Tre rocciatori si sfracellano vinti dall'improvvisa bufferà

Tre rocciatori si sfracellano vinti dall'improvvisa bufferà Sciagura sulle Dolomiti di San Martino Tre rocciatori si sfracellano vinti dall'improvvisa bufferà Una donna tra le vittime - Salvato un quarto scalatore (Dal nostro corrispondente) Trento, 9 ottobre. Alla lunga serie di disgrazie alpinistiche che hanno funestato, durante l'estate, le nostre montagne, si è aggiunta oggi un'altra sciagura, avvenuta nelle Dolomiti di San Martino di Castrozza. Quattro alpinisti di Treviso sono precipitati dallo spigolo del Velo della Madonna e tre di essi, tra cui una giovane donna, hanno trovato la morte, mentre il quarto è stato tratto in salvo. I quattro alpinisti — Paolo De Tuoni, di 26 anni; Sergio Lovadina, di 25; Pietrantonio Barbon, pure venticinquenne, tutti da Spresiano (Treviso), e Roberta Dalle Feste, di 26 anni, di Treviso —, abili rocciatori e pratici della zona, erano partiti sabato per scalare, divisi in due cordate, la strapiombante parete del Velo. Dopo un bivacco notturno in roccia, domenica avevano ripreso l'arrampicata, con l'intenzione di raggiungere la vetta. Quando erano ormai a un centinaio di metri dalla cima, si scatenava una improvvisa e violenta bufera. Probabilmente, i quattro rocciatori, per ripararsi dalle intemperie e dai rigori della temperatura, hanno trovato rifugio in due anguste nicchie della parete, ove hanno trascorso una seconda notte, pare senza un'adeguata attrezzatura. L'allarme è stato subito dato alla scuola alpina della Guardia di Finanza di Preda?, zo e due squadre sono partite, ancora durante la notte, dal Passo di Rolle verso la montagna; ma la fitta oscurità e il persistente maltempo hanno reso impossibile l'avvicinamento alla parete. Questa mattina, le guardie di Finanza, alle quali si erano aggiunte due squadre del Soccorso alpino di San Martino di Castrozza, hanno ripreso le ricerche, scalando la parete, e dopo alcune ore hanno fatto la macabra scoperta: il Lovadina e la ragazza sono stati trovati cadaveri ai piedi di una rupe dalla quale erano precipitati con un salto di un centinaio di metri, sfracellandosi. Pietosamente composte, le salme sono state trasporta- te a San Martino. Quasi indenne, ma in preda a fortissimo choc, è stato invece trovato l'unico superstite, Pietrantonio Barbon, che è stato trasportato a valle. Pietrantonio Barbon aveva tentato, durante una breve schiarita, di scendere verso la base della parete assieme al suo compagno Lovadina. Questi, però, forse estremamente spossato dalla stanchezza e intirizzito dal freddo intenso della notte, aveva a un tratto perso le forze piombando a capofitto nel burrone, mentre il Barbon riusciva a resistere, aggrappato a spuntoni di roccia, e a invocare aiuto. La Dalle Feste, che seguiva nella discesa un altro itinerario, deve essere scivolata sopra uno strato di neve, precipitando nel burrone sottostante. La sua salma è stata recuperata, mentre non è stato possibile raggiungere, finora, quella della terza vittima, il De Tuoni, che giaceva in un punto particolarmente pericoloso, anche perché la parete era ricoperta da uno scivoloso strato di vetrato. a. n.

Persone citate: Barbon, Paolo De Tuoni, Pietrantonio, Pietrantonio Barbon, Preda, Roberta Dalle Feste, Rolle, Sergio Lovadina

Luoghi citati: Spresiano, Trento, Treviso