Mirage: polemica tra Parigi e Tripoli di Alberto Cavallari

Mirage: polemica tra Parigi e Tripoli Gli aerei venduti a Gheddaf i Mirage: polemica tra Parigi e Tripoli La Libia ha smentito l'impiego dei velivoli nel Sinai - Molte critiche negli ambienti francesi al "neutralismo" e ai suoi "limiti pericolosi" (Dal nostro corrispondente) Parigi, 15 ottobre. L'ambasciata libica di Parigi ha risposto con una smentita alle richieste di « chiarimento » del governo francese sull'impiego dei Mirage nel Sinai. Secondo i libici, il governo di Tripoli non ha inviato al fronte gli aerei acquistati dalla Francia e sarebbe infondata l'affermazione israeliana di averne abbattuto due. Dopo la smentita formale, l'addetto militare libico a Parigi ha poi dichiarato (riferendosi alle ultime notizie da Tel Aviv sulle « prove » fornite alla Francia) che « fino a questo momento la Francia non ha ricevuto nessuna documentazione circa la presenza di Mirage nell'aviazione egiziana ». Si è appreso anche che l'ambasciata di Francia a Tripoli è stata rassicurata dal ministro degli Esteri libico della « falsità dell'informazione ». Naturalmente il governo francese non ha diramato alcun commento, dato che l'accusa israeliana ha provocato notevole agitazione nel mondo politico, ed è probabile che preferisca (dopo il chiarimento ottenuto) lasciare alle due parti la responsabilità delle accuse e delle smentite. L'affare dei Mirage ha infatti acceso molte polemiche contro il « neutralismo » francese rivelandone (come ha scritto il Figaro) « i limiti pericolosi ». L'ex primo ministro gollista Debré oggi ha detto che il governo, « se l'affermazione israeliana risultasse vera, non potrebbe non intervenire presso la Libia » per rendere esecutivo il vecchio impegno di non usare in una guerra offensiva i Mirage. Il socialista Defferre ha telegrafato al primo ministro Messmer chiedendo che venga sospesa la fornitura di carri armati destinata all'Arabia Saudita, attualmente all'imbarco a Marsiglia, « perché ciò sarebbe interpretato come una conferma di rifiuto della cessazione delle ostilità ». La tensione politica provocata dalla notizia israeliana rischia di compromettere la discussione del progetto Pompidou sulla revisione costituzionale e sulla riduzione del mandato del Presidente della Repubblica. L'atteggiamento del governo francese comporta infatti molti dissensi sulla sua politica estera mediorien- tale soprattutto tra i centristi filoisraeliani, che potrebbero togliere l'appoggio alla maggioranza in questa votazione delicata. Perciò il giornale gollista. L'aurore stamattina considerava «opportuno» rinviare la discussione «data la grave situazione internazionale». Il fatto che Parigi abbia venduto armi e aerei agli arabi in base alla sottile distinzione tra coloro che hanno e non hanno partecipato alla guerra del '67 si rivela infatti privo di effetti pratici, dato che l'Irak e l'Arabia Saudita (non sottoposti all'embargo) oggi partecipano alla guerra e dato che la Libia (rifornita dopo il '70 di 84 Mirage) è sotto accusa israeliana. Al contrario, verso l'attuale «neutralismo» esiste una crescente ondata di critiche. Franeoise Giroud ha pubblicato sull'Express uno sprezzante articolo contro il « proarabismo mascherato » del governo « ispirato dall'ideologia della volgarità: quella per cui i clienti hanno sempre ragione». Trenta universitari e intellettuali, da Nathalie Sarraute ad André Bart, hanno denunciato in un manifesto « l'ipocrisia della politica francese ». Una durissima critica ha pubblicato il Figaro contro una nota del ministro della Sanità fatta pervenire agli ospedali francesi per proibire l'esportazione (e quindi l'invio in Medio Oriente) di sangue per trasfusioni. Combat ha poi denunciato che dei funzionari hanno visitato in questi giorni famiglie francesi ebree per informarsi sulle loro reazioni all'atteggiamento di Pompidou e per fare opera di propaganda in favore di una « maggiore comprensione per le ragioni della Francia ». L'ambasciatore d'Israele è stato ricevuto oggi, su sua richiesta, dal ministro degli Esteri Jobert. Alberto Cavallari Per la guerra in IVI. 0.

Persone citate: André Bart, Giroud, Messmer, Nathalie Sarraute, Pompidou