Prendono posto alla sbarra, in silenzio i più bei nomi della medicina torinese

Prendono posto alla sbarra, in silenzio i più bei nomi della medicina torinese Processo ai clinici per peculato di 2 miliardi ai danni dell'Ateneo Prendono posto alla sbarra, in silenzio i più bei nomi della medicina torinese Ieri prima udienza nell'aula più grande e più infelice (come acustica) del tribunale, presenti 200 persone tra accusati, testimoni, avvocati, giornalisti e pubblico - I giudici dichiarano di "non doversi procedere per morte" nei confronti dell'ex rettore e del chirurgo Biancalana (non è stata accolta l'istanza degli avvocati che avrebbero voluto battersi per una eventuale sentenza di proscioglimento) e stralciano dal dibattito il nome del prof. Dellepiane, gravemente ammalato - La lettura dei capi d'imputazione - Respinte le due eccezioni della difesa, incominciano stamane gli interrogatori Udienza arida, la prima del processo ai clinici imputati di peculato in danno dell'Università. Ieri hanno parlato le carte processuali, nel loro linguaggio difficile e spesso incomprensibile ai profani; gli avvocati e il pubblico ministero (i primi per proporre, il secondo per respingere alcune istanze procedurali); il presidente del Tribunale per leggere i capi d'imputazione (una ventina di pagine) con le cifre, le somme e le detrazioni riguardanti i 2 miliardi e 72 milioni circa che i 13 direttori di Istituto si sarebbero trattenuti anziché versarli nella cassa universitaria. Loro, gli Imputati Illustri, non hanno parlato mai. Hanno aperto bocca soltanto per rispondere « presente » all'appello del dott. Iannlbelli, che con i giudici Bonu e Mitola dovrà emettere, a fine novembre, la sentenza. Tutti presenti e puntuali: in ritardo di cinque minuti solo 11 prof. Gallenga che si è subito affrettato a far cancellare dal verbale d'udienza la parola «contumace» (parola antipatica) che il cancelliere Casatelli aveva appena finito di scrivere accanto al suo nome. Tutti presenti, dunque, nella loro raffinata eleganza; cordiali e sorridenti verso i difensori; rispettosi e vagamente Impacciati verso i giudici e 11 pubblico ministero Zagrebelsky. Il processo si svolge nell'aula della prima sezione perché è la più ampia del Tribunale, ma è anche la più infelice per l'acustica. Quando il presidente parlava, era tutto un protendersi di colli e un accostare di mani alle orecchie per carpire il suono della sua voce. (L'aula, sia detto per incìso, è munita di im moderno impianto di microfoni e amplificatori che però funzionano poco e male). Tra pubblico, testimoni, avvocati, imputati e giornalisti, oltre 200 persone hanno stipato l'aula fino a metà mattina. Nel recinto riservato ai detenuti, sulle panche degli imputati a piede libero e dei testi, hanno preso posto, in silenzio, i più bel nomi della medicina torinese: i professori Giulio Cesare Dogliotti, 67 anni; Francesco Morino, 42 anni; Michele Torre, 58 anni; En¬ rico Ciocatto, 55 anni; Vittorio Bergonzelli, 51 anni; Bernardo Roccia, 73 anni; Faustino Brunetti, 63 anni; Alessandro Beretta Anguissola, 60 anni; Riccardo Gallenga, 69 anni; Alberto Midana, 71 anni; Giuseppe Vecchietti, 59 anni; Adriano Bocci, 49 anni; Costantino Durando, 47 anni; lo aw. Giovanni Dardanello, 49 anni, ex presidente dell'ospedale San Giovanni; Ivo Mattucci, 69 anni, ex direttore amministrativo dell'Università; l'ing. Otello Giovacchini, 65 anni. L'udienza ha preso l'avvio con la richiesta del p.m. di dichiarare « estinto il reato » a carico dell'ex rettore Mario Allara e del famoso chirurgo prof. Luigi Biancalana, « per morte degli imputati ». Ne è nata subito una questione piuttosto delicata. I difensori del due Imputati deceduti, avvocati Delgrosso, Minili e Budelli no, hanno chiesto di poter continuare a rappresentare i loro assistiti per tutta la durata del processo, richiamandosi all'articolo 152 del codice di procedura penale che prevede, in caso di estinzione del reato, la possibilità per 11 giudice, qualora esistano prove evidenti « che il fatto non sussiste o non è stato commesso », di pronunciare sentenza di proscioglimento anche per l'imputato morto. In altre parole, se per ipotesi i clinici dovessero essere tutti assolti con formula ampia, il