Milano: la Seimart-Gepi occupata Domani un incontro al ministero di Marzio Fabbri
Milano: la Seimart-Gepi occupata Domani un incontro al ministero Per il licenziamento di duecento dipendenti Milano: la Seimart-Gepi occupata Domani un incontro al ministero n o» rTrasferiti a Saronno altri 160 operai - Voci secondo cui il gruppo potrebbe essere assorbito da una società francese, per produrre in Italia televisori "Secam" (Nostro servizio particolare; Milano, 23 ottobre. I dipendenti della «SeimartGepi» sono riuniti da ieri in assemblea permanente nella mensa del vecchio stabilimento «Lesa» di Porta Vittoria. Il resto dell'edificio è chiuso, le finestre sbarrate: bandiere e cartelli di protesta sono l'unico segno di vita. Un gruppo di lavoratori sosta in un bar davanti alla fabbrica, ma i più sono nei locali della mensa a discutere; qualche donna lavora a maglia. La società ieri ha licenziato 200 persone e ne ha trasferite 160 allo stabilimento di Saronno, in provincia di Varese. «Fra i licenziati — dice un sindacalista — c'è il consiglio di fabbrica al completo e ci sono numerosi attivisti». «Un reparto di 14 persone — aggiunge un altro — è stato trasferito per intero allo stabilimento di Saronno, ad eccezione del delegato sindacale e di un attivista; che hanno ricevuto la lettera di licenziamento». Per meglio analizzare gli aspetti legali della vertenza, i e o r o e . n o i n i i i rappresentanti sindacali oggi si sono incontrati con un avvocato messo a disposizione dalle Confederazioni. «A non più di 20 persone su 400 — spiega Rodolfo Geppert, già addetto all'ufficio componenti — è stato proposto il trasferimento a Torino. Anche chi ha avuto questa possibilità ha rifiutato perché tutti abbiamo il diritto a conservare il posto di lavoro». Nei prossimi giorni, viene annunciato, sarà presentato un esposto alla magistratura: «Sono state licenziate donne in maternità e anche degli invalidi. Mario Perego, per esempio, invalido del lavoro al 70 per cento, ex dipendente della "Condor", qualche anno fa era stato colpito alla testa da un carico sospeso, ora è licenziato. Lo stesso per Timo Beltramini, invalido civile al 75 per cento, e per Giuseppe Galbiati, al 40 per cento». Le donne licenziate erano alla fine del sesto mese di gravidanza e quindi lavoravano ancora; ma secondo i sindacalisti è stata ugualmente violata la legge. I duecento licenziamenti di ieri sono l'ultimo atto di una ristrutturazione compiuta dall'azienda a capitale pubblico «Seimart» intervenuta con lo scopo di salvare alcune industrie del settore elettromeccanico sull'orlo del fallimento, la «Lesa», la «Condor», la «Magnadyne», la «Dumont». Originariamente il gruppo aveva 6600 dipendenti oggi ridotti a 3300. Ls ultime speranze dei lavoratori sono riposte in un incontro che si svolgerà giovedì al ministero del Lavoro. Chiederanno: la revoca degli ultimi 200 licenziamenti; il mantenimento del gruppo a Milano; un piano di sviluppo della «Seimart» nel suo complesso, senza smsmbramenti in più aziende. Nessuno si nasconde che la situazione è molto difficile. Si parla di un'industria elettronica francese che vorrebbe assorbire il gruppo «Seimart» per produrre in Italia televisori a colori del tipo «Secam», ma per ora sono solo voci. Marzio Fabbri
Persone citate: Dumont, Giuseppe Galbiati, Mario Perego, Rodolfo Geppert, Timo Beltramini
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