Accordo con Algeri per gas all'Italia

Accordo con Algeri per gas all'Italia Firmato dal presidente dell'Eni Accordo con Algeri per gas all'Italia Undici miliardi di metri cubi all'anno (il 70% degli attuali consumi italiani) per 25 anni - Girotti: "L'accordo è importante soprattutto per il Mezzogiorno" - Il gasdotto lungo 2500 km. Algeri, 19 ottobre. Undici miliardi di metri cubi annui di gas naturale algerino (un quantitativo pari al 70% degli attuali consumi italiani) verranno importati in Italia, per 25 anni a partire dal 1978, tramite un gasdotto tra i più lunghi del mondo, 3500 km, 174 dei quali sottomarini. L'accordo è stato Armato oggi, ad Algeri, dal presidente dell'Eni, ing. Girotti, e dal presidente della Sonatrach (l'Ente petrolifero di Stato algerino) Ghozali. Il gasdotto, che partirà dai giacimenti di Hassi R'Mei, nel Sahara algerino, giungerà fino nei pressi di La Spezia, dopo aver attraversato il Canale di Sicilia e lo Stretto di Messina. Un'opera che consentirà di far fronte ai crescenti fabbisogni energetici dell'Italia e di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento, secondo la politica da tempo seguita dall'Eni, ma che rappresenta anche, per gli ambienti politici nordafricani, «un ponte verso l'Europa». L'importanza dell'accordo è stata sottolineata sia dal presidente dell'Eni che dal presidente della Sonatrach. Ghozali ha affermato che esso contribuirà a sviluppare ulteriormente le relazioni economiche tra i due Paesi. L'ing. Girotti (che successivamente è stato ricevuto dal ministro dell'industria algerino, Belaid Abdesselam) ha anch'egli ricordato il peso che l'accordo avrà nei rapporti tra economia italiana e quella algerina. Questo contratto — ha aggiunto — « E' importante per l'Italia e soprattutto per l'Italia del Sud». Esso fornisce, ha detto Girotti, una fonte energetica che permetterà agli operatori economici italiani di prendere una serie di nuove iniziative nel Mezzogiorno. Il gasdotto si snoderà per 890 chilometri attraverso la Algeria e la Tunisia per arrivare a Capo Bon dove si « tufferà » nel canale di Sicilia per riemergere sulla co. sta siciliana a Mazara del Vallo, dopo 156 km. di percorso sottomarino ad una profondità per un lungo tratto superiore ai 500 metri. Si tratta di una profondità che non è stata finora raggiunta da nessun gasdotto e che quindi implica una serie di soluzioni tecniche di avanguardia per superare le notevoli difficoltà. Dalla Calabria, il metanodotto risalirà la penisola giungendo nei pressi di La Spezia dopo un percorso di circa mille chilometri. La costruzione dell'opera completa richiederà circa quattro anni. La Sonatrach sarà responsabile delle opere da realizzare in Algeria, l'Eni di quelle da realizzarsi in Italia. I due gruppi collaboreranno alla costruzione e alla gestione del tratto che attraverserà la Tunisia (è prevista anche la partecipazione dello Stato tunisino) e il canale di Sicilia. Il gasdotto aprirà notevoli opportunità di forniture di materiali e servizi per le industrie italiane dei settori della siderurgia, della meccanica e della posa di condotte sottomarine e terrene. L'Algeria è uno dei maggiori esportatori di gas naturale del mondo. Le sue riserve destinate alla esportazione sono le seconde nel mondo dopo quelle dell'Iran e rappresentano il 15% di tutte le riserve mondiali di gas, comprese quelle sovietiche e americane. L'Algeria ha tuttavia stipulato contratti per l'esportazione di 32 miliardi di metri cubi annui con imprese statunitensi e per 31 miliardi circa con ditte europee. Quello che unirà l'Italia all'Algeria è il terzo grande « metanodotto di importazione » realizzato dall'Eni. Il primo, che entrerà in funzione entro pochi mesi, è quello che si snoda per 816 chilometri attraverso l'Olanda, la Germania e la Svizzera, e che condurrà in Italia circa 6 miliardi di metri cubi di metano annui, sulla base di un contratto stipulato nel 1970 con la «Nam» olandese. Il secondo, che sarà completato nella prossima primavera, avrà un tracciato di 774 chilometri, attraverso l'Austria, e consentirà l'importazione di altri 6 miliardi di metri cubi l'anno dall'Unione Sovietica. Si tratta di opere considerate tra le più moderne del genere, che fanno largo ricorso ad apparati automatici per il controllo della portata, della composizione chimica e della temperatura del gas, e per il blocco del flusso qualora sì verifichino situazioni di anormalità. Nella loro progettazione' ed esecuzione hanno avuto larga parte società del gruppo Eni, come la Snam-Progetti, la Saipem, e la Nuovo Pignone. Queste importazioni si aggiungono a quelle già in atto di gas liquefatto dalla Libia, per mezzo di navi metaniere, che entro la fine dell'anno raggiungeranno il livello di regime (3 miliardi di metri cubi l'anno). In Italia la domanda di metano è in costante aumento, sia perché si tratta di un combustibile « pulito » sia perché è una fonte di energia relativamente economica. Nel 1972 le società del gruppo Eni hanno distribuito 14,8 miliardi di metri cubi di gas naturale, con un incremento del 16,5 per cento, rispetto ai 12,7 miliardi del 1971. La produzione nazionale (che oggi già copre da sola il 10 % del fabbisogno energetico del Paese) non è, allo stadio attuale delle ricerche, suscettibile di un incremento sufficiente per 5. consumi previsti, anche se i ritrovamenti recenti nell'Adriatico e nello Jonio consentirebbero di man¬ tenere per un decennio ancora gli attuali livelli. Nel 1972 la produzione nazionale è stata infatti di 14,2 miliardi di metri cubi, di cui 13,3 prodotti dalle aziende I Agenzia Italia)

Persone citate: Girotti, Hassi R'mei