e conservatori animerà, da domani a Milano il II Congresso internazionale di diritto canonico, che riunirà, per cinque giorni, all'Università cattolica, trecento specialisti di tutto il mondo. Il tema generale è « La persona umana e la Chiesa come istituzione », nel quale si riassumono tutti i nodi delle tensioni che dividono teologi e canonisti, moralisti e biblisti, semplici parroci e laici. Il dibattito si sviluppa da molto tempo, ma è divenuto pubblico durante e dopo l'ultimo Concilio. Fra le decisioni conciliari più importanti vi è quella di riconoscere ad ogni uomo la libertà di coscienza: la risco¬ perta di questo principio ha rimesso tutto in discussione dentro la Chiesa e, in particolare, ha rappresentato una specie di mina sotto l'edificio ultracinquantenario del diritto canonico. E' esplosa la contestazione delle norme giuridiche attraverso le quali si esplica il potere pratico della Chiesa come istituzione. I progressisti hanno contrapposto alla Chiesa istituzionale la Chiesa carismatica o profetica, richiamandosi a basi bibliche ed evangeliche ch'essi giudicano in contrasto con gli istituti giuridici della Chiesa. I « gruppi spontanei », tipo Isolotto o Comunità laica dell'abate Pranzoni, le « chiese sotterranee » degli Stati Uniti, i fermenti innovatori dei cattolici olandesi rientra- no tutti in questa visione radicalmente diversa del « corpo » della Chiesa. Essi l'intendono come « Popolo di Dio » nel quale non esistono differenze prestabilite tra sacerdoti a laici, dove il celibato non è un vincolo necessario ma solo volontario, la donna non è esclusa da determinati diritti, come avviene adesso, la stessa prerogativa de1 primato e dell'infallibilità del Papa è valutata in sede critica. Basti, in proposito, ricordare appena il libro « Infallibile? » del teologo svizzero-tedesco Hans Kung, che gli ha procurato un procedimento presso l'ex Sant'Uffizio, con la conseguenza che un suo autorevole amico, il gesuita Karl Rahner, celeberrimo teologo, si è dimesso per protesta dalla commissione teologica internazionale, giudicando ingiusta quella sorta di « processo » e, soprattutto, l'assenza d'adeguate garanzie di difesa. Si è delineata, per sommi capi, la natura profonda del contrasto che agita la Chiesa, sollevando continue ed angosciose preoccupazioni in Paolo VI, per dimostrare l'importanza ed anche l'interesse del congresso di diritto canonico che s'apre domattina a Milano. Vi sono molti problemi da risolvere: un'esigenza che lo stesso Papa ha avvertito da anni se, sul piano strettamente giuridico, ha affidato ad una numerosa commissione (circa 130 membri, senza una sola donna) di riformare l'attuale codice di diritto canonico nel rito latino (nella Chiesa vi è anche il codice di diritto canonico di rito orientale). La fatica dei commissari addetti alla riforma procede da anni e si protrarrà ancora per almeno un biennio. Nel marzo del 1971 esplose la polemica sulla cosiddetta « Lex fundamentalis » o « Carta costituzionale » della Chiesa. Il relativo progetto fu pubblicato, senza permesso, dal « Regno » di Bologna e questo fatto costò il posto al direttore e a cinque redattori della vivace rivista dei dehoniani. Scoppiarono contrasti molto accesi e la riprova si ebbe il 3 novembre 1971, quando il card. Pericle Felici, presidente della Commissione per la riforma del diritto canonico, comunicò al sinodo dei vescovi i risultati d'un « referendum ». Su 1313 risposte giunte dai 2800 vescovi della Chiesa interpellati, la « Lex fundamentalis » fu considerata necessaria da 593 presuli, 462 risposero « sì con riserve », 251 dissero nettamente « no ». Il Papa preferì annunciare un rinvio della « Lex fundamentalis ». Il card. Felici terrà domani la prolusione con il rettore della « Cattolica », prof. Giuseppe Lazzati. Fra i trecento partecipanti sono rappresentate tutte le correnti: dal card. Danielou, ora moderato dopo essere stato nell'ala considerata quasi rivoluzionaria, a padre Congar; dal prof. Orio Giacchi, all'olandese padre Peter Huizing, docente di diritto canonico a Nimega, che, anni or sono, negò l'indissolubilità del matrimonio. Il confronto dialettico fra questi studiosi tutto centrato sulle basi giuridiche della Chiesa istituzionale, si preannuncia sin d'ora polemico, forse esplosivo, anche se v'è, da parte di tutti, uno sforzo per conciliare tesi contrapposte. Lamberto Fumo La Chiesa rinnova la sua legge MILANO: IL CONGRESSO DI DIRITTO CANONICO La Chiesa rinnova la sua legge Scontri e polemiche tra progressisti e conservatori - 300 teologi alla ricerca d'una conciliazione (Dal nostro inviato speciale) Milano, 9 settembre. Lo