Un giallo prende il posto dello "show dei miliardi,, di Ugo Buzzolan

Un giallo prende il posto dello "show dei miliardi,, LA CRONACA DEGLI SPETTACOLI TELEVISIVI Un giallo prende il posto dello "show dei miliardi,, Tutti gli anni, più o meno come fosse ieri sera, prendeva il via « Canzonissima » Quest'anno, invece, « Canzonissima » è stata spostata alla domenica pomeriggio e debutterà oggi alle 18 e 10. Un declassamento? Diciamo un ridimensionamento, che si era reso necessario. Col passare del tempo « Canzonissima » aveva assunto proporzioni gigantesche e un'importanza esagerata: da una parte s'era trasformata in una specie di avvenimento nazionale, dall'altra aveva finito con l'assumere il ruolo di « massimo spettacolo dell'anno » bloccando per più di tre mesi di fila l'apertura del « Nazionale » al sabato. Si era venuto così a creare un problema insolubile: riuscire a varare, quale supporto e cornice di un concorso che distribuiva miliardi d: premi, uno show che fosse straordinariamente ricco, spiritoso, gremito di ospiti d'onore, che costituisse veramente la super-rivista degna di un pubblico medio di 2025 milioni ogni sabato... Ma l'impresa era una follia ili partenza: si suda a tenere in piedi uno show di quattro puntate, e qui bisognava offrire un varietà d'eccezione per dodici, tredici puntate, il che significa uno spettacolo mostruoso di almeno diciotto o diciannove ore: nessun genio è in grado di farcela... senza contare che « Canzonissima » doveva sempre cercare una formula di equilibrio tra la rivista vera e propria e il meccanismo canoro-burocratico della gara, per cui capitava regolarmente che i cantanti disturbavano lo spettacolo e lo spettacolo disturbava i cantanti. Gli organizzatori avevano escogitato di tutto, avevano reclutato lutti pur di non lasciare afflosciare l'enorme pallone debitamente gonfiato e clamorosamente annunciato con un gran battage pubblicitario. Ma a volte le trovate si erano risolte in disastri, con strascichi giudiziari (vedi Fo e Franca Rame); a volte avevano automaticamente denunciato limiti grotteschi nella libertà televisiva (vedi Noschese). Il fatto è che « Canzoni'-.sima » veniva ossessionantemente reclamizzata e imposta quale trasmissione « per le famiglie », « delle famiglie », I davanti a cui, come nelle adu- j nate oceaniche dei tempi che . furono, doveva affollarsi, j compatta ed entusiasta, da i Torino a Trapani, tutta l'Ita-1 lia televisiva: e quindi era perfettamente inutile scritturare per un trattenimemi « familiare » un Dario Fo e una Franca Rame in quanto poi la frattura e la rottura sarebbero state inevitabili; e quindi era un controsenso chiamare Alighiero Noschese per poi imbavagliarlo e non permettergli la caricatura (non diciamo satira, diciamo caricaturai politica di una certa consistenza perché non « opportuna » nel « sereno » divertimento del sabato sera. Si gettavano milioni e milioni per niente. La censura stava all'erta; l'auto-censura faceva il resto; gli autori, un po' tartassati dagli interventi della Rai, un po' perseguitati dalla paura di grane, un po' I esauriti da un lavoro massacrante, mettevano fuori testi | in genere penosi: addirittura gli ospiti d'onore non venivano sfruttati con scenette adatte e incappavano in pessime figure (ricordiamo, esempio illustre, un Marcello Mastroianni confuso e imbarazzato...). Non sapendo più chi catturare, si mobilitò sin Vittorio Gassman e proprio la prestazione di Gassman dimostrò la micidiale potenza di logorio del programma: dopo due o tre eccellenti apparizioni lo stesso mattatore si ripeteva, tuonava a vuoto, non faceva più ridere... Si, d'accordo, avranno avuto indubbiamente il loro peso ragioni di economia, e avranno influito le raccomandazioni del comitato di vigilanza; ma la realtà è che « Canzonissima » era divenuta, come « massimo spettacolo dell'anno », ormai insostenibile. Adesso l'immensa cagnara è finita. Spostata alla domenica pomeriggio, « Canzonissima » ha responsabilità infinitamente minori, non dà fa- stidio a nessuno: scesa dal piedestallo luccicante del sa- bato sera, non ha l'obbligo di essere il «kolossal», la superrivista ecc. ecc. Nessuno dirà che Pippo Baudo è dopola- voristico e nessuno starà col fucile puntato su Mita Medici come sulla povera Loretta Goggi. La trasmissione è una delle rubriche che d'ora in poi serviranno a rimpolpare la magra domenica televisiva assume, finalmente, un aspetto familiare al cento per cento, una dimensione casalinga (l'odore della cena è vicino...) dove Gigliola Cinquetti e Orietta Berti, Claudio Villa e Peppino Gagliardi avranno una più adatta e disinvolta collocazione. E al sabato sera? Sceneggiati, per lo più gialli, a quanto pare. Difatti con un giallo italo-franco-austro-tedesco s'è cominciato. L'altro di Franz Peter Wirth. A giudicare dal primo capitolo, il racconto si svolge negli ambienti dell'alta finanza, della grande indu ! stria, dello spionaggio a li¬ vello di super-potenze... c'è di mezzo la « Cia », la Nato, i servizi segreti germanici, americani e pure sovietici... ah, mica si scherza... c'è Sonia, la bella russa che compare con una pistola decisa a far fuori il protagonista ma poi, invece di ammazzarlo, gli va a letto assieme... Ci sono attori di varie nazionalità, anche italiani, Marina Malfatti (l'appetitosa compagna di cui sopra) e Renato De Carmine (che muore subito, asfissiato). Difficile, impossibile dare un parere dopo una sola puntata... Comunque avete presenti i gialli tesi e angosciosi di Dario Argento? Bene, qui è tutto il contrario: non mancano le scene di tensione, ma il terrore è diluito, attenuato, sparso qua e là, ammorbidito da un clima di romanzo d'appendice... Successo assicurato. Ugo Buzzolan

Luoghi citati: Torino, Trapani