Il "Fondo regionale,, Cee dotato di 1400 miliardi di Renato Proni

Il "Fondo regionale,, Cee dotato di 1400 miliardi Ne usufruirà anche il Mezzogiorno Il "Fondo regionale,, Cee dotato di 1400 miliardi E' la proposta della Commissione al Consiglio dei ministri comunitari che si riunisce lunedì e martedì - La cifra sarebbe spesa in tre anni Interessate altre regioni italiane, tra cui Piemonte e Valle d'Aosta (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 11 ottobre. Tutto il Meridione d'Italia e vaste zone delle regioni centrali e settentrionali (compresi il Piemonte e la Valle d'Aosta) potranno usufruire del fondo di sviluppo regionale della Comunità Economica Europea, se esso sarà costituito dal Consiglio dei ministri, come è previsto dalla risoluzione del vertice di Parigi dell'ottobre 1972, entro la fine dell'anno. La commissione della Cee propone che il fondo sia dotato di circa 1400 miliardi di lire, che dovranno essere spesi in tre anni, a partire dal 1" gennaio 1974. La questione regionale sarà discussa lunedì e martedì prossimi dal Consiglio dei ministri degli Esteri dei nove Paesi membri, al Lussemburgo. Non si prevedono decisioni finali per il 16 ottobre, ma le posizioni nazionali emergeranno dalla riunione con maggiore chiarezza. Italia, Regno Unito e Irlanda vogliono che la politica di sviluppo regionale comunitario diventi una realtà al più presto. Altri Paesi, e soprattutto la Francia, vorrebbero che essa fosse successiva al rientro della lira e della sterlina nel «serpente» valutario europeo. Lo scontro sarà duro e avverrà anche sulla ripartizione delle aliquote del fondo (che la Commissione non vorrebbe che fossero su base nazionale). Con questo fondo di assistenza, comunque, la Cee comincerà ad acquistare caratteristiche veramente comunitarie e socialmente più impegnate, anche se, necessariamente, gli Stati singoli dovranno sviluppare le rispettive politiche regionali. Domani, la Commissione renderà nota la cartina geografica delle zone europee interessate ai programmi di sviluppo regionale. Fin da stasera, tuttavia, è stato possibile conoscere che l'intero Sud dell'Italia figurerà nelle zone che dovranno essere assistite con le sovvenzioni del fondo regionale comunitario. Inoltre, sono incluse le regioni della Valle d'Aosta, del Trentino, del Friuli, dell'Alto Adige e della Venezia Giulia nella loro integrità. Il fondo elargirà anche sovvenzioni di vario tipo alle seguenti zone depresse d'Italia: i comuni di montagna e le località dell'Italia settentrionale e centrale in cui l'industria tessile rappresenta un fattore rilevante, situate nell'Emilia-Romagna, nell'Umbria nelle Marche e nel Lazio. Anche le seguenti province beneficeranno degli aiuti: Vercelli, Novara, Alessandria, Sondrio, Bergamo, Cremona, Mantova, Vicenza, Verona, Belluno, Padova, Rovigo, Imperia, Lucca, Siena e Grosseto. L'Italia, dunque, è riuscita a far includere una parte considerevole (certamente più del cinquanta per cento del suo territorio, a prima vista) nelle zone dell'Europa che dovranno essere assistite dai fondi comunitari. Il nostro Paese spera ancora di ottenere il quaranta per cento delle somme del fondo per lo sviluppo regionale della Cee, che potrebbero ammontare a circa 560 miliardi di lire in tre anni, ma non sarà facile superare l'aliquota del trentacin que per cento, poiché l'Irlanda ha esigenze non inferiori alle nostre e la Gran Bretagna, anche se i suoi fenomeni di depressione regionale sono inferiori ai nostri, ha assolutamente bisogno di assicurarsi una fetta sostanziale del fondo per ragioni di politica interna, essendo l'opinione pubblica d'oltre Manica più che scettica sui vantaggi dell'adesione alla Comunità. Difatti, le zone del Regno Unito che potranno beneficiare del fondo di assistenza regionale sono pari al cìnquantacinque per cento del territorio nazionale. Esse includono quasi tutta la Scozia, gran parte del Nord dell'Inghilterra, il Merseyside, gran parte del Galles e dell'Irlanda del Nord. Potenzialmente, potranno beneficiare del fondo anche le zone intermedie, come certe parti del Lancashire, dello Yorkshire, del Devonshìre e Cardiff. La repubblica d'Irlanda sarà pure interessanta in grandissima misura al fondo. Infine, per ragioni di carattere politico, figureranno nella cartina dell'Europa da sviluppare anche alcune regioni della Francia, della Repubblica Federale Tedesca e degli altri Paesi. Come si vede, la Commissione è stata generosa nella sua definizione delle zone depresse europee (soprattutto nel caso del Regno Unito, come anche del nostro), ma non è detto che questo programma sia approvato «in toto» dal Consiglio dei ministri. A parte le obiezioni di fondo di cui abbiamo parlato, non si esclude che alcune delle zone elencate siano, alla fine, stralciate per potersi concentrare su quelle più bisognose di aiuto. Renato Proni

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