Barche di lusso e poco pratiche

Barche di lusso e poco pratiche la vela Barche di lusso e poco pratiche Al Salone di Genova inflazione di modelli ben arredati, ma con scarse doti marine A vedere le nuove barche da crociera, comprese quelle più piccole, c'è da domandarsi se tutte siano fatte per navigare in mare. Nasce il dubbio che alcune siano destinate all'immobilità nei porti, oppure a placidissime navigazioni su piccoli laghi perennemente calmi. Una certa perplessità è inevitabile, almeno nel visitatore che abbia fatto certe esperienze in mare. Ecco una barca a deriva mobile, priva di alcuna zavorra, che pretende di portare a spasso tre persone, di alloggiarle fornendo lettini e servizi e naturalmente di navigare con buona velocità e piena sicurezza, senza alcun rischio di rovesciamento. I problemi della stabilità, le forti zavorre in chiglia, erano dunque pure invenzioni? Ecco una barca di sette metri e mezzo che sembra una casetta galleggiante: moquette, tavolo che sale e scende diventando una parte del letto matrimoniale, una bella cucina completa, morbidi divani, armadi. I sacchi di vele, dove li mettiamo? E i fiocchi inzuppati di acqua salsa? Che succederà all'interno di questo bel salottino in una giornata di tempo duro, con vento forza 6 (non voglio esagerare), e mare in proporzione? non batteremo la testa contro quel maledetto tavolo sospeso a mezz'aria in uno spazio ridotto? Nasce il sospetto che i prò gettisti e i cantieri lavorino soprattutto per due categorie: i patiti della regata e le mogli degli aspiranti crocieristi. Ai primi offrono barche sempre più leggere e sempre più spinte, a prezzi vergognosi (smettiamola, per pudore, di parlare di diffusione della nautica, di popolarità della vela in queste occasioni). Poi fanno la versione «casalinga» della barca che va forte e la offrono con gli opportuni abbellimenti alle vere dominatrici del «Salone», le donne della borghesia più danarosa e meno sportiva. Ossia quelle che non conoscono il mare né la vela, che fanno spendere ai loro uomini mucchi di quattrini per avere sull'acqua una casetta paragonabile alla villa in montagna. «Io faccio le barche come vuole la gente» mi dice un notissimo costruttore, dando un'occhiata triste alla moquette in tinta con i cuscini troppo imbottiti. Beninteso, un certo tipo di gente, che può spendere 15 milioni per una barca di nove metri destinata a navigare 15 giorni l'anno, forse per gite di poche ore. Finché queste correnti di compratori avranno la meglio, aspetteremo invano la barca da crociera seria, spoglia e sicura, a prezzo ragionevole. Le novità di questo Salone non sono poche, né trascurabili. Nominerò ancora una volta, perché veramente importanti, lo «Show 21» e il «Comet 7.70», l'«Arlecchino» e il «Dufour 27», il «QR 800», e l'«Elvstrom 32», il «Norlin 34» e il «Pierrot», i due «Baiatomi, l'«E 32», l'«Ohlson», aggiungendo le barche radicalmente modificate come il «Sciacchetrà» in nuova edizione, i due «Brigand» e il «Flush poker». Ma il visitatore dovrebbe analizzarle criticamente, pensando (al di là delle capacità di spesa, e sul piano di un puro interesse tecnico, da amatore) al prevedibile comportamento della barca in tutte le condizioni che si possono incontrare in crociera. Ho visto certi gusci così sottili da far paura: un foglio di cartone. All'interno del guscio di plastica niente madieri, né rinforzi di altro tipo. Le paratie che fanno da legamenti, sono sottili fogli di compensato marino, incollati allo scafo con qualche pennellata di resina. Che succede con mare di una certa forza e con vento fresco, quando la barca è sottoposta a sforzi e torsioni di valore altissimo? Si resta perplessi anche di fronte a certi timoni molto esili, a sartiami superleggeri che sembrano fatti per regate di «derive» e non per crociere d'altura. Come mai barche di 9 metri hanno pesi tanto diversi, una 2500 kg e un'altra 3500? E' indiscutibile il fatto che le nuove barche si comportano bene con tempi duri, almeno in regata. Lo provano i successi del «Comet» come le vittorie dello «Show» prima del suo arrivo al Salone. Ma noi vorremmo suggerire al visitatore un atteggiamento più consapevole, e perciò più critico. Per questi motivi ci sembra che il visitatore interessato veramente alla crociera a vela non dovrebbe trascurare le barche non nuovissime e non velocissime, ma fatte con molti strati di plastica (meglio a sandwich), ben isolate termicamente, con carene che danno garanzie di stabilità,' con timoni solidi come gli alberi e il sartiame, e con una riserva di adattabilità ai diversi carichi prevedibili in crociera. Non per semplice simpatia c'è chi resta fedele a barche come il «Panda», aspetta con eccezionale interesse il «Panda 31» promesso per l'anno prossimo. Sarà una barca più comoda, più moderna, ma sempre fatta per andare per mare, secondo leggi che nessuno riesce a capovolgere, e fatta seriamente anche nei dettagli che il visitatore non riesce a vedere. Spesso sono quelli che contano. Mario Fazio

Persone citate: Brigand, Dufour, Mario Fazio, Ohlson, Pierrot

Luoghi citati: Genova