scontro in atto da anni nella Chiesa tra progressisti e conservatori animerà, da domani a Milano il II Congresso internazionale di diritto canonico, che riunirà, per cinque giorni, all'Università cattolica, trecento specialisti di tutto il mondo. Il tema generale è « La persona umana e la Chiesa come istituzione », nel quale si riassumono tutti i nodi delle tensioni che dividono teologi e canonisti, moralisti e biblisti, semplici parroci e laici. Il dibattito si sviluppa da molto tempo, ma è divenuto pubblico durante e dopo l'ultimo Concilio. Fra le decisioni conciliari più importanti vi è quella di riconoscere ad ogni uomo la libertà di coscienza: la risco¬ perta di questo principio ha rimesso tutto in discussione dentro la Chiesa e, in particolare, ha rappresentato una specie di mina sotto l'edificio ultracinquantenario del diritto canonico. E' esplosa la contestazione delle norme giuridiche attraverso le quali si esplica il potere pratico della Chiesa come istituzione. I progressisti hanno contrapposto alla Chiesa istituzionale la Chiesa carismatica o profetica, richiamandosi a basi bibliche ed evangeliche ch'essi giudicano in contrasto con gli istituti giuridici della Chiesa. I « gruppi spontanei », tipo Isolotto o Comunità laica dell'abate Pranzoni, le « chiese sotterranee » degli Stati Uniti, i fermenti innovatori dei cattolici olandesi rientra- no tutti in questa visione radicalmente diversa del « corpo » della Chiesa. Essi l'intendono come « Popolo di Dio » nel quale non esistono differenze prestabilite tra sacerdoti a laici, dove il celibato non è un vincolo necessario ma solo volontario, la donna non è esclusa da determinati diritti, come avviene adesso, la stessa prerogativa de1 primato e dell'infallibilità del Papa è valutata in sede critica. Basti, in proposito, ricordare appena il libro « Infallibile? » del teologo svizzero-tedesco Hans Kung, che gli ha procurato un procedimento presso l'ex Sant'Uffizio, con la conseguenza che un suo autorevole amico, il gesuita Karl Rahner, celeberrimo teologo, si è dimesso per protesta dalla commissione teologica internazionale, giudicando ingiusta quella sorta di « processo » e, soprattutto, l'assenza d'adeguate garanzie di difesa. Si è delineata, per sommi capi, la natura profonda del contrasto che agita la Chiesa, sollevando continue ed angosciose preoccupazioni in Paolo VI, per dimostrare l'importanza ed anche l'interesse del congresso di diritto canonico che s'apre domattina a Milano. Vi sono molti problemi da risolvere: un'esigenza che lo stesso Papa ha avvertito da anni se, sul piano strettamente giuridico, ha affidato ad una numerosa commissione (circa 130 membri, senza una sola donna) di riformare l'attuale codice di diritto canonico nel rito latino (nella Chiesa vi è anche il codice di diritto canonico di rito orientale). La fatica dei commissari addetti alla riforma procede da anni e si protrarrà ancora per almeno un biennio. Nel marzo del 1971 esplose la polemica sulla cosiddetta « Lex fundamentalis » o « Carta costituzionale » della Chiesa. Il relativo progetto fu pubblicato, senza permesso, dal « Regno » di Bologna e questo fatto costò il posto al direttore e a cinque redattori della vivace rivista dei dehoniani. Scoppiarono contrasti molto accesi e la riprova si ebbe il 3 novembre 1971, quando il card. Pericle Felici, presidente della Commissione per la riforma del diritto canonico, comunicò al sinodo dei vescovi i risultati d'un « referendum ». Su 1313 risposte giunte dai 2800 vescovi della Chiesa interpellati, la « Lex fundamentalis » fu considerata necessaria da 593 presuli, 462 risposero « sì con riserve », 251 dissero nettamente « no ». Il Papa preferì annunciare un rinvio della « Lex fundamentalis ». Il card. Felici terrà domani la prolusione con il rettore della « Cattolica », prof. Giuseppe Lazzati. Fra i trecento partecipanti sono rappresentate tutte le correnti: dal card. Danielou, ora moderato dopo essere stato nell'ala considerata quasi rivoluzionaria, a padre Congar; dal prof. Orio Giacchi, all'olandese padre Peter Huizing, docente di diritto canonico a Nimega, che, anni or sono, negò l'indissolubilità del matrimonio. Il confronto dialettico fra questi studiosi tutto centrato sulle basi giuridiche della Chiesa istituzionale, si preannuncia sin d'ora polemico, forse esplosivo, anche se v'è, da parte di tutti, uno sforzo per conciliare tesi contrapposte. Lamberto Fumo

Persone citate: Congar, Danielou, Giuseppe Lazzati, Hans Kung, Karl Rahner, Lamberto Fumo, Orio Giacchi, Paolo Vi, Pericle Felici, Peter Huizing

Luoghi citati: Bologna, Milano, Stati Uniti