Il Sid si rifiuta di consegnare il pulmino alla magistratura? di Fabrizio Carbone

Il Sid si rifiuta di consegnare il pulmino alla magistratura? Mistero nell'inchiesta sulle spie a palazzo di Giustizia Il Sid si rifiuta di consegnare il pulmino alla magistratura? Era stato visto in sosta per una settimana nei pressi del tribunale; scomparve quando fu trovato il microfono-spia nello studio del magistrato che indaga sui "fondi neri" della Moriteci ison - Alcune circostanze autorizzano il sospetto che l'intera indagine venga insabbiata (Nostro servìzio particolare! Roma, 24 ottobre. Il Sid (Servizio informazioni difesa) si opporrebbe a consegnare al magistrato Furino e ai suoi tecnici il pullman di sua proprietà, prestato ai carabinieri che è stato visto in sosta in via Trionfale per una intera settimana ed è poi sparito da quel punto di osservazione proprio mentre negli uffici del magistrato Renato Squillante, il 18 ottobre scorso, veniva recuperato un microfono-spia. La notizia non è ufficiale, come nulla in questa inchiesta penale, promossa dalla procura della Repubblica, dopo la scoperta di un fatto così grave e clamoro- so. Il Sid — questa la spiega- ! zione al rifiuto — non può far i revisionare l'automezzo per ! ncn rivelare il segreto milita-1 re che nasconde. | Allora «salta» tutta l'inchie-1 sta? Malgrado il silenzio che la circonda, parrebbe di sì. Ma la domanda dei giornalisti che seguono le difficili vicen- de del palazzo di giustizia, è, | a questo punto, la seguente: l'inchiesta esiste davvero? C'è il corpo del reato: un microfono d'ambiente ricaricabile a pile da 9 volts, chiuso in cassaforte. Ma non c'è il reato, anche se su questo punto sono nettamente in contrasto le tesi del procuratore capo della Repubblica, Vessicheli, e quelle di un illustre penalista, Franco De Cataldo. Questi afferma di sì e avvalora la sua idea, sbandierando innumerevoli sentenze. C'è un magistrato che conduce l'inchiesta, ma non si sa come. Il fascicolo è stato aperto con la dicitura «Atti relativi al ritrovamento di un microfono nella stanza del I giudice istruttore. Squillante...». Per quel che risulta, il dottor Furino non ha interrogato nessuno; e neppure ha sentito, per chiarimenti, l'interessato di questa brutta storia, Renato Squillante. Al quinto piano del palazzo di giustizia di piazzale Clodio, il magistrato sta lavorando all'inchiesta sulla Montedison e sui «fondi neri» di quest'industria privata, tentando di dimenticare l'intimidazione che ignoti gli avevano preparato. Così ora non si potrà stabilire se i carabinieri, che una versione suggerisce in ascolto per captare una radio pirata inseritasi nelle loro trasmissioni, potevano, con le attrezzature messe a disposizione del servizio segreto, captare la radiolina? Un tecnico da noi avvicinato assicura che per ascoltare la voce di Squillante bastava un apparecchietto ricevente (o anche registrante) in mano ad una sola persona. Allora si presenta quest'ipotesi: i carabinieri a bor do del pulmino Sid si sarebbero appostati in via Trionfale con la scusa di fare il punto trigonometrico per stabilire da quale località il «pirata» stesse trasmettendo; uno di loro avrebbe avuto il compito di intercettare il magistrato. Infatti dalla piazzola di sosta si vede sia l'intero complesso della «cittadella giudiziaria» sia la finestra dell'ufficio del magistrato. A che cosa servivano, inoltre, i binocoli visti manovrare in quel punto d> via Trionfale se non per vedere quando Renato Squillanti; era in ufficio? In ambienti diversi da quella di palazzo di giustizia si mette in dubbio la provenienza dei carabinieri al lavoro dentro il pulmino: non uomini del nucleo investigativo della Regione Lazio, ma dipendenti da quello di stanza ! proprio a palazzo di giustizia, i Si ha l'impressione che tra ! gli alti gradi della magistra1 tu-a la verità sull'incredibile | vicenda sia nota. 1 Si parla anche di contrasti netti e di una battaglia silen ziosa che viene condotta a piazzale Clodio. I politici non sminuiscono la gravità del | fatto. L'opinione pubblica italiana, forse preparata dal «caso Watergate», potrebbe entrare in agitazione. E allora perché non dire tutto quello che si deve dire, subito, ed evitando un vago ed equivoco comunicato, fatto a meno di 24 ore dalla scoperta della microspia? Stamane, a piazzale Clodio, pochi segni di vita: il consi- | gliere istruttore Gallucci ha convocato i cronisti delle agenzie di stampa per dettare un comunicato di smentita a /' Manifesto. Il giornale dei comunisti dissidenti aveva rivelato nomi di persone coinvolte nell'affare Montedison, contro i quali Squillante avrebbe notificato avvisi di procedimento. Gallucci ha smentito che fra questi ci fosse anche il consigliere militare del Presidente della Repubblica, generale Scotto Lavina. Da più parti si sostiene che la Montedison (e, prima, la Edison) avrebbe sempre intrattenuto rapporti con uffici particolari del Sid; e si comincia a parlare di un traffico d'armi, che risulterebbe nell'inchiesta Squillante, dall'Italia verso Grecia e Pakistan. Se il fatto è vero forse spiegherebbe l'interesse di un furgoncino del Sid e dei cara¬ binieri all'inchiesta di Squillante che, pochi giorni prima del «fattaccio», aveva interrogato l'ex presidente della società, Valerio. In tribunale si è sparsa oggi la voce dell'arrivo di congegni elettronici per l'individuazione di microspie a palazzo di giustizia. Molti si augurano che la «bonifica» sia fatta subito e che il giudice istruttore Squillante sia messo nella condizione di lavorare con tutte le garanzie di piena autonomia e libertà di movimento. Fabrizio Carbone

Persone citate: Franco De Cataldo, Furino, Gallucci, Renato Squillante, Renato Squillanti, Scotto Lavina, Squillante

Luoghi citati: Grecia, Italia, Pakistan, Regione Lazio, Roma