Arrestato per le bombe del 1969 a Milano un amico romano del gruppo Freda-Ventura

Arrestato per le bombe del 1969 a Milano un amico romano del gruppo Freda-Ventura Dal giudice che conduce l'indagine sulla strage di piazza Fontana Arrestato per le bombe del 1969 a Milano un amico romano del gruppo Freda-Ventura E' Antonio Massari, 44 anni, titolare di una libreria nella capitale - Frequentava gruppi della sinistra extraparlamentare ma collaborava con un'organizzazione neonazista che voleva utilizzare elementi di sinistra per attentati di destra (Nostro servizio particolare) Roma, 27 ottobre. L'inchiesta giudiziaria sulla strage di piazza Fontana e sugli altri attentati che sconvolsero il Paese nel 1969 registra importanti sviluppi. Agenti dell'ufficio politico della questura di Roma hanno arrestato, la notte scorsa, su ordine di cattura del giudice istruttore di Milano, dottor D'Ambrosio, il titolare di una libreria che collaborò con il gruppo di Freda e Ventura. Il suo nome è Antonio Massari, ha 44 anni ed abita in passeggiata di Ripetta 19, vicino a piazza del Popolo. L'accusa contestatagli è di aver apparteuto ad un'associazione sovversiva, un reato che l'articolo 270 del codice penale punisce con una pena oscillante da uno a tre anni di reclusione. Il giudice istruttore milane¬ se che conduce l'inchiesta su Freda e Ventura era giunto, quattro giorni fa, a Roma con il dottor Fiasconaro, che funge da pubblico ministero. I due magistrati hanno compiuto nella capitale sopralluoghi e perquisizioni concludendo le loro indagini con la firma dell'ordine di cattura nei confronti di Antonio Massari. L'uomo è stato arrestato verso l'una e mezzo di notte e subito tradotto nelle carceri di Rebibbia. Sposato, ma separato dalla moglie, il Massari, che è nativo della provincia di Foggia, è titolare a Roma della libreria «La Gauche» ed editore di due periodici, il Marcazero ed il Marcatré. Fino a circa otto anni fa, aveva lavorato a Palermo per la «Garzanti», che lo aveva licenziato per talune irregolarità contabili. Ha scritto anche un libro: «Gli extraparlamentari, come e perché ». Dal punto di vista politico, Antonio Massari viene descritto come un personaggio ambiguo. A Roma frequentava vari gruppi della sinistra extraparlamentare, ma aveva avviato contemporaneamente una proficua collaborazione con i gruppi di Padova e Treviso che facevano capo a Franco Freda e Giovanni Ventura. Dell'editore di Castelfranco Veneto Massari era divenuto socio nelle edizioni «Enne Esse» e, secondo il giudice D'Ambrosio, avrebbe collaborato alla pubblicazione del «Libretto rosso», diffuso dal «Fronte popolare rivoluzionario», un'organizzazione di estrema destra legata al «Fronte europeo rivoluzionario», nel quale erano raggruppati vari movimenti neonazisti. Il programma del fronte prevedeva l'utilizzazione di elementi della sinistra extraparlamentare italiana in atti rivoluzionari progettati dall'estrema destra. Il giudice di Treviso, Stiz, risali da questo volume al gruppo di Freda e Ventura e chiari gli equivoci nati sulla matrice della pubblicazione concludendo che si trattava appunto di una matrice neonazista. Secondo la magistratura, gli editori e gli autori del «Libretto rosso» si erano resi responsabili di incitamento alla sovversione, di vilipendio della magistratura, per i violenti attacchi rivolti soprattutto al giudice Bianchi D'Espinosa, e di altri reati. Antonio Massari è stato incriminato sulla base dell'articolo 270 del codice penale anche per aver militato in movimenti coinvolti nelle indagini sugli attentati ai treni dell'agosto '69 e su quelli compiuti il 12 dicembre successivo a Roma e Milano. Alcuni mesi fa, il Massari era stato convocato a Milano dai magistrati inquirenti ed interrogato sui suoi rapporti con Ventura e sugli alibi presentati da costui per la notte dall'8 al 9 agosto (la notte delle bombe sui treni) e per il pomeriggio del 12 dicembre, quando esplosero le bombe a Milano e Roma. Sembra che, in quella occasione, sia andato molto vicino all'arresto per falsa testimonianza, che avrebbe evitato solo modificando le sue dichiarazioni. Secondo talune indiscrezio¬ ni, Ventura era venuto spesso a Roma nel 1969 incontrandosi più volte con il Massari, a casa del quale avrebbe dormito la sera del 12 dicembre. Ventura, come si ricorderà, non nega quel viaggio, ma afferma che fu dovuto ad una malattia del fratello, il quale si sarebbe però ammalato soltanto due giorni dopo. g. fr.