Incroci industriali per avere più carne di Bruno Pusterla

Incroci industriali per avere più carne I convegni della rassegna veronese Incroci industriali per avere più carne Migliori razze bovine incrociando vacche da latte con tori di razze da carne (Nostro servizio particolare) Verona, 6 ottobre. L'incontro promosso dall'Associazione italiana allevatori (Aia) sugli incroci industriali ha richiamato l'attenzione degli agricoltori sulle ampie possibilità di aumentare la produzione della carne attraverso la tecnica degli incroci industriali. Che cosa sono gli « incroci industriali »? Sono il prodotto ottenuto da una vacca da latte «coperta» da un toro appartenente a razze specializzate alla produzione della carne, quale la Chianina, la Marchigiana, la Romagnola, la Piemontese e la Maremmana. Oggi, ha rilevato il presidente dell'Aia, "Carlo Venino, nel nostro Paese esistono oltre 700 mila vacche che potrebbero essere utilizzate a questo fine. Dando per scontata la nascita del 70 per cento circa di vitelli quale risultato di questi incroci, si avrebbero annualmente 140 mila vitelli, che, in base alle prove dimostrative fin qui condotte, darebbero un incremento ponderale dell'8,2 per cento in più della media attuale, ed un miglioramento dell'indice di conversione — a parità di razione alimentare — del 5-10 per cento. Sensibile a questo problema, l'Aia ha dato vita ad un'iniziativa intesa appunto a verificare le reali prestazioni produttive del bestiame da latte incrociato con tori da carne. Il programma, finanziato dal ministero dell'Agricoltura, s'è iniziato con l'inseminazione artificiale su un migliaio di vacche Frisone e Bruno Alpine, compiuta nella zona nordorientale del Paese, cioè nel Veneto. Le prestazioni di carattere tecnico sono state curate dall'Istituto zootecnico dell'Università di Padova. Migliaia di dati sono stati raccolti dai 400 vitelli nati ad un peso compreso tra i 130 e i 500 chili, peso quest'ultimo ritenuto ottimale per il completo finissaggio degli animali. Questi vitelli, trasportati presso una stalla sperimentale a Merendole e seguiti direttamente dall'equipe del prof. Bonsembiante, dell'Università di Padova, dopo trenta giorni sono stati sistemati in box grigliati a lettiera permanente e sottoposti a controlli quotidiani di alimentazione, dello stato di salute, nonché a periodici rilievi sul peso. La prova è ancora in corso; solo dopo la macellazione i maschi potranno essere sottoposti, da parte dei migliori esperti del nostro Paese, ad alcune analisi relative all'apprezzamento quantiqualitativo delle caratteristiche delle carcasse. Oggi infatti è particolarmente avvertita l'esigenza di carne con poco grasso, tenera, e a prezzi accessibili. I risultati degli incroci indu- ||| | striali, così come sono stati pro| spettati dagli esperti nel corso dell'incontro realizzato dall'Aia, | dovrebbero avere queste caratteristiche e quindi contribuire ef- ficacemente a mettere a disposizione dei consumatori un tipo di carne meno grassa, più sapida e, in un'economia normale, anche a prezzo inferiore, tenuto conto dei minori costi di produzione. Il prof. Bonsembiante s'è soffermato sull'attività di ricerca nel settore della carne, sotto il profilo alimentare del bestiame, rivolto cioè ad aumentare il potere nutritivo della razione attraverso l'impiego di granella secca, silomais e quindi pastone di pannocchia. Sul problema del deficit carneo del nostro Paese, è stato messo in evidenza come il consumo negli ultimi vent'anni sia passato da 3 a 13 milioni di quintali l'anno, così come la produzione nazionale, nello stesso periodo, è passata da 2.500.000 quintali a oltre 7 milioni di quintali. Da qui la necessità di massicce importazioni, anche in considerazione della scarsa educazione del consumatore, che non ha mai tenuto nella giusta considerazione le carni di maiale, coniglio e pollo in particolare. Interessante si prospetta, sotto il profilo strettamente tecnico, l'utilizzazione delle femmine meticce, frutto cioè di primo incrocio, per la riproduzione, a sua volta « coperte » da tori di altre razze da carne. Gli F2 (cioè i frutti d'un secondo incrocio con una terza razza da carne) danno risultati lusinghieri per quanto riguarda la maggiore fertilità rispetto alle razze pure, attenuando, tra l'altro, il fenomeno negativo della sterilità, che grava pesantemente sul bilancio economico-produttivo delle nostre stalle. Bruno Pusterla Stalla modello

Persone citate: Bruno Alpine, Carlo Venino, Frisone

Luoghi citati: Aia, Padova, Veneto, Verona