Israele richiama i generali che vinsero nei "6 giorni,, di Giorgio Romano

Israele richiama i generali che vinsero nei "6 giorni,, La guerra sui fronti e lo scontro diplomatico Israele richiama i generali che vinsero nei "6 giorni,, Fra gli altri Bar-Lev, che creò la linea difensiva lungo il Canale, ora abbandonata, e Aharon Yariv, già capo dei servizi segreti - Il ministro delle Finanze rivela che la guerra in corso è già costata finora 600 miliardi di lire italiane, indetto nel Paese un prestito forzoso (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 10 ottobre. Il richiamo in servizio attivo di cinque tra i più prestigiosi generali dell'esercito israeliano — annunciato ufficialmente oggi — è un avvenimento che può essere ricco di implicazioni e di conseguenze, ma che ci sembra già indice di un certo atteggiamento assunto dal governo di Gerusalemme. Senza entrare qui nel merito degli avvicendamenti che negli ultimi mesi erano avvenuti in seno alle forze armate di Israele (in due anni oltre trenta generali erano stati messi nella riserva e sostituiti da altrettanti, non sempre delle più giovani leve ), il richiamo in attività di servizio di alcuni fra i più noti comandanti del passato, soltanto a quattro giorni dall'inizio delle ostilità, lascia prevedere nuovi cambiamenti, anche se finora le nomine sono state decise dall'attuale capo di Stato Maggiore, generale David Elazar, o in suo nome. Sono dunque richiamati in servizio attivo l'ex capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Chaim Bar-Lev, che aveva ricoperto tale carica fino al 1971, ed era stato il vice di Rabin nella guerra dei Sei giorni. Viene richiamato in servizio attivo il generale Mordechai Hod, per anni capo dell'aviazione: è questi il protagonista delle strepitose vittorie aeree del 1967. Sono richiamati entrambi con « compiti speciali », che non sono meglio definiti. Riassumono anche il servizio attivo il generale Amos Horev, che viene nominato assistente del vicecapo di Stato Maggiore, ed ancora il popolare generale Gavish, che è nominato a capo di un comando della Regione del Sinai meridionale, un comando di nuova costituzione che sembra indicare una particolarissima attenzione per la zona intorno a Sharm El Sheik. Infine, è stato nominato assistente del capo di Stato Maggiore il generale Aharon Yariv, che per anni aveva ricoperto l'incarico di capo dei servizi segreti, con una abilità ed una delicatezza e una competenza straordinarie e che — fino a pochi mesi fa — era stato consigliere speciale del Primo Ministro per i problemi della sicurezza. Egli è stato nel corso delle precedenti guerre il portavoce più discreto ed efficiente delle forze militari israeliane: il generale che ha poi occupato il suo posto non ha mai parlato di situazioni di emergenza ai corrispondenti esteri. Fin da ieri Aharon Yariv è comparso in una conferenzastampa, tenuta mezza in ebraico e mezza in inglese, per i giornalisti israeliani e per quelli stranieri. E — fatto senza precedenti — la conferenza-stampa è stata teletrasmessa in presa diretta. Il generale Yariv ha fama di essere un uomo che non ama e non è capace di edulcorare la verità, che dice pane al pane e vino al vino: le sue dichiarazioni alla stampa ed ai telespettatori di martedì sera significano che il governo di Israele intende continuare a dire la verità, anche se talvolta è amara, e ad illustrare le difficoltà che la guerra impone e che non si risolvono né con soluzioni miracolistiche e tanto meno presentando la situazione come si vorrebbe fosse anziché come è. In passato, un tratto distintivo caratteristico tra l'informazione israeliana e quella dei Paesi arabi è stato dato dalla credibilità della prima nei confronti della seconda. Il Paese si prepara, con misure straordinarie, a sostenere l'enorme costo della guerra. Il Comitato militare per gli affari economici ha approvato unanime l'emissione di un prestito forzoso al 3 per cento di un miliardo di lire sterline israeliane, pari a 150 miliardi di lire italiane. Il prestito forzoso sarà applicato ai contribuenti con carattere progressivo: il gettito sarà integralmente destinato al bilancio militare. Il ministro delle Finanze, Pinhas Sapir, ha dichiarato alla radio che questa guerra è già costata ad Israele 4 miliardi di lire israeliane (600 miliardi di lire italiane), e che s'impone la mobilitazione di tutte le risorse disponibili. Saranno destinati al bilancio della difesa, ha detto Sapir, anche fondi stanziati per altri dicasteri. Frattanto l'economia israeliana cerca di mantenere il passo nonostante l'eccezionalità del momento: nei primi due giorni di questa settimana sono partite per l'estero, per via aerea, alcune tonnellate di frutta tropicale pregiata e fioLa rubrica "Brevi incontri" è a pagina 20 ri, tradizionale voce del commercio estero del Paese. La guerra avrà molto probabilmente un'ulteriore conseguenza: il rinvio delle elezioni politiche, originariamente fissate per il 30 ottobre. Il governo ha ritenuto non opportuno completare la campagna elettorale in una situazione come questa. Probabilmente il parlamento si riunirà in uno dei prossimi giorni, per prendere una decisione formale sul rinvio della consultazione a tempi migliori. Giorgio Romano Alcuni militari israeliani osservano i bombardamenti sulla città di Kuneitra, nelle alture del Golan (Telefoto Upi-Ansa)

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Sharm El Sheik, Tel Aviv