Oggi parlerà Sadat

Oggi parlerà Sadat Oggi parlerà Sadat (Segue dalla 1" pagina) le forze blindate di cui il comando egiziano dispone sono in posizione sicura al di qua del Canale, e che l'aviazione è riuscita (evitando di levarsi in volo e di affrontare i duelli aerei) a contenere le sue perdite al minimo. Nel Sinai intanto, dove ieri gli egiziani avevano iniziato un'offensiva lungo tutto il fronte, lo scontro continua violento. Nelle prime ore di stamane le forze blindate di Israele si erano mosse contro le posizioni acquisite dalle avanguardie avversarie, ma il loro attacco, informano i comunicati dello stato maggiore del Cairo, è stato respinto. In un altro bollettino è detto che le forze speciali (i reparti che negli anni scorsi erano stati organizzati e addestrati dall'attuale capo di stato maggiore Mohamed el Shazly) hanno effettuato una incursione alle spalle delle linee israeliane, un'azione di sorpresa risoltasi in un furibondo corpo a corpo. Insomma, gli israeliani stanno opponendo all'avanzata egiziana la prima vera resistenza sinora opposta nel Sinai, e infatti le fonti di qui parlano di operazioni che si svolgono in modo soddisfa cente ma non di penetrazione in profondità delle truppe che ieri si sono mosse lungo le tre direttrici della penisola verso i passi di Mitla, El Gadie, ed El Kehtmia. L'aviazione d'Israele s'è fatta viva nei cieli dell'Egitto nelle prime ore del mattino, e anche al Cairo c'è stato un allarme, il più lungo dall'inizio della guerra, un'ora circa. Ma, come informano i comunicati militari, gli attacchi israeliani erano diretti sugli aeroporti della zona del Delta: la contraerea e la caccia li avrebbero respinti abbattendo nove aerei. Ancora una volta deve essere sottolineata la secchezza e l'assoluta mancanza di retorica dei comunicati militari, su uno sfondo che invece (alcuni giornali, e a quanto ci riferiscono alcune emissioni radio) ritrova nell'entusiasmo di questi giorni fortunati il vecchio vizio della enfasi. Iu fatto è che bisogna cominciare a fare i conti con due Egitto, quello di sempre, caotico, pasticcione, vociante, e quello dei militari. Questa distinzione ci è apparsa oggi in modo assai netto quando siamo stati condotti a visitare all'ospedale militare Mandi cinque prigionieri israeliani feriti. Gli israeliani erano cinque. In una stanza da solo c'era un capitano dell'aviazione abbattuto col suo Phantom la prima domenica di guerra nei dintorni di Porto Said, in un'altra c'erano un sottotenente e tre soldati presi prigionieri sulla linea Bar Lev nello stesso giorno. Il capitano ha ambedue le gambe fratturate ed ingessate, gli altri hanno ferite lievissime. Abbiamo potuto scambiare con ciascuno di loro qualche parola, quel che è servito per chiedere i nomi, i luoghi dov'erano stati catturati e le professioni nella vita civile. Ma le domande più frequenti riguardavano il modo In cui erano stati e sono trattati. Le risposte sono unanimi: sia sul piano propriamente medico sia su quello dei rapporti con gli inservienti e i soldati che fanno la guardia alle'stremità del corridoio, i cinque israeliani si sono detti « molto soddisfatti ». Domani Sadat parlerà all'assemblea nazionale. E' il suo primo discorso dall'inizio della guerra, ed è probabile che se ne potranno cavare indicazioni più precise sull'atteggiamento politico dell'Egitto e quindi sulle possibilità di giunger ea un cessate il fuoco. s. v.

Persone citate: Bar Lev, Phantom, Sadat

Luoghi citati: Cairo, Egitto, El Gadie, Israele, Porto Said