L'aiuto del "Giro" ai circuiti di Michele Fenu

L'aiuto del "Giro" ai circuiti Mentre già si prepara una grande edizione per il 74 L'aiuto del "Giro" ai circuiti I nuovi impianti di Casale Monferrato, Varano de' Melegari ed Imola hanno ricevuto un'insperata valorizzazione dalla corsa - Queste piccole piste sono centri di entusiasmo per lo sport del volante - Prospettive del rally torinese, che nel prossimo anno andrà verso il Sud e avrà in programma più prove in salita All'Automobile Club Torino stanno arrivando telefonate e lettere di piloti che si Informano sulla prossima edizione del Giro d'ItaIla-Trofeo Fiat e che chiedono di ricevere il regolamento. Poiché la corsa è terminata soltanto sabato sera, tale particolare, meglio di ogni altro, può forse dare la misura del successo ottenuto da questa esordiente competizione che ha accomunato regolarità e velocità e che ha avuto il grandissimo merito di valorizzare i nuovi circuiti di Casale, Varano de' Melegari e Misano Adriatico. Il « Giro », siamo sinceri, era partito in un alone di diffidenza. La formula adottata — trasferimenti e prove in pista — sarebbe riuscita ad imporsi o avrebbe scontentato rallymen e velocisti? La gara sarebbe stata travolta dal suo stesso meccanismo, delicato e complesso? Come avrebbe reagito il pubblico? Tutti questi interrogativi si sono risolti a favore della competizione, e ciò malgrado nello svolgimento della stessi siano accaduti episodi negativi, come la rapida scomparsa delle Ligier e poi delle Fiat Abarth e delle Lancia, a detrimento del tono agonistico. I commenti degli equipaggi sono stati positivi e le critiche che abbiamo sentito ci paiono concretizzarsi nella richiesta di una maggior semplicità del regolamento (ma c'è anche gente che si siede in macchina senza neppure leggerlo, e allora, dopo, lamentarsi è perlomeno sciocco); la gara ha retto alla sua stessa complessità, anche perché gli uomini preposti a dirigerla — e in primo luogo il direttore di corsa Renzo Aimaretti — hanno proluso energie ed entusiasmi persin commoventi; il pubblico ha detto « sì »: nella prova notturna dì Misano, ad esempio, gli spettatori erano migliaia, con le strade di accesso all'autodromo ingorgate come per uno stadio di calcio. Aimaretti e Gino Valenzano hanno già cominciato a pensare al • Giro » del 1974. Sarà più ampio ed armonico di questo, che è stato Ideato e preparato in due o tre mesi, e si spingerà più a sud, certamente sino a Roma (pista di Vallelunga), comprendendo un maggior numero di corse in salita. L'ing. Rogano, presidente della Csal, ha chiesto all'A.C. Torino di puntare tutto sull'elemento velocistlco della manitestazlone, in particolare sui circuiti. E' un suggerimento da non trascurare, ma non ci pare producente abbandonare interamente la parte regolaristìca, o meglio rallystica, della corsa. Sarebbe un tradire l'idea originale del « Giro », che deve essere un • rally », anche se un « rally » molto speciale. Limitare il percorso su strada ad un semplice, facilissimo trasferimento da un autodromo all'altro offrirebbe troppo tempo ai servizi di assistenza per interi, enire sulle vetture ed avvantaggerebbe in modo eccessivo i * pistaioli » rispetto ai rallymen, I quali sarebbero così penalizzati naturalmente In una competizione che, in fondo, è nata per loro. Piuttosto, c'è strada e strada. E' una questione di scelta. Il Giro d'Italia — come fa il Tour de France — dovrà abbandonare le grandi arterie nazionali ed evitare gli attraversamenti di centri cittadini importanti, spostandosi su vie asfaltate secondarie, che impegnino macchine e piloti, ma non a detrimento della sicurezza. Controlli orari « tirati », quindi, ma non per colpa del traffico, bensì per la natura del tracciato. Un'esigenza sentita è quella di inserire nel programma del « Giro » molte gare in salita per equilibrare la parte in circuito. Le ' cronoscalate - possono ellettivamente paragonarsi alle prove speciali dei rallies tradizionali, con la necessità di usare « noto » e di impiegare pneumatici di tipo normale e non quelli lisci fslicksj da pista. L'unico problema è ottenere dalle competenti autorità I relativi permessi. Con più gare in salita dovrebbe esser possibile abbandonare le prove a cronometro in circuito. che quest'anno sono state fonte di polemiche e contestazioni. C'è chi giurava di non aver compiuto tutti i girl in programma, chi asseriva di averne fatti di più. chi si lamentava dei tempi presi dai cronometristi (per quanto sappiamo, gli specialisti del geom. Cova hanno svolto un ammirevole lavoro). D'altra parte, le .<• cmnogare.» . .dovevano appunto compensare la mancanza di altre corse oltre alla Cesana-Sestriere. Aboliamole, con le loro complicate formule, e lasciamo che a decidere siano soltanto i tempi « scratch », cioè il più veloce in ogni condizione penalizza I rivali. Più l'automobilismo sportivo è semplice e lineare, più attira II pubblico. E il pubblico, come si accennava, già in questo primo « Giro » ha risposto in modo entusiasta. Gente lungo le strade, gente nei circuiti. Merita sottolineare il ruolo ricoperto da questi autodromi nello svolgimento della corsa. A parte Imola, che ha una lunga tradizione ed è un impianto perfetto In ogni sua parte. Casale Monferrato, Varano e Misano hanno conosciuto un momento di gloria. Finora, soprattutto a Casale e Varano, si sono svolte gare a carattere locale: validissime, magari, ma circoscritte regionalmente o limitate a categorie di vetture che non possono esaltare troppo le fantasie. Il Giro d'Italia, con II suo nascente prestigio, con I suoi equipaggi di primissimo plano, ha contribuito ad attirare l'Interesse su questi impianti nati con la passione e il generoso contributo degli sportivi del posto. Esemplari I casi di Casale e Varano. Casale, che è al suo primo anno di attività, è nato per iniziativa di un gruppo di giovani (e meno giovani) che alle chiacchiere hanno preferito le ruspe e i picconi, passando rapidamente da un tracciato in terra ad una vera e propria pista, che si sta a poco a poco arricchendo dei vari servizi sussidiari. E' un'iniezione di fiducia verso lo sport del volante vedere opere del genere, constatare l'esistenza di un amore per le corse più forte di ogni inquinamento economico. E lo stesso dicasi per Varano, dove è lo stesso sindaco a dare il 'la- ad ogni iniziativa. Possiamo- sperare che nel 1974 li Giro d'Italia-Troleo Fiat prosegua in questa opera di propaganda per I circuiti. Altri impianti si affacciano nel nostro Paese e la corsa che nasce a Torino potrà costituire nei prossimi anni il cardine di quella politica degli autodromi che si sta tentando di attuare. Michele Fenu m IN PROGETTO I*1 0 IN ALLESTIMENTO y" I principali circuiti del nostro Paese

Persone citate: Aimaretti, Gino Valenzano, Ligier, Melegari, Renzo Aimaretti, Rogano, Varano