Parigi ha abbandonato le sue posizioni sull'oro di Alberto Cavallari

Parigi ha abbandonato le sue posizioni sull'oro Giscard d'Estaing sulla riforma monetaria Parigi ha abbandonato le sue posizioni sull'oro "Siamo convinti che Toro debba essere progressivamente demonetizzato" - In luglio il ministro aveva ancora sostenuto tesi opposte (Dal nostro corrispondente) Parigi, 4 ottobre. Al consiglio dei ministri francese, il ministro delle Finanze Giscard D'Estaing ha fatto oggi il punto sui problemi della riforma monetaria internazionale dopo Nairobi, parallelamente analizzando lo stesso tema in una intervista. Nell'intervista egli ha annunciato che la Francia abbandona la sua rigida politica sull'oro e sul ruolo che l'oro deve avere in un sistema monetario, ed è disposta ad accettare un compromesso. Giscard D'Estaing ha detto: «Né io né Pompidou abbiamo mai pensato che l'oro debba essere il punto di riferimento della riforma monetaria in atto o il centro del futuro sistema. Non rientra negli interessi francesi sostenere l'idea del gold standard, e la nostra posizione è di accettare la progressiva demonetizzazione dell'oro». Solo il luglio scorso, in una intervista al Time di Londra, egli aveva invece sostenuto: « Non c'è dubbio che l'oro continuerà ad avere una parte significativa nella riforma». Secondo le nuove idee di Giscard D'Estaing l'oro rimarrà, in condizioni ancora da precisare, uno strumento di riserva e di pagamento nelle transazioni delle banche centrali e di saldo dei debiti internazionali. Ma uè probabile che nei prossimi mesi venga raggiunto un accordo perché il prezzo dell'oro usato dalle banche centrali nelle transazióni sia fissato dal mercato». Perciò — ha ripetuto il ministro — «non si può più considerare l'oro come una valuta astratta per definire le altre valute». La chiarezza con cui è stata abbandonata la politica mo- j netaria francese formulata da De Gaulle non ha precedenti nei discorsi degli ultimi mesi. Giscard D'Estaing ha portato al decisivo mutamento questa giustificazione: «Come non è possibile oggi condurre una politica estera ispirata ai principi del 1948 — a meno di far ridere tutto il mondo — così non è possibile sostene¬ rmlstcrd«rnmsrn re le stesse argomentazioni monetarie del 1945, cioè dell'epoca in cui venne creato il sistema di Bretton Woods». Il ministro francese ha detto al Consiglio dei ministri che, prese le decisioni di Nairobi, e in vista della riforma da attuare dopo il luglio '74, «ora occorre che tutti gli europei elaborino una concezione europea del nuovo sistema ». Ha poi annunciato che sono in corso contatti tra ì rappresentanti dell'Europa a nove per giungere a questo obbiettivo. Dopo aver sostenuto la necessitò di un discorso globale europeo, Giscard D'Estaing ha poi dato molto spazio, nell'intervista, alle posizioni divergenti fra gli europei e gli Stati Uniti. Una condizione ver raaaiunaere I per raggiungere | un accordo con gli Usa, ha detto, « è che nei primi mesi del '74 vi sia una normalizzazione della bilancia dei pagamenti americana». L'altra condizione è che «gli Stati Uniti accettino la nostra posizione sul criterio delle compensazioni periodiche ». Il ministro francese è stato molto vago sul ruolo che si dovrebbe dare ai diritti speciali di prelievo. Ha però confermato che nei nuovo sistema le monete dovranno avere delle parità fisse, ma sempre modificabili e definibili attraverso i diritti speciali. Su questa base ha detto che gli europei potranno trovare la loro «concezione unitaria» e poi trovare un accordo con gli Stati Uniti dato che «personalmente Shulz mi è sembrato desideroso quanto noi di giungere a una conclusione entro il luglio '74 ». Alberto Cavallari

Persone citate: De Gaulle, Giscard D'estaing, Pompidou, Shulz, Woods