Gli autori senza diritti

Gli autori senza diritti Gli autori senza diritti La convenzione di Ginevra, firmata dall'Urss, non garantisce gli scrittori dissidenti Al primo posto nel mondo per la produzione e la diffusione dei libri (secondo le statistiche sono 3000 le copie stampate al minuto, e 5 milioni al giorno, 25 mila i titoli nuovi esportati ogni anno in 120 Paesi) l'Unione Sovietica è il 64° Paese ad aderire alla convenzione di Ginevra (1952) per i diritti di autore. Un ritardo difficile da capire, se si tiene presente che la più antica organizzazione sovietica per il commercio con l'estero è precisamente la Mezdunarodnaja kniga, un ente per l'esportazione e l'importazione dei libri, fondato già nel 1923 con la collaborazione di Gor'kij. Come ai tempi degli zar, lo scambio della merce intellettuale si è svolto finora senza alcuna regolamentazione ufficiale valida oltre le frontiere, sicché talvolta uscivano, nello stesso Paese, due o tre traduzioni quasi simultanee dello stesso libro russo. Né si poteva parlare propriamente di pirateria, gli autori non essendo protetti da apposite leggi ma solo, in qualche caso, da accordi privati. Per difendersi da pubblicazioni non autorizzate e da poco attendibili traduzioni, Solgenitsin, più di altri esposto ai saccheggi, nel marzo 1970 incaricò addirittura l'avvocato Fritz Heeb del Foro di Zurigo di impedire le prime e di far controllare le seconde. Mentre molti Paesi capitalisti e tutti quelli socialisti (tranne l'Albania) hanno da tempo aderito alle convenzioni di Berna (1886) o di Ginevra, nellUrss vigeva finora una legislazione ad uso interno sulYavtorskoje pravo (diritto d'autore), le cui norme sono formulate per esempio nel Codice civile o nel tipovoj avtorskij dogovor (contratto tipo con l'autore). L'opera, vi è detto tra l'altro, dev'essere consegnata in tempo all'editore, al teatro ecc., e l'organizzazione, dopo averla esaminata entro un termine prescritto, deve informare per lettera l'autore dell'approvazione, di un rifiuto giustificato o delle eventuali modifiche da apportarvi. La mancanza di una comunicazione tempestiva equivale all'approvazione dell'opera, che deve quindi essere pubblicata entro due anni. L'autore riceve l'onorario in ogni caso. Pubblicazione e diffusione non sono lecite senza un contratto con l'autore, dal cui consenso dipendono inoltre le modifiche. Nell'interesse della società la legge permette, tuttavia, che un'opera venga utilizzata senza il consenso dell'autore e senza compenso dai giornali, dal cinema, dalla radio televisione, in edizioni politico-divulgative, ecc. La traduzione di un'opera nelle lingue dell'Urss è libera, ma l'autore ne viene informato e, quando si tratta di una traduzione in russo, è anche pagato. Il diritto d'autore è valido a vita, e gli eredi ne godono per 15 anni. E' di loro competenza, inoltre — come di organizzazioni quali l'Unione degli scrittori — il controllo dell'integrità di un'opera. Gli stranieri godono del diritto d'autore per le opere la cui prima pubblicazione ha avuto luogo in Urss o per inediti che si trovano in territorio sovietico. Le altre opere straniere sono protette solo da eventuali convenzioni internazionali stipulate dall'Urss con i singoli Paesi, come quella con l'Ungheria del 1967. Per la violazione del diritto d'autore si può ricorrere al tribunale, chiedendo la sospensione della pubblicazione o della diffusione, e il risarcimento dei danni. Il plagio viene punito con la reclusione fino a un anno o una multa fino a 500 rubli (350.000 lire circa). L'ukaz n. 138 del Praesidium del Soviet supremo dell'Urss, firmato il 21 febbraio scorso da Podgornyj e M. Georgadze (segretario del Praesidium) e pubblicato nelle Vedomosti verkhovnogo soveta SSSR — un bollettino settimanale che corrisponde alla Gazzetta Ufficiale — contiene una serie di nuove disposizioni, di cui riassumiamo i punti salienti. Per una opera pubblicata o comunque « esistente in qualsiasi forma obiettiva sul territorio di uno Stato straniero il diritto d'autore viene riconosciuto in conformità con le convenzioni internazionali, cui ha aderito l'Urss ». E' anche riconosciuto in Urss il diritto d'autore agli eredi stranieri di cittadini sovietici. Le modalità della cessione del diritto di utilizzare l'opera di un cittadino sovietico all'estero sono stabilite dalla legislazione dell'Urss. La traduzione non è più libera, ma dev'essere autorizzata dall'autore. Al traduttore spetta il diritto d'autore per il suo lavoro. Il diritto d'autore è valido a vita, e per 25 anni a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo alla morte dell'autore. E' un diritto ereditario. L'attuale ukaz si applica ai rapporti giuridici insorti a partire dal 1° giugno 1973. Le nuove disposizioni non si applicano invece alle opere per le quali il diritto d'autore è scaduto prima del 1" gennaio 1973. Per la sua adesione alla convenzione di Ginevra l'Urss sembra avere scelto un momento che, con molta opportunità, consente di conciliare due fini opposti. Mentre da un lato, con gesto consono alla Westpolitik, si esce anche in questo settore dal secolare isolamento, dall'altro si sospende una spada di Damocle sugli scrittori dissidenti e le singole opere disapprovate, che non potranno più essere pubblicate all'estero senza il permesso delle autorità o senza incorrere in sanzioni, finora per altro non precisate. Nell'attuale clima repressivo scarse sono le speranze che la seducente prospettiva di incassare valuta pregiata valga ad ammansire la censura sovietica, mentre è facile prevedere le conseguenze di un controllo rigidamente esercitato. Se questa decisione fosse stata presa pochi anni or sono, la cultura occidentale non avrebbe conosciuto, per esempio, nemmeno una riga di Amarrile, né le memorie di Nadezda Mandel'stam, né lo Stalinismo di Roy Medvedev, né l'Infanzia in prigione di Pjotr Jakir, né molte opere di Solgenitsin (tra cui i maggiori romanzi e i drammi), né il Senza di me di Eduard Kuznecov. Solo alcuni degli scrittori sovietici più interessanti sono infatti pubblicati in Urss, e non sempre, per giunta, essi — come è capitato al mai tradotto F. Abramov — ricevono in Occidente una giusta valutazione. Tra repressioni e incomprensioni, il panorama della letteratura sovietica rischia dunque di apparire assai più arido di quanto in realtà sia. Quella che in Occidente è un'efficace misura, le cui origini risalgono all'invenzione della stampa, una misura che da secoli mira a proteggere l'individuo e la libertà di pensiero, diventerebbe invece uno strumento di controllo. Si potrebbe verificare insomma, ancora una volta, il fenomeno involutivo osservato da V. Grosman nell'intero corso della storia russa: lo sviluppo ineluttabilmente parallelo di progresso e « non libertà ». Lia Wainstein Alexandr Solgenitsin, di Levine (Copyright N. Y. Rcvicw or Hooks. Opera Mundi c per l'Italia La Stampa)

Persone citate: Abramov, Eduard Kuznecov, Fritz Heeb, Hooks, Levine, Lia Wainstein Alexandr, Roy Medvedev