Le difficoltà di Heath per avviare la "fase 3"
Le difficoltà di Heath per avviare la "fase 3" Dure critiche di imprenditori e sindacati Le difficoltà di Heath per avviare la "fase 3" Anche gl'industriali, dopo le "Unions", attaccano la politica di congelamento dei salari, a causa della difficoltà di reperire manodopera (Nostro servizio particolare) Londra, 16 ottobre. / fatti cominciano a dare torto a quelli propensi a commentare la « fase tre » della politica governativa in campo economico come un semplice episodio, nella lunga esistenza dell'Inghilterra che, specie negli ultimi decenni, ha visto sempre più spesso interventi pubblici tesi a prospettare soluzioni ottimali a vicende in verità molto complesse. Si sa ora che i prezzi e le retribuzioni contenute nel "pacchetto" e con il quale si spera di combattere adeguatamente le proposte di Heath per l'inflazione, durante i dodici mesi a partire dalla prima settimana di novembre, rischiano di mettere in crisi la stessa vita della metropoli londinese. Un avvertimento in questo senso è stato dato oggi da due fonti autorevoli: il presidente della Giunta regionale sir Reginald Goodwin e dal capo dei trasporti urbani sir Richard Way. Quest'ultimo ha preso l'iniziativa di indirizzare una lettera personale a tutti i deputati che alla Camera dei Comuni rappresentano i vari collegi elettorali della « Grande Londra ». Nella sua missiva sir Richard attacca duramente soprattutto le linee della strategia del governo di continuare a limitare la crescita delle retribuzioni dei lavoratori entro confini ben precisi. Per il presidente della London Transport Corporation ciò avrà l'effetto di rendere estremamente problematico il reperimento di tutto il personale necessario per mantenere funzionante il sistema dei trasporti nella capitale. Il suo ente soffre già di forti carenze e si è visto costretto a tagliare le corse dei convogli della « sotterranea » e di quelli in superficie. Mancano almeno 4200 conducenti, oltre 1/3 del totale dei « segnalatori » e più di 400 autobus si trovano a stazionare nelle autorimesse. Un quadro ancora più drammatico è quello tracciato da sir Reginald, anche lui critico delle proposte contenute nel progetto governativo sulla « fase tre » che necessita, comunque, dell'approvazione formale del Parlamento prima di diventare norma di legge a tutti gli effetti. La Gran Bretagna, come altri importanti Paesi industrializzati dell'Occidente, sta sperimentando una forte crisi nell'offerta di mano d'opera. Contro le poche centinaia di migliaia di disoccupati, riportate mensilmente dalle statistiche del Department of employment, il totale dei posti « scoperti » per mancanza di candidati tende ora a salire in modo veramente vertiginoso. In queste condizioni l'assenso che il premier Heath spera di ottenere alle sue scelte, dai rappresentanti ufficiali dei datori di lavoro e dei prestatori d'opera, può persino diventare un particolare trascurabile. Nel pomeriggio di oggi il previsto incontro con gli imprenditori aderenti alla Confederation of british industry ed il governo c'è stato. Pare che non si siano fatti dei progressi rilevanti, rispetto alle note posizioni delle due parti. Heath e i suoi ministri, anche se personalmente possono condividere le tesi degli industriali a proposito di maggiori facilitazioni sui profitti aziendali, pensano di non poter cedere senza scontentare ulteriormente i sindacalisti del Tue, il cui consiglio si è ieri sera riunito in seduta « straordinaria » ed ha definito le proposte del governo « un piano inefficiente per arrivare ad un accordo con il movimento dei lavoratori ». Giuseppe Scimone
Persone citate: Giuseppe Scimone, London, Reginald Goodwin
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra
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