Al centro dei colloqui di Leone Medio Oriente e unità europea di Nicola Adelfi

Al centro dei colloqui di Leone Medio Oriente e unità europea La visita del Presidente della Repubblica in Olanda Al centro dei colloqui di Leone Medio Oriente e unità europea Il Capo dello Stato guardare inoperosa ha detto che, di fronte alla crisi mediorientale, l'Europa non può e non deve stare a • Incontro di Moro con il collega olandese -1 problemi delle regioni sottosviluppate (Dal nostro inviato speciale) L'Aia, 24 ottobre. Il Medio Oriente che periodicamente torna a dilaniarsi con guerre sanguinose, e l'Europa Occidentale che tuttora non riesce a darsi una volontà comune e strumenti adatti per intervenire nei grandi affari del mondo: questi due sono stati gli argomenti di cui hanno parlato verso mezzogiorno il presidente Leone e il ministro Moro da un lato, il primo ministro olandese Den Uyl e il ministro degli Esteri Van der Stoel dall'altro. I colloqui sono avvenuti un po' fuori dell'Aia, in una graziosissima villa del '700, circondata da un grande parco e chiamata « Residenza nel bosco » dei reali d'Olanda. C'era sole, a tratti un po' di nuvole, e un tepore come all'inizio della primavera. Sulla base delle più recenti notizie della mattinata, il presidente Leone ha detto che il clima di distensione fra l'America e la Russia continua a operare in maniera soddisfacente e ora è sperabile possa bloccare il conflitto tra arabi e israeliani. Però una cosa è una tregua ambigua e provvisoria, tutt'altra una pace tra popoli intenzionati a rispettarsi reciprocamente, ciascuno riconoscendo il diritto all'esistenza degli altri. La situazione nel Medio Oriente rimane perciò fluida, e prevedibilmente occorrerà molto, tenace lavoro per volgerla in meglio, e arrivare a costruire solide basi per una pace durevole. Tra la tregua di oggi e l'auspicata pace di domani nel Medio Oriente, l'Europa non può, non deve tirarsi in disparte e stare a guardare inoperosa. Durante i colloqui, sono via via intervenuti Moro, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri olandesi, i diplomatici che fanno parte delle due delegazioni. Tutti d'accordo sul quadro generale delineato da Leone, si è poi passati a discutere sui modi come l'Europa Occidentale può fare sentire unitariamente la sua voce di moderazione e di mediazione tra arabi e israeliani, tra russi e americani. Al riguardo, la posizione italiana, ma anche quella olandese, è di rifarsi alla risoluzione adottata dall'Onu nel novembre 1967. Sebbene il testo di quella risoluzione sia interpretato in maniera diversa dagli arabi e dagli israeliani, un'Europa concorde può adoperarsi affinché gli uni e gli altri lo accettino come un punto di partenza per nuovi negoziati. Dal Medio Oriente i colloqui si sono poi allargati all'Europa Occidentale, che sta sempre a dire di volersi unire più di ora sul piano economico e politico, ma che stenta a farlo in concreto. Eppure i buoni propositi e gli impegni precisi per evitare il pericolo di una balcanizzazione dell'Europa Occidentale e per darle la consistenza di una grande potenza mondiale, figurano in un solenne accordo preso giusto un anno fa a Parigi, durante il vertice tra i capi di Stato o di governo e i ministri degli Esteri dei nove Paesi della Comunità europea. Occorre dunque, prima che sia troppo tardi, rivitalizzare le istituzioni fondamentali della Cee e, se del caso, crearne altre più rispondenti alle esigenze del momento. Tanto per fare un esempio, una Comunità europea che dia la preminenza alla solidarietà più che agli egoismi e alle furberie nazionali, si troverebbe certamente avvantaggiata nel fronteggiare le difficoltà che si profilano sempre più allarmanti nel campo delle fonti di energia, a cominciare dal petrolio. Più tardi il primo ministro Den Uyl ha offerto un pranzo di duecento coperti nell'antica e monumentale « Sala dei cavalieri », sede del Parlamento olandese. Il luogo è molto suggestivo. La sala è vasta quasi 700 metri quadrati, il tetto appare sospeso a 27 metri di altezza, con una capriata in legno di quercia. Sin dal 1300 molti tra gli avvenimenti più importanti nella storia degli olandesi sono stati decisi in questa sala. Molto lungo è stato il brindisi del primo ministro olandese, e tutto pieno della più fervida ammirazione e simpatia per gli italia.