Il piano petrolifero alla decisione finale di Emilio Pucci

Il piano petrolifero alla decisione finale Mercoledì all'esame del Cipe Il piano petrolifero alla decisione finale Scopi essenziali: garantire i rifornimenti di carburante e stabilire un arco di tempo in cui non vi siano aumenti di prezzo - Intesa tra Programmazione ed Eni (Nostro servizio particolare) Roma, 11 ottobre. Piano petrolifero e disciplina dei prezzi sono i due temi che saranno affrontati mercoledì dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), convocato alle 9,30 al ministero del Bilancio. Sulle concrete direttive che saranno fornite dal Cipe è mantenuto il riserbo. Si conosce comunque che la « delibera per la realizzazione del piano petrolifero » sarà imperniata su due indagini curate dai ministeri dell'Industria e del Bilancio, in base alle quali il comitato indicherà le misure per garantire al mercato interno il fabbisogno di carburante e per stabilire un arco di tempo in cui non vi saranno aumenti di prezzo (prezzo che sarà individuato proprio dalla Programmazione, con l'ausilio dell'Eni, e non più dal Cip). Le linee generali del piano sono state approvate nella riunione di sabato 29 settembre dal Consiglio dei ministri. Esse tendono essenzialmente — come ha precisato la nota diffusa da Palazzo Chigi in quell'occasione — al «rafforzamento del ruolo svolto dall'Eni, attraverso lo sviluppo della attività di ricerca e la conclusione di contratti a lungo periodo con i Paesi produttori» e alla «razionalizzazione degli impianti di raffinazione, trasporto e distribuzione» del greggio al fine di «eliminare gli sprechi derivanti da capacità eccessiva, da dimensioni insufficienti, da squilibrata distribuzione nel territorio ». In sostanza, si vuole impedire — come ha sottolineato il segretario generale della programmazione economica, Giorgio Ruffolo, in un'intervista rilasciata alla «Lettera finanziaria» — che «continui lo sperpero di denaro pubblico in forza del quale i raffinatori hanno potuto negli anni scorsi costruire impianti nettamente eccedenti al fabbisogno nazionale, rivendendo all'estero la maggior parte dei prodotti raffinati col solo vantaggio per il Paese di una percentuale d'inquinamento altissima e priva di qualsiasi giustificazione». Secondo dati di parte industriale, ai primi di questo mese, gli impianti realizzati con capacità superiore a quella concessa (con un decreto del ministero dell'Industria) sono sei, con una «maggiore capacità» di circa 6 milioni 300 mila tonnellate. Per quanto riguarda le nuove raffinerie e i nuovi impianti petrolchimici e gli ampliamenti di impianti già in funzione, le «concessioni non ancora realizzate» e sospese dal decreto legge governativo, consentirebbero un aumento della capacità di lavorazione da 40 milioni 66 mila tonnellate a 108 milioni 960 mila tonnellate. Nel programma del piano è previsto poi che d'ora in avanti nei piani di lavorazione delle raffinerie verranno rigorosamente disciplinate le quote relative al nostro mercato e quelle destinate all'esportazione, per ottenere che le compagnie siano sempre in grado di rifornire la domanda interna sulla base dell'aumento percentuale del prodotto chiesto dalla rispettiva clientela. Per i prezzi, il Cipe nella riunione di domani dovrà stabilire le modalità del passaggio dal regime di « blocco », che scade alla fine del mese, a quello di « controllo manovrato », necessario per evitare eventuali spinte al rialzo che vanificherebbero gli sforzi sin qui compiuti dal governo nella lotta all'inflazione e al carovita. Si tratterà, come hanno già anticipato i ministri Giolitti e De Mita, di realizzare un collegamento di « aggiustamenti graduali » attraverso accordi che terranno conto anche dell'insieme delle politiche delle imprese e dei loro programmi di investimento. Il blocco dei prezzi fu deciso dal governo il 24 luglio: in quell'occasione, il consi¬ glio dei ministri varò, tra l'altro, due decreti con i quali furono bloccati per 90 giorni sia i prezzi di 21 generi di più ampio consumo sia i prezzi industriali all'origine. I primi ai livelli praticati il 16 luglio; i secondi — relativamente alle imprese con un giro di affari superiore ai 5 miliardi di lire nei primi sei mesi dell'anno — ai livelli del 28 giugno. In particolare, il blocco dei prezzi alimentari ha riguardato tutti i tipi di carne fresca, le carni lavorate (salumi compresi), i prodotti derivati dal latte, i prodotti dietetici per l'infanzia, pasta, riso, gli olii, il burro, la margarina e lo strutto. Emilio Pucci

Persone citate: De Mita, Giolitti, Giorgio Ruffolo

Luoghi citati: Roma