tribunale potrebbe prosciogliere con loro anche Allara e Biancalana, sempre che le prove a loro carico fossero cadute. Una riabilitazione morale, Insomma. Ma il tribunale, dopo una camera di consiglio durata 40 minuti, ha scelto un'altra strada. Applicando l'articolo 150 del codice penale, ha dichiarato non doversi procedere a carico di Allara e Biancalana essendo il reato estinto per « la morte del reo ». Cancellati cosi questi due nomi dal processo, l'udienza è ripresa, con l'esame di un altro caso doloroso. Quello del prof. Giuseppe Dellepiane, settantasettenne, in gravi condizioni di salute. Il difensore, aw. Delgrosso, ha prodotto le documentazioni dei medici curanti i quali escludono nel modo più tassativo che il clinico possa prendere parte al dibattimento. I giudici, preso atto dei certificati sanitari, hanno disposto lo stralcio del processo a Giuseppe Delle¬ piane, rinviandolo a nuovo ruolo. Successivamente il dott. Iannibelli ha fatto verbalizzare il collegio di difesa. Per Dogliotti (prof. Gallo e Badellino); Morino (avv. Chlusano, Zancan e Bellu di Cagliari); Torre (prof. Dal Piaz); Ciocatto (avv. Zaccone, Ferreri e prof. Giannini di Roma); Bergonzelli (prof. Gallo e Badellino); Roccia (prof. Gallo e Cianci audio Andreis); Brunetti (aw. Altara e Moreno di Sanremo); Beretta Anguissola (aw. Tardy); Dardanello (aw. Avonto); Midana (aw. Accatino e Pisapia di Milano); Vecchietti (avvocati Plsapla e Vecchione); Gallenga (avv. Gastaldi e Ricci); Bocci (aw. Zaccone); Mattucci (aw. Oberto); Giovacchini e Durando (aw. Lageard). Gli ospedali San Giovanni e Sant'Anna si sono costituiti parte civile con l'avv. Tortonese; l'Università ha rinunciato a costituirsi parte civile. Altro atto preliminare del Tribunale, l'unificazione di due procedimenti penali « minori » a quelli principali, per gli imputati Dogliotti e Morino. Il primo, com'è noto, deve rispondere di peculato per aver omesso di versare all'Università 571 milioni, così suddivisi: 44 milioni derivanti da prestazioni radiologiche di paganti in proprio; 86 milioni, prestazioni radiologiche a mutuati; 257 milioni, ricoveri di pensionanti; 4 milioni derivanti da prestazioni ambulatoriali dì elettrocardiogrammi a paganti; 172 milioni, prestazioni ambulatoriali non radiologiche a mutuati; 16 milioni per prestazioni di scintigrafia e captazioni a paganti, con la deduzione di 9 milioni e mezzo destinati ad acquisti di attrezzature e a spese per il funzionamento della clinica medica. A ciò vanno aggiunti 18 milioni e mezzo provenienti da diverse Case farmaceutiche. Il prof. Morino, oltre all'accusa dì peculato per 24 milioni, dovrà rispondere anche di interesse privato in atti d'ufficio. Il restante miliardo e mezzo di indebite trattenute va divìso fra tutti gli altri clinici, compreso 11 prof. Durando, assistente del prof. Bocci, accusato di peculato di 182 mila lire. Diverse le imputazioni per il prof. Gallenga (interesse privato in atti d'ufficio); avv. Dardanello (omissione In atti d'ufficio); ing. Giovacchini (truffa in concorso col professor Brunetti). L'ex direttore amministrativo della Università, Ivo Mattucci, deve rispondere di concorso in peculato col direttori di Istituto perché non avrebbe fatto osservare le disposizioni « che sapeva essere violate da anni in modo grave e ripetuto » dai clinici. A mezzogiorno vi è stato un tentativo della difesa di far saltare il processo e rimettere gli atti In Istruttoria. Due le eccezioni: la presunta indeterminazione, contenuta nel capo di imputazione, della frase « danno di rilevante gravità » attribuita ad alcuni imputati e ad altri no, e la mancata notifica al difensori del colmputatl. Il Tribunale le ha respinte entrambe, alle 14, dopo due ore di camera di consiglio. Oggi si entra nel vivo del processo. Saranno interrogati 1 professori Dogliotti, Beretta Anguissola e Roccia. I giudici che hanno dovuto studiarsi migliala di pagine accusatorie, ascolteranno finalmente la loro voce di difesa. Sergio Ronchetti Nel gruppo degli imputati si riconoscono i professori Midana, Ciocatto, Gallenga, Dogliotti, Vecchietti, Roccia; e in secondo piano l'avvocato Dardanello e i professori Beretta Anguissola e Morino

Luoghi citati: Cagliari, Milano, Roma, Sanremo