I danni della mareggiata sono centinaia di miliardi

I danni della mareggiata sono centinaia di miliardi Aperta un'inchiesta sul porto di Palermo (Dal nostro corrispondente) Palermo, 27 ottobre. Stamane mentre tre ministri, alcuni sottosegretari, deputati e altri esponenti politici e amministrativi visitavano il porto di Palermo semidistrutto dal nubifragio di giovedì sera e chiuso al traffico con gli attigui cantieri navali dell'Iri, il procuratore capo della Reo'-.bblica dottor Gio-I vanni Pizzillo al Palazzo di I giustizia ha aperto un'inchie-1 sta sommaria per accertare se qualcuno abbia avuto responsabilità nella sciagura. L'inchiesta, affidata a un giovane magistrato, il sostituto procuratore Domenico Signornino, ha come obiettivo principale di stabilire se davvero — l'ha dichiarato ai giarnalisti il capitano Aldo Tarantino, responsabile del servizio di sicurezza del cantiere nava- letrsNrvusdcrsSispzrn4cfs I danni della mareggiata sono centinaia di miliardi gle — la diga foranea fosse tutta buchi. Anzi, secondo Tarantino, nella diga sarebbero state contate ben 157 falle. Non avrebbe quindi potuto reggere alle sferzate di una vioienta mareggiata. L'inchiesta giudiziaria, in uri secondo tempo, tenderà a stabilire l'esatta condizione della diga. Per questo quasi certamente la procura ordinerà una perizia tecnica. Che cosa significa tutto questo? Sembra abbastanza semplice: il giudice, se rileverà responsabilità dirette o indirette, potrà procedere a incriminazioni per disastro colposo, reato per il quale il codice penale prevede, con l'articolo 449, pene da 2 a 10 anni nei casi appunto in cui siano affondate navi. La situazione intanto è sempre grave. Momentaneamente il traffico passeggeri è stato dirottato nel porto di Trapani. I due bacini galleggianti dei cantieii navali, che hanno riportato gravi danni — uno da 50 mila l'altro da 19 mila tonnellate — vagano sempre nel recinto portuale che continua ad essere chiuso in base all'ordinanza emessa ieri dal comandante della Capitaneria colonello Vittorio Dati. E' cominciato il recupero dei relitti delle due unità colate a picco, il cargo bulgaro Gotzs Delchev di 8177 tonnellate e la motonave Nuova Ustica di 480 tonnellate e dei resti delle oltre cinquanta imbarcazioni da diporto — in alcuni casi lussuosi panfili — ormai fuori uso. Martedì la richiesta di un urgente decreto-legge governativo in favore del porto sarà esaminata dal Consiglio dei ministri. La notizia è stata confermata dai ministri Giovanni Pieraccini, per la Marina mercantile, Salvatore Lauricella, per i Lavori Pubblici, e Giovanni Gioia per i Eapporti con il Parlamento, che hanno svolto sopralluoghi nel porto con i sottosegretari al Tesoro Attilio Ruffini e alle Finanze Salvo Lima. Domattina alle 10, in municipio — Pieraccini è ripartito per Roma nel pomeriggio —, Lauricella e Gioia presiederan. no una riunione per fare il punto della situazione- in rap- j porto alle iniziative che il governo dovrà prendere sia per la riparazione dei danni e il ritorno alla normalità nel porto sia per dare una soluzione alla crisi occupazionale che deriverà dalla limitata prossima attività del cantiere navale. Soltanto nel bacino di carenaggio da 50 mila tonnellate, che ha perso del tutto una fiancata, lavoravano 1500 persone. «Disgraziatamente abbiamo dovuto constatare che i danni sono gravissimi ed esigono rapidità di decisioni e prontezza nell'esecuzione delle opere immediate — ha detto tra l'altro Pieraccini — e posso dire che sarà risolto provvisoriamante il problema dell'agibilità del porto con la messa in opera di alcuni cassoni che prolungheranno il modo Nord, agendo da riparo». Il ministro della Marina mercantile ha però osservato che «questa può essere soltanto una soluzione di breve durata, per cui occorre finanziare il ripristino delle opere portuali e dei bacini di carenaggio». Il decreto-legge governativo da trasformare in legge speciale per il porto di Palermo è stato sollecitato dall'Assemblea regionale siciliana che ha espresso un voto unanime in questo senso, richiesta fatta anche dal comitato regionale del pei e dal segretario regionale della de. «Come Assemblea regionale — ha dichiarato l'onorevole Pasquale Macaluso, assessore regionale al Turismo, Comunicazioni e Trasporti —, pressando per il dpgbzndmtdamnlndecdildzctndzmpslmtttUvccmc! decreto-legge abbiamo fatto il possibile per sottolineare la gravità del fatto che indubbiamente è una calamità nazionale. Ma sia ben chiaro che non lasceremo tempo agli indugi, che non ne consentiremo. Non vogliamo che il porto di Palermo faccia la fine delle zone terremotate, dove a 5 anni dal sismo decine di migliaia di persone vivono nelle baracche». Pieraccini e Lauricella, nella sede della Capitaneria, hanno incontrato i responsabili del porto palermitano. «Aron eschLdiamo — ha detto l'avvocato Santi Cacopardo, presidente dell'Ente porto — che il primo bilancio di 100 miliardi di danni sia suscettibile di aumenti». Preoccupata è stata la relazione dell'ingegner Bocchini, consigliere delegato dei Cantieri navali del Tirreno e Riuniti, che hanno ingaggiato due esperti di fama internazionale e un'equipe di sommozzatori specializzati perché partecipino alle operazioni di salvataggio dei due bacini galleggianti danneggiati, per il maggiore dei quali occorre trovare il sistema per riportarlo in linea di galleggiamento liberando così la petroliera Usa Texaco Westminster che vi è ancora imprigionata. «I cantieri — ha affermato Bocchini — ritengono che il loro materiale abbia danni per circa 300 miliardi». Antonio Ravidà Si dovrà stabilire se la diga di ministri per esaminare foranea era in grado di reggere alle onde - Riunione la situazione - Migliaia di disoccupati nei cantieri

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