In Spagna dopo l'inondazione ora c'è timore di un'epidemia

In Spagna dopo l'inondazione ora c'è timore di un'epidemia Ancora incerto il bilancio delle vittime dell'alluvione In Spagna dopo l'inondazione ora c'è timore di un'epidemia I cadaveri vengono sepolti immediatamente - Decine di migliaia di persone già vaccinate contro il tifo e il tetano - Per fortuna, finora nessun focolaio di infezione è stato segnalato guel è sopravvissuta alla tragedia. Di molte persone non si sa nulla, e l'elenco dei tt di¬ spersi» è ancora lungo. Nel l'urgenza del soccorso, parecchie famiglie sono state divise e poi ci sono quelli che, avendo perso ogni cosa, se ne sono andati dai parenti a Ma¬ mcntsgdrid o a Barcellona. Per mol- i mti, una emigrazione definitiva, Il senso dello sfacelo e dell'abbandono è forte a La Rebita. Era un villaggio di duemila abitanti a bordo del mare a Sud di Granada. Quasi la metà delle case sono distrutte, le altre sono piene di fango. La notte passata non c'erano più di una ventina di persone a La Rebita. Alcuni ritornano appena si fa giorno dai paesi vicini, dove hanno dormito nelle scuole, ma sono una minoranza: si calcola che i due terzi degli abitanti abbiano abbandonato il loro borgo. L'ultima informazione dà «45 muertos y 35 desaparecidos» a La Rebita, ma nessuno si fa illusioni sui 35 scomparsi, anzi si teme che gli «scomparsi» siano assai di più. Perché venerdi era giorno di fiera in questo paese allegro davanti al bel mare con le case dai muri bianchissimi e le finestre traboccanti di gerani, come appaiono i paesi andalusi nelle cartoline. C'era la fiera, dunque, e molti erano venuti dai dintorni. Quando è incominciato a piovere la folla del mercato ha cercato riparo nei caffè e sotto i portici. La Rambla Albunol, un torrente sempre secco, è gonfiata rapidamente, trascinando dalla montagna fango, pietre, macigni, alberi, ha intrappolato gente nelle case e nei caffè della piazza, non gli ha dato scampo. «Fuggivo con mia moglie. Dappertutto sentivamo grida re aiuto, ma non potevamo fare altro che scappare, guai se ci fossimo fermati», dice un anziano contadino. C'è chi racconta di essere sfuggito all'onda di piena della Rambla tuffandosi in mare, nuotando al largo per più di un'ora. Ora, nessuno può dire quante persone il torrente ha strappato, come il piccolo Miguel, dalla strada, dalle case, dai negozi trascinandoli in mare. Sulla spiaggia di La Rebita c'era un quartiere di pescatori ed è scomparso con tutti quelli che stavano nelle case. C'è stato chi, all'ultimo momento, in preda al panico, è saltato sull'auto per fuggire, ma ha cercato invano un passaggio, tutte le strade erano sepolte dal fango e interrotte da grosse pietre e tronchi. Per tre giorni La Rebita è stata raggiunta solo con elicotteri e pescherecci, che vi hanno portato viveri e coperte, acqua potabile, medicinali e ba- rooptdcamdcmdcnvmtcmrldlSecenznshucrqd re, partendo carichi di feriti, morti, bimbi. La Rebita, Puerto Lombreras, Lorca sono le cittadine che più hanno sofferto. Qui negli elenchi delle vittime si trovano ripetuti più volte gli stessi cognomi. Intere famiglie scomparse. Oppure è ri- masto un Ignacio o una Dolo- res, senza genitori né fratelli, o un padre senza più la moglie e i ninos. Il destino ha fatto, in sei ore di finimondo, scelte capricciose e molti oggi raccontano episodi fortunati o maledetti. C'è chi è scampato al crollo della casa perché era andato a trovare la madre malata all'ospedale di Granada. Chi aveva deciso di accompagnare quel giorno la moglie, prossima a essere ma dre, da un ginecologo di Murcia per una visita di controllo, mai poi, visto che la giornata si metteva al brutto, aveva rinunciato. «Andremo domani se non piove». Lui è stato estratto dalle macerie della casa con le gambe spezzate, la moglie è stata trovata cadavere, con un braccio davanti alla fronte in un istintivo gesto di difesa. L'opera di soccorso in tutta la zona colpita non ha soste. Si fa il massimo sforzo per evitare un'epidemia, pericolo che sembra spaventare come e più di un'altra alluvione. Finora nessun focolaio di infezione è stato segnalato. Decine di migliaia di persone so¬ no già state vaccinate contro il tifo e il tetano. Preoccupano le molte migliaia di animali morti che imputridiscono al sole. Qua e là le escavatrici aprono profonde fosse dove le carogne vi vengono gettate. Sorvolando la zona della catastrofe in elicottero pare di vedere un formicaio calpestato, con l'affannosa corsa delle formiche tutt'attorno. Migliaia di uomini scavano, camion si incrociano su strade sconvolte, i motori dei caterpillars frastornano. Il cielo è un ronzare di elicotteri. Nella zona di Alicante si vede dall'elicottero un enorme serpente scuro nel grigio mare di fango. E' il treno che venerdì scendeva dal Nord, che è stato bloccato in aperta campagna dal nubifragio e dalle frane, si è impantanato, è rimasto in quella morsa con centinaia di passeggeri. Tutti sono stati salvati parecchie ore dopo. Alcuni di quei passeggeri si erano messi in viaggio, per un motivo o per l'altro, poco prima, lasciando paesi e case che l'alluvione ha poi distrutto. Altri, se non fossero rimasti bloccati su quel treno, tra qualche minuto sarebbero scesi ai loro paesi e si sarebbero riparati in case che la piena delle ramblas avrebbe presto spazzato via. Qui dicono che è la «suerte». E' il gioco capriccioso del destino. Luciano Curino (Dal nostro inviato speciale) Granada, 25 ottobre. Altri cadaveri vengono trovati tra le macerie delle case e nell'immenso pantano, hanno la bocca piena di fango, tutti hanno un braccio teso e ormai irrigidito piegato davanti alla fronte, nell'estremo gesto di difesa. E altri corpi li restituisce il mare. Non si sa quanti ve ne hanno trascinati i torrenti impazziti che la corrente marina ha portato lontano. Ciò rende incerto il bilancio delle vittime dell'alluvione che venerdì ha martoriato il Sud-Est spagnolo. Ieri il cadavere di una donna è stato ripescato a 45 chilometri dal suo villaggio. Oggi, su una spiaggia di Castell de Ferro, a una trentina di chilometri da La Rebita, è stato trovato il corpo di Miguel Rodriguez Moral, di 8 anni. Lo hanno subito sepolto (c'è l'ordine di seppellire immediatamente i cadaveri, ormai disfatti) nel cimitero di La Rebita, vicino al padre ed ai cinque fratelli morti anch'essi venerdì nel crollo della loro casa. Non so se la madre di Mi-

Persone citate: Alicante, Luciano Curino, Miguel Rodriguez, Puerto Lombreras

Luoghi citati: Barcellona, Spagna