Stroncato da un infarto sui treno l'ex sindaco prof. Giuseppe Crosso

Stroncato da un infarto sui treno l'ex sindaco prof. Giuseppe Crosso Rientrava da Vienna, dopo una conferenza giuridica Stroncato da un infarto sui treno l'ex sindaco prof. Giuseppe Crosso Viaggiava con la moglie - Il malore verso Tarvisio - Una vita dedicata allo studio e all'insegnamento - Antifascista, esperto amministratore pubblico, era stato eletto alla presidenza della Provincia nel '51 e primo cittadino nel '65 - Da 28 anni era preside della facoltà di Giurisprudenza E' morto ieri, stroncato da un Infarto il prof. Giuseppe Grosso, 67 anni, preside della facoltà di giurisprudenza In cui era titolare della cattedra di diritto romano. Il male Io ha colto In treno a Villacli mentre stava rientrando da Vienna, dopo aver tenuto una lezione giuridica, con la moglie dott. Augusta Guidetti. Avvertiti della scomparsa, sono Immediatamente partiti per Tarvisio, dove la salma è stata deposta, 11 figlio prof. Carlo Federico, la nuora Fernanda ed i professori Silvio Romano c Filippo Gallo. La salma giungerà oggi a Torino. Il prof. Grosso era nato nella nostra città il 24 luglio del 1906. Laureatosi a Torino in giurisprudenza nel 1927, l'anno successivo consegui la libera docenza ed incominciò la carriera universitaria come professore incaricato di diritto romano e di istituzioni di diritto romano nell'università di Camerino. Dal 1929 al 1930 fu incaricato a Parma, poi, vinto il concorso, ottenne la nomina di professore titolare di diritto romano all'università di Modena. Di qui passò all'università di Pisa nel 1933-'34, quindi a quella di Genova nel 1934-'35. Da quell'anno era ordinario di diritto romano e docente di storia del diritto romano all'università torinese. Nel 1945 il prof. Grosso fu eletto preside della facoltà di giurisprudenza, carica che ricopriva tuttora. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino, della quale fu eletto presidente nel 1962, faceva parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione come membro elettivo. La sua opera scientifica spazia, oltre che su tutto il campo di studi storici e sistematici di diritto romano privato e pubblico, anche sul diritto civile moderno e sulla teoria generale de', diritto. Antifascista, partecipò alla Resistenza. Tra l'altro, fu membro del Cln della scuola come rappresentante della democrazia cristiana. Dopo la liberazione venne eletto consigliere comunale e fino al '51 guidò l'opposizione come capogruppo della de. Nel '51, con la ricostituzione del Consiglio provinciale, fu eletto presidente della Provincia di Torino e successivamente riconfermato nell'incarico per 14 anni. A palazzo Cisterna Giuseppe Grosso si dedicò con passione ai grandi problemi dello sviluppo di Torino e del Piemonte, promuovendo la realizzazione di trafori ed autostrade destinate a togliere dall'isolamento la nostra regione. Ma non trascurò nessun altro settore dell'amministrazione. Fu all'avanguardia nell'assistenza psichiatrica con la creazione del Centro d'igiene mentale. Si adoperò al rinnovamento del servizio in favore dei bimbi illegittimi incominciando dal dotare l'Istituto provinciale di una moderna sede in corso Giovanni Lanza. Diede impulso agli istituti tecnici ed ai licei scientifici a cui la Provincia è tenuta a fornire la sede. Dotò l'Ente di una prestigiosa biblioteca specializzata in pubblicazioni sul Piemonte. Il prof. Grosso fu anche presidente dell'Unione regionale delle Province piemontesi e di quella italiana. Il 21 febbraio del 1965 fu eletto nuovamente consigliere comunale di Torino con circa 53 mila voti di preferenza e nominato sindaco con 52 voti favorevoli su 78 consiglieri presenti. Si deve a lui la lotta per il risanamento di alcune zone della città: si impegnò per eliminare le piaghe delle casermette e delle baracche, che costituivano uno dei problemi più gravi dal dopoguerra. Durante la sua amministrazione furono adottati i primi provvedimenti di viabilità in favore dei veicoli pubblici; nella circolazione cittadina si stabili la prima isola pedonale, con la chiusura al traffico privato di via Garibaldi. Il 9 settembre del '68 Giuseppe Grosso si dimise da ogni incarico in Municipio, rinunciando alla vita pubblica. Da quell'anno si dedicò esclusivamente all'Università ed agli studi che gli hanno dato fama e prestigio in campo nazionale ed internazionale. SUsdsrfdsqtImesbtcnpgnmgnbelttddrmsllllllllllllllllll I Itlllll to che non poteva non provare chiunque avesse ad accostarlo. Quale il segreto d'una personalità cosi prorompente e pur in ogni suo momento saldamente attestata a principi di assoluta coerenza, fino al punto da sfiorare la rigidità? Il segreto non può essere uno solo. Sarebbe assurdo cercare di spiegare una figura tanto ricca e complessa con una risposta a senso unico. Indubbiamente, alla base della vita, sia scientifica sia civile, di Giuseppe Grosso c'era una carica morale, che non ammetteva compromessi, per nessuna ragione al mondo. Ciò gli dava una convinzione di se stesso, delle proprie idee, dei propri progetti, la quale si tramutava in una autentica forza al cut fascino era difficile sottrarsi. In ogni caso, non c'era posto per le mezze misure. La discussione con lui poteva continuare per ore, e riprendere dopo giorni, settimane, mesi, senza che mai egli la troncasse e tanto meno si stancasse, ma non era consentito deflettere dal binario maestro. C'è, tuttavia un altro motivo fondamentale che non può esse! re assolutamente omesso in un sia pur inadegualo profilo che voglia racchiudere in rapido abbozzo il romanista insigne, il prestigioso ed instancabile docente universitario, il preside quasi trentennale della Facoltà giuridica torinese, l'indimenticabile Presidente della Provincia di Torino, il sindaco della città da lui amata con passione figliale, e tanti aspetti ancora. A Giuseppe Grosso tutto questo è stato possibile grazie all'assoluta modernità del suo pensiero. Nonostante il trascorrere degli anni e i tempi tumultuosi, egli aveva saputo costantemente rinnovarsi e cogliere le esigenze più disparate: i suol studi cosi severi e la sua intelligenza pari alla sensibilità gli avevano mostrato il vero volto dei rapporti tra storia e società; i nessi che uniscono l'una all'altra sono continui e costanti. La visione storica del diritto, i vincoli tra questo e la società, la giurisprudenza come fonte creatrice dell'ordinamento giuridico sono stati i concetti fondamentali enucleati da Giuseppe Grosso studioso. Il tradurli nella realtà quotidiana diventava il più logico dei corollari. Giovanni Conso ! Il prof. Giuseppe Grosso, il giorno in cui fu eletto sindaco