Labirinto delle spie

Labirinto delle spie PRIME SULLO SCHERMO Labirinto delle spie Scorpio, di Michael Winner, con Burt Lancaster, Alain Delon, Paul Scofield. Anglo-americano, spionaggio. Cinema Corso. Come il recente « Sciacallo », anche questo Scorpio è il nome d'arte d'un killer, assoldato dalla Cia per mettere a punto una complicata operazione controspionistica, l'eliminazione di un agente della Cia stessa, Cross, sospettato di vendere informazioni al « servizio segreto » sovietico. I rapporti tra Scorpio e Cross sono un po' quelli tra allievo e maestro, nella pericolosa professione della spia; il che conferisce una nota patetica al motivo della caccia, che si concluderà in modo tragico per ambedue, semplici pedine di una partita che si gioca nell'ombra, tra cervelloni e cervelloni dello spionaggio internazionale. Il film, è molto ravvolto e confuso, difficile a seguire per i continui cambiamenti di luogo (Washington, Vienna e Pa¬ rigi) e il fitto contrappunto tra le gesta del sicario e quelle del braccato (per tacere delle tante interferenze dei «capi»), e appena si salva per alcuni momenti di tensione e qualche trovata spettacolare nell'ordine degli inseguimenti, attentati e scoppi. Né la regìa di Winner né la sceneggiatura di Rintels e Wilson si estendono oltre la ordinaria amministrazione di un rompicapo congegnato sui motivi più abusati dèi genere spionistico, e anche gli interpreti, un invecchiato Lancaster (Cross), Delon (il killer gattofllo), Paul Scofield e John Colicos (i capi degli opposti « servizi segreti ») sembrano piuttosto stupefatti, specialmente i primi due di trovarsi insieme e di doversi raffrontare su un terreno già cosi vendemmiato e povero di idee. Ma gli spettatori a cui piacciono i labirinti per se stessi, non rimarranno delusi, tanti sono i rigiri, le svolte e i miraggi di cui è artificiosamente cosparsa la vicenda. 1. p.

Luoghi citati: Vienna, Washington