Forse altri "avvisi,, del giudice a Napoli

Forse altri "avvisi,, del giudice a NapoliLa città è ancora senza Giunta Forse altri "avvisi,, del giudice a Napoli La Procura starebbe per inviare cinque avvisi giudiziari (uno l'ha già mandato all'assessore de, Cerciello) - Il giornale diocesano polemico con la de - Le cozze non contengono il vibrione? (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 6 ottobre. «L'inchiesta deve andare in profondo per individuare altre responsabilità molto più in alto; la giustizia deve colpire anche gli intrallazzatori occulti, deve essere vera, non limitarsi agli interessi privati in atti d'ufficio, che è un reato difficile da accertare». Con queste parole, il procuratore capo della Repubblica, Francesco De Sanctis, ha fatto il punto stamane sulle vicende che interessano Napoli. E' poi stato chiesto al procuratore se erano pronte altre comunicazioni giudiziarie oltre a quella spedita all'assessore per la Nettezza Urbana, Tullio Cerciello. Si era parlato di cinque «avvisi», che dovevano arrivare entro pochi giorni. «Non posso dir niente, ha risposto De Sanctis, perché farei cosa contraria alla legge: noi ci comportiamo senza pregiudizi né preconcetti». Perché le inchieste sembra vadano a rilento? «Se o quando l'istruttoria sarà formalizzata, risponde De Sanctis, destinerò un sostituto procuratore a seguire la pratica». Sull'esito delle inchieste amministrative e politiche ha parlato ieri sera in Consiglio comunale (il primo del dopocolera, con sindaco e giunta dimissionari, e con difficoltà sull'accordo tra i partiti di centro-sinistra) Andrea Geremicca (pei), il quale ha ricordato come giacciano dimenticati i «dossiers» sulla speculazione edilizia; egli ha poi fatto nomi e chiesto spiegazioni su nuovi episodi che vanno oltre il presunto scandalo dell'inceneritore, nel quale è stato coinvolto Tullio Cerciello, consigliere nazionale de. «A noi non sembra valido il criterio che nei casi difficili occorra far quadrato e marciare avanti» ha poi detto Giuseppe Galasso, assessore pri, «vi sono casi difficili in cui il criterio giusto è di aprirsi alla discussione e considerare di fronte all'opinione pubblica le questioni e il contesto in cui esse si inseriscono». Labriola, per il psi, ha precisato: «Occorre dare alla democrazia la capacità concreta di registrare, ammettere e correggere gli errori». Il msi è isolato, il pei ha coscienza «che anche all'interno della de vi sono forze che emarginano un certo tipo di fare politica», il centro-sinistra fa l'autocritica, ma Napoli è ancora senza sindaco e non tutti sono concordi sulla «giunta d'emergenza», che dovrebbe varare i primi, urgenti interventi. Il partito di maggioranza relativa è ancora lacerato da lotte di corrente se il giornale diocesano («il canale di distribuzione della verità che fa liberi», lo presenta l'arcivescovo Corrado Ursi) parla, a proposito della de, di «senso della congiura di palazzo e della strategia della vendetta», di «prove evidenti che a Napoli scelte e decisioni si prendono avendo di mira non il bene comune, e il progresso generale, ma innanzitutto gli interessi personali, il rafforzamento del proprio potere. Quando questo obiettivo non viene raggiunto, subentra il ricatto o si provoca spietatamente la paralisi». Sono parole dure, che spiegano però come la denuncia del malessere cittadino sia partita non dalla classe politica sinora dominante, ma da un Comitato di difesa ecologica formato da magistrati, non legati alla «strategia della vendetta» (è sempre il giornale diocesano che scrive). L'interesse attorno al problema di Napoli è un fenomeno di crescita, crescita di importanza del ruolo che il Mezzogiorno ha nello sviluppo del Paese. Ma se la crisi comunale dovesse venire risolta con l'intervento di un commissario, i partiti e la classe dirigente perderebbero di credibilità e si riproporrebbero le condizioni che hanno portato alle crisi amministrative ricorrenti o addirittura si aprirebbe la strada al neofascismo con elezioni anticipate. Mentre la giunta è ancora in crisi (lunedi vi sarà la seconda riunione del Consiglio comunale), sta per essere depositata la perizia sulle cozze. Hanno il vibrione colerico? Sono responsabili dell'infezione? I periti dovrebbero già aver risposto a queste domande, ma le analisi non sono ancora state depositate, forse lo saranno lunedi o martedì. L'ex prefetto, il medico provinciale, l'ufficiale sanitario, il presidente dell'Ente Porto avevano ricevuto una comunicazione giudiziaria per «epidemia colposa» in seguito alla concessione di vivai di cozze nelle acque inquinate. Le perizie dovranno essere messe a disposizione degli avvocati difensori. «Il vibrione pare non ci sia, ha affermato stamane il procuratore capo De Sanctis, ma isolarlo nelle cozze è quasi impossibile; il vibrione coleri¬ co è fragile e soccombe di fronte ad altri germi come il tifo. E' difficile quindi accertare i rapporti di causalità per l'infezione». La distruzione dei vivai e delle bancarelle che significato avrebbe qualora le cozze non avessero il vibrione? «Quella è stata un'opera dì risanamento, risponde De Sanctis, era indispensabile far pulizia e colpire ogni forma di abusivato». p;ero

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