Giornalista dell'Unità arrestato con la moglie
Giornalista dell'Unità arrestato con la moglie A Santiago; si ignora per quali accuse Giornalista dell'Unità arrestato con la moglie E' il corrispondente dal Cile Guido Vicario - La donna è stata rilasciata dopo alcune ore ■ Il provvedimento è incomprensibile, visto tra l'altro che dal giorno del "golpe" egli non aveva più inviato articoli Roma, 20 ottobre. L'Unità pubblica domani, da Santiago, la notizia che il corrispondente del giornale, Guido Vicario, e sua moglie, Annely Galeani Vicario, sono stati arrestati alla mezzanotte di ieri. La donna è stata rilasciata nelle prime ore della mattinata. Secondo quanto ha appreso il giornale, i due sono stati trasferiti prima alla scuola militare e quindi al centro investigativo della polizia per essere sottoposti ad interrogatorio. Nulla è stato comunicato, fino a questo momento, sul tipo di contestazioni che vengono loro mosse. D'altra parte, il Vicario — rileva l'Unità — ha seguito gli avvenimenti successivi al golpe senza inviare corrispondenza, data l'impossibilità di svolgere un normale lavoro giornalistico, specie per un corrispondente comunista. «Tanto più grave appare, dunque — afferma il giornale — questo nuovo, inqualificabile gesto persecutorio contro un giornalista italiano». La moglie di Vicario e le due figliolette — Sara di otto anni e Valentina di pochi mesi — avrebbero dovuto lasciare il Cile oggi stesso con la motonave «Rossini» della società « Italia ». La direzione dell'Unità, «appena appresa la grave notizia, ha fatto appello al governo italiano, alla Federazione della stampa, alle organizzazioni facenti capo alle Nazioni Unite, ad organismi religiosi ed umanitari internazionali con rappresentanza a Santiago perché chiedano l'immediata liberazione di Guido Vicario e di sua moglie. La Federazione italiana lavoratori del mare — prosegue l'Unità — avvertita del grave sopruso, ne ha informato l'equipaggio della nave "Rossini" che ha manifestato la propria piena solidarietà ed ha fatto propria la richiesta che la nave possa attendere il rilascio della famiglia Vicario». Dagli ambienti della Farnesina, non appena pervenuta notizia dell'arresto a Santiago di Guido Vicario e della consorte, sono state impartite al nostro incaricato d'affari in Cile immediate istruzione di intervenire con fermezza, con le modalità proprie all'attuale situazione, al fine di un rapido chiarimento e di una positiva soluzione del grave caso. Da Santiago, poi giunge notizia che un portavoce dell'ambasciata d'Italia — la quale, non appena messa al corrente del fatto, è intervenuta presso le autorità cilene — ha dichiarato che l'arresto, « o meglio il fermo » era avvenuto « per accertamenti ». Secondo la stessa fonte i contatti presi per la liberazione del giornalista italiano dovrebbero avere esito favorevole e non si esclude che Guido Vicario possa essere rilasciato in serata. La signora Vicario e le sue due bambine, dopo il rilascio, si sono recate a Valparaiso per imbarcarsi sul piroscafo in partenza per l'Italia. Il fatto che le autorità abbiano autorizzato la partenza della famiglia fa supporre che Guido Vicario possa « essere invitato » a lasciare il Paese, ma non si ha nessuna conferma di questa possibilità. I funzionari diplomatici italiani, questo pomeriggio, hanno espresso ottimismo circa l'esito dei loro sforzi per ottenere l'immediata liberazione del giornalista. Uno di essi ha detto che « la faccenda sta prendendo una buona piega ». Al momento dell'arresto Guido Vicario era appena tornato a casa dopo aver assistito all'assemblea dell'Associazione dei corrispondenti esteri in Cile, che si era conclusa dopo la mezzanotte. Vicario è corrispondente dell'Unità dalla capitale cilena dall'ottobre 1971, dopo aver assolto uguale funzione nei due anni precedenti a Cuba. «La sua ultima corrispondenza dal Cile — conclude l'Unità — data dal giorno stesso del colpo di Stato». (Ansa) colpo di Stato dell'I 1 settembre l'ambasciatore della Cina Popolare a Santiago, Hsu Chung-fu, si è recato al ministero degli Esteri per un colloquio con alti funzionari cileni. Questo passo è interpretato, negli ambienti vicini al ministero, come una nuova tappa nella «normalizzazione» delle relazioni tra Santiago e Pechino. Si precisa a questo proposito che le aperture fatte all'indomani del colpo di Stato da emissari di Taiwan, in vista di una ripresa delle relazioni tra il Cile e la Cina Nazionalista, erano state recisamente respinte, in quanto Santiago attribuisce un grande valore al proseguimento delle relazioni diplomatiche con la Cina Popolare, quali che siano le divergenze ideologiche che dividono attualmente i due Paesi. Sarebbe d'altra parte all'esame la prossima nomina di un nuovo ambasciatore del Cile a Pechino, contemporaneamente a quella di altri ambasciatori in diverse capitali. (Ansa - Afp - Upi)
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