Chimici: su verterne e riforme dibattito fra mille sindacalisti

Chimici: su verterne e riforme dibattito fra mille sindacalisti Si è aperta a Genova la conferenza nazionale Chimici: su verterne e riforme dibattito fra mille sindacalisti Al convegno partecipano anche i dirigenti delle altre categorie: dai braccianti ai tessili ai metalmeccanici - Due i temi principali, oltre alle richieste e alla linea strategica per il rinnovo dei contratti del settore: l'avvio della fase conclusiva per il raggiungimento dell'unità sindacale organica; il collegamento dell'azione rivendicativa con quella per le riforme sociali (Dal nostro inviato speciale) Genova, 5 ottobre. La prima conferenza nazionale dei delegati, dei consigli di fabbrica e delle strutture provinciali della Federazione unitaria lavoratori chimici (Fulc) si è aperta stamane a Genova. La categoria conta seicentomila addetti. Alla Fiera del Mare, dove i lavori proseguiranno fino a domenica, sono riuniti oltre mille sindacalisti di base provenienti da tutte le regioni d'Italia, partecipi di esperienze e di realtà diverse. E' un appuntamento importante per l'intero movimento sindacale. Sono presenti anche i dirigenti delle altre categorie, dai braccianti ai tessili, ai metalmeccanici. Temi principali: l'avvio della fase conclusiva per il raggiungimento dell'unità sindacale organica; la messa a punto d'una linea strategica nel settore chimico, che ha già in corso alcune vertenze; il collegamento dell'azione rivendicativa con quella per le riforme. Ha svolto la relazione, a nome della Federazione unitaria, il segretario generale della TJilcid-Uil, Ernesto Cornelli. « La situazione sociale ed economica del Paese, ha affermato, è seria e assume nel Mezzogiorno il suo carattere più drammatico. L'attuale incremento della produzione è caratterizzato da una linea padronale che vuole ricostruire i propri saggi di profitto attraverso l'aumento dello sfruttamento (ritmi, carichi di lavoro, estensione dello straordinario, aumento dei turni) ». Il relatore ha criticato « la possibilità espressa in sede governativa di risolvere i gravi e drammatici problemi del Sud attraverso un aumento dell'elasticità della forza lavoro al Nord ». Circa la degradazione sociale ed economica nel Meridione, Comelli ha aggiunto: « Occorre un'alternativa globale che muti gli attuali indirizzi. E' necessario bloccare il processo inflazionistico con radicali modifiche dei processi di formazione dei prezzi dei prodotti e della distribuzione, con una diversa politica dei trasporti, dell'agricoltura, dell'edilizia ». Secondo l'oratore, « la lotta per i prezzi non può dissociarsi dall'azione generale per le riforme: sanità, casa, scuola, trasporti pubblici, riforma agraria. Mezzogiorno». La relazione si è soffermata sulle proposte di parte industriale di ristrutturare le aziende (Montedison, Zanussi, Pirelli, Michelin, ecc.) e ha espresso l'opposizione dei sindacati a ogni progetto di riduzione del -personale. Il meccanismo di sviluppo, secondo le organizzazioni dei lavoratori, non può prescindere da tre elementi: piena occupazione; eliminazione di cigni divario tra Nord e Sud; utilizzazione di tutte le risorse produttive esistenti nel Paese. « In questo quadro, ha detto Cornelli, si colloca la vertenza della chimica, che dobbiamo sviluppare immediatamente. L'impegno della categoria, unitamente alla vertenza della Fiat e a quella delle partecipazioni statali, dev'essere assunto quale componente essenziale per tutto il movimento ». Per i sindacati, « l'esigenza di un nuovo indirizzo della chimica è essenziale per la soluzione dei problemi sociali e per superare gli squilibri territoriali ». « E ciò mentre le grandi società chimiche (Montedison, Anic, Sir, Liquilchimica, Snia), pur diventando sempre più pubbliche per apporto di capitali, rafforzano al contrario la linea privatistica alla ricerca del profitto ». La richiesta di una nuova industria chimica, che deve essere al centro delle iniziative di tutto il movimento sindacale, muove dunque da questi obiettivi: sviluppo dell'occupazione; localizzazione degli investimenti nel Sud; mantenimento dell'assetto industriale nel Nord e al Centro; un'industria farmaceutica che sia in grado di corrispondere alle esigenze di una adeguata riforma sanitaria; investimenti di produzione di sostanze antinquinanti; sviluppo dei settori dei nuovi insediamenti industriali per i prodotti chimici per l'agricoltura; allargamento e sviluppo delle materie plastiche pesanti (prefabbricati per le case); nuova politica dei rifornimenti petroliferi; razionalizzazione e non estensione per la chimica di base a vantaggio della chimica secondaria. Comelli ha specificato le rivendicazioni per quanto ri¬ guarda singole aree e regioni, dalla Calabria alla Toscana, come « proposte alternative alle linee del padronato pubblico e privato ». Ha aggiunto: « Ma occorre un'adeguata strategia da parte nostra nelle vertenze che devono essere aperte subito e contemporaneamente». La relazione s'è inoltre soffermata sulle rivendicazioni di carattere salariale e su quelle per le pensioni, assegni familiari, indennità di disoccupazione: « Riguardo a questi punti, non sono ammissibili indugi da parte del governo. Siamo pronti a scendere in lotta ». L'ultima parte del discorso è stata dedicata alle strutture sindacali, consigli di fabbrica e di zona, definiti « una scelta irreversibile ». I chimici in tutta l'Italia contano ventimila delegati e oltre duemila consigli. Cornelli ha concluso, trattando ampiamente i problemi dello sviluppo del processo unitario: « Il patto federativo non deve intendersi come un punto di arrivo, ma come elemento dinamico. Il nostro impegno è di creare le condizioni necessarie per realizzare una unica, grande confederazione unitaria ». In apertura dei iri, sta¬ mane, hanno portato il saluto ai delegati il presidente della provincia di Genova, Rinaldo Magnani, e l'assessore comunale Casalino. L'assemblea ha anche approvato un documento di solidarietà con il Cile, invitando il governo a negare il riconoscimento alla giunta dei generali traditori. Nel pomeriggio si è iniziato il dibattito, che proseguirà domani. E' intervenuto fra gli altri, a nome della Federazioni metalmeccanici, il segretario della Fiom, Trentin. « Il sindacato — ha affermato — può indicare oggi una via d'uscita alla crisi del Paese, una crisi grave al di là degli indici economici, non solo perché emergono in termini esplosivi i guasti del passato, ma per il rischio di un vuoto politico che può solo offrire spazio alla controffensiva del padronato e alle manovre della destra eversiva ». Ha aggiunto: « E' necessaria una svolta. E si illude chi si aspetta un sindacato addomesticato. Siamo alla soglia di grandi scelte politiche. Il sindacato deve affermare una strategia che in tutti i suoi momenti difenda e costruisca l'unità di classe ». Antonio De Vito

Luoghi citati: Calabria, Cile, Genova, Italia, Toscana