I laboristi criticano l'embargo di armi

I laboristi criticano l'embargo di armi Alla riapertura del Parlamento I laboristi criticano l'embargo di armi Wilson ha dichiarato alla televisione che il provvedimento colpisce soprattutto Israele (Nostro servizio particolare) Londra, 16 ottobre. La ripresa dei lavori parlamentari a Westminster è oggi coincisa con nuovi avvertimenti rivolti al governo di Heath sulla possibilità che il conflitto in Medio Oriente risulti una seria escalation su scala mondiale. La prospettiva, formulata dai banchi laboristi, è stata avanzata da James Callaghan, responsabile degli esteri nel gabinetto ombra di Wilson. L'uomo politico laborista ha espresso «torti preoccupazioni» per il crescente impegno degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, e si è persino domandato se la posizione assunta dalla Gran Bretagna riguardo all'embargo sulle armi sia condotta in modo del tutto «imparziale». Il dibattito ai Comuni si è aperto con delle dichiarazioni del ministro degli Esteri, sir Alee Douglas-Home, in un clima di notevole tensione. Il capo del foreign office ha escluso qualsiasi minaccia da parte dei Paesi arabi di ricattare la Gran Bretagna, tagliando la forniture di petrolio. Callaghan ha commentato le affermazioni di Douglas-Home augurandosi che le supposte minacce arabe non facciano deflettere il governo dalla linea scelta. Da parte sua Harold Wilson ha preso posizione in favore di Israele, in un intervista televisiva trasmessa dalla Itv, facendo notare che l'embargo colpisce in modo particolare Israele, che possiede armamenti forniti anche dal Regno Unito. Infatti, privandola di munizioni e di parti di ricambio (già pagate) la si mette in condizioni di inferiorità. Ha anche disapprovato l'invito del ministro degli Esteri in carica al «cessate il fuoco», «perché è chiaro questa volta chi sia l'aggressore», g. se. Tra Inghilterra e Islanda

Persone citate: Callaghan, Douglas-home, Harold Wilson, James Callaghan