Le difese inutili di Omero Marraccini

Le difese inutili CACCIA ePESCA Le difese inutili Manca una formula efficace per evitare le stragi di selvaggina migratoria - Indispensabile una legge uniforme valida per tutte le regioni Il Piemonte, con l'adozione della legge regionale, ha fatto da cavia quest'anno, per una regolamentazione venatoria di notevoli contenuti protezionistici. Un fatto importante se si considera che, praticamente, nel resto del Paese si è lasciato che i cacciatori sparassero a volontà. I risultati ottenuti non confermerebbero tuttavia le ottimistiche previsioni che erano alla base del provvedimento poiché se in Emilia-Romagna, o in Toscana, i cacciatori avevano fatto "tabula rasa» dopo una settimana dall'apertura, in Piemonte la situazione è pressoché identica dopa un mese: il parco della selvaggina nobile stanziale è distrutto. La legge numero 22 del Piemonte non si è dunque dimostrata quel "toccasana» che molti si aspettavano per la difesa del patrimonio venatorie ma sarebbe un grave torto dare la colpa di quanto avvenuto a chi ha ispirato questo provvedimento ed agli stessi concetti che ne stanno alla base Non è neppure il caso di dire che j la «22» è una legge perfetta: alcune carenze sono balzate in evidenza all'atto pratico. Basterebbe, a questo proposito, soffermarsi sulle negative conseguenze derivate dalla mancata applicazione di un limite al numero dei tesserini, zona per zona, in modo da tenere conto di un giusto equilibrio fra l'ambiente, Il numero della selvaggina ed il contingente dei cacciatori. I problemi della caccia in Italia ed in Europa sono tali e tanti che, d'altra parte, non si può pretendere di risolverli con provvedimenti strettamente limitativi o con l'istituzione di cartellini a pagamento: devono essere studiati In un contesto generale che, senza porre limiti alle autonomie delle Regioni, abbia comunque l'efficacia di armonizzare, almeno sul piano generale, le leggi che questi istituti vanno o andranno a prendere. E' sempre di attualità dunque il progetto per una «legge quadro» nazionale all'interno della quale le Regioni possano muoversi. Non ha senso, ad esempio, che in Piemonte la legge consenta di abbattere soltanto dieci capi di selvaggina migratoria, mentre nelle regioni circonvicine e in quelle del Centro-Meridione, dove il fenomeno del passo e ripasso stagionale assume proporzioni spettacolari, non esistono limiti di carniere. A parte infatti la palese ingiustizia nei confronti dei cacciatori più «vessati» (che tuttavia pagano come e più degli altri), questo tipo di limitazione non ha alcuna efficacia reale se si considera che in Italia, ogni anno, vengono abbattuti non meno di 150 milioni di capi di selvaggina. Per una «politica» veramente protezionistica della fauna non sono sufficienti neppure le limitazioni su scala nazionale: ogni decisione in materia dovrebbe essere presa, armonicamente, a livello europeo. I mali che si riscontrano in Italia sono Infatti gli stessi che troviamo in Francia, Belgio, Jugoslavia e nei Paesi balcanici in genere. E' inutile salvare in Italia se poi in Jugoslavia si fanno le stragi. Un accordo In questo senso, fra i vari Paesi, è molto difficile, soprattutto oggi, per l'importanza economica che ha assunto il cosiddetto turismo venatorie L'argomento della protezione della selvaggina migratoria dovrebbe quindi essere affrontato secondo quelle che sono state le indicazion della recente f semblea del Comitato internazionale della caccia, che ha rivolto un severo appello ai Paesi d'Europa perché abbiano termine le stragi. Proprio in questi giorni l'«Expressen» di Stoccolma ha iniziato una campagna contro i massacri degli uccelli migratori che lasciano la i Scandinavia, diretti verso climi più caldi. I lettori del quotidiano vengono sollecitati ad inviare lettere di protesta ai giornali del Paesi «incriminati», affinché la campagna in difesa dei migratori si estenda, «per costringere I governi responsabili a far cessare lo scempio: In sostanza si tratta di affrontare la situazione su basi e dimensioni più razionali e, soprattutto, più rispondenti alla moderila coscienza protezionistica. La caccia è il più criticato fra gli sport: per la maggior parte delle persone il cacciatore è uno «sparatore sanguinario». C'è del vero, ma soltanto in parte. Il cacciatore non è colui che compie le stragi. Più che di polemiche, tuttavia, fra cacciatori ed «anticaccia» c'è bisogno di trovare un equilibrio che tenga conto della mutata realtà dell'ambiente. E' necessario ammodernare le strutture, ma In una visione armonica del problema che non sia soltanto regionale e neppure na zionale. Forse questo è un traouardo ancora lontano. Si potrà tuttavia, almeno, impiegando i proventi delle tasse che gravano sul settore venatorio, dare vita ad una concreta azione di ripopolamento, anche mediante la produzione di selvaggina «autoctona», salvaguardando quella migratoria. Fucili sequestrati «Abbiamo catturato la selvaggina liberata per il ripopolamento», dice Gianni Bonino, presidente della Federcaccia di Cuneo, «adesso nelle zone di pianura non è rimasto più nulla». La caccia In montagna da dato scarsi risultati. Moltissime quest'anno le multe: «In appena un mese — dice Bonino — sono stati sequestrati più fucili che negli ultimi dieci anni». / cacciatori dimenticano di segnare nel tesserino le giornate di caccia e le guardie, quando li colgono sul fatto, sono inesorabili. Tutti sono d'accordo per chiedere, in futuro, che le giornate di caccia vengano stabilite dal calendario venatorio. Zone di rifugio La Regione Liguria ha negato il rinnovo delle concessioni per le riserve di Plodio. Cairo Montenotte e Pian delle Belle, che saranno trasformate in zone di rifugio. Anche taluni terreni incolti, nel Savonese e nel comune di Giusvalla, saranno arati e coltivati dai cacciatori, per creare Yhabltat adatto alla selvaggina che qui sarà i protetta. Temolo con la mosca La pesca è chiusa in tutta la provincia di Cuneo sino all'alba del prossimo 24 febbraio con le seguenti eccezioni: il temolo che si può pescare a mosca, con esche, (un'ora dopo il tramonto) fino al 18 novembre nei fiumi Maira. Stura. Gesso, Tanaro. Anche per II «pesce bianco; informa un decreto del presidente della Provincia, prof. Martini, la pesca è consentita sino al 18 novembre a valle dì una linea che parte dai confini della provincia di Torino nei pressi di Lombriasco e raggiunge la statale 28 fino a Montezemolo. Bravi pescatori Ecco i risultati dei campionati sociali della «Società pescatori sportivi Provincia Granda»: 1. Renzo Murisasco con punti 15.310; 2. Giovanni Tichy (p. 14.535); 3. Mario Castellino (p. 10.865); 4. Dino Perotto (p. 10.780); 5. Vincenzo Giraudo (p. 8765); 6. Virginio Comba (p. 8420). a cura di Omero Marraccini