-i che portarono gli emblemi e le leggi di Roma fin sulle rive del Mare del Nord, per quelli del Rinascimento e per quelli di oggi, che l'evoluzione dei tempi porta a unire sempre più le loro sorti a quelle degli olandesi, nel comune intento di costruire « una Europa civile e dall'aspetto umano ». Come fa spesso, Leone ha improvvisato il suo brindisi per ringraziare l'ospite. Ha detto di avere accettato ben volentieri l'invito a visitare le tre nazioni del Benelux soprattutto perché in quella piccola famiglia europea egli vede prefigurata quella che dovrà essere la grande famiglia dell'Europa di domani. Tuttavia è necessario accelerare le tappe del lungo cammino. Quelle tappe vennero fissate nel vertice di Parigi un anno fa, e non bisogna lasciarsi vincere dallo sgomento a motivo dei contrasti che sono sorti via via. L'importante è fare ì primi passi, dire di no all'inerzia e agli egoismi. Quali? In via esemplificativa, Leone nel suo brindisi ha indicato la costituzione del Parlamento europeo, eletto dai cittadini dei nove Paesi della Comunità europea. Anche per conseguire questa prima meta esistono diversi ostacoli, dovuti specialmente alla diversità delle leggi elettorali nei nove Paesi; però non sono insormontabili. Un altro esempio indicato da Leone e tratto pur sempre dagli accordi di Parigi è la politica regionale, ossia l'intesa tra i nove Paesi di costituire un fondo comune allo scopo di finanziare piani di sviluppo economico e sociale nelle zone più depresse della Comunità europea. In quelle zone, insieme con la povertà, spesso fermentano impulsi alla violenza e spinte alla reazione. Naturalmente la re- sponsabilità e i sacrifici pri-mari per evitare che il malediventi malignamente cronico spettano alle nazioni di cui fanno parte le zone depresse; però è tutta la Comunità europea che deve muoversi sia per rendersi più uniforme, perciò più forte, sia per un senso di solidarietà. Nel pomeriggio il ministro Moro ha avuto un lungo colloquio col suo collega olan¬ dese. Nelle grandi linee i temi della conversazione sono stati quelli di cui i due ministri avevano cominciato a parlare nella mattinata: Me¬ dio Oriente, accordi di Parigi specialmente per quanto riguarda la nascita di un Parlamento europeo dotato di importanti poteri di decisione e la politica per le regioni sottosviluppate. Su questo ultimo e delicato argomento, va da sé che il nostro punto di vista non coincide con quello olandese: noi abbiamo sulle spalle il problema del Mezzogiorno, gli olandesi non hanno niente di paragonabile e per di più dovrebbero accollarsi spese non ancora definite, ma certamente considerevoli, in favore di Paesi neppure attigui, come l'Italia e l'Irlanda. Quanto complicati e sottili siano stati i ragionamenti dell'on. Moro per convincere il suo collega olandese e gli esperti diplomatici che lo assistevano, lo si può immaginare. Ma quale il risultato ultimo? Pare che il governo olandese si sia dichiarato disposto a non ostacolare le iniziative che saranno prese nell'ambito della Comunità europea per rendere più spedito il progresso nelle zone sottosviluppate, a cominciare per l'appunto dal nostro Mezzogiorno. In definitiva, l'atteggiamento olandese sarebbe di benevola neutralità sullo spinoso problema della politica regionale. Nicola Adelfi L'Aia. Vittoria Leone durante una visita ad una scuola Montessori (Telefoto Ap)

Persone citate: Leone Medio Oriente, Montessori, Moro, Vittoria Leone