Visconti ricorda Anna Magnani

Visconti ricorda Anna Magnani CRONACA TELEVISIVA Visconti ricorda Anna Magnani Commossa rievocazione prima di "Bellissima", una delle più vigorose interpretazioni dell'attrice - Oggi inchiesta e boxe Ieri sera doveva esserci il quinto film della serie di Gerard Philipe, « Gli orgogliosi » di Allegret, da un soggetto originale di Sartre. Ma al suo posto è andato in onda Bellissima. Mercoledì scorso la morte di Anna Magnani aveva trasformato drammaticamente e inopinatamente « 1870 », programmato da tempo, in una commemorazione. Milioni di persone, quella sera, avevano seguito il lungometraggio di Giannetti e la scomparsa della Magnani era stata così ricordata nel modo più vivo, più efficace, più semplice. Non c'è stato neppure il tempo di chiamare qualcuno di qualificato a dire due parole di circostanza. La Magnani s'era commemorata da sé. Ieri, invece, c'è stato, in un certo senso, il ricordo ufficiale, studiato e preparato. Ma non si è finiti nella «cerimonia », questo va detto subito. E' stato trasmesso il film Bellissima e, prima, il compito di dire le due parole di commozione e di rievocazione è stato affidato al regista, ossia a Luchino Visconti jhe « Nannarella », ovviamente, conosceva bene e sul piano dell'amicizia affettuosa e sul piano artistico (oltre che in Bellissima che molti considerane in assoluto, la prova migliore della Magnani, la diresse in un gustoso sketch di « Siamo donne », riproposto di recente sul video: lo sketch di una buffa lite fra l'attrice e un taxista per via di un cagnolino). Bellissima non è nuovo in tv. E' un film che tutti praticamente hanno visto e su cui sono stati versati i eia .sici fiumi di inchiostro. Il che ci dispensa dal parlarne a lungo. Rammentiamo solo che è del 1951 e che nacque da una collaborazione occasionale tra due intelligenze e temperamenti lontani come Visconti e Zavattini. E' un'opera che ha delle cose straordinarie e delle cose estremamente interessanti (tra le interessanti poniamo l'ottima prestazione di Walter Chiari nei panni di un imbroglioncello che vivacchia ai margini del cinema), ma alla quale sono stati imputati non pochi squilibri tanto che generalmente la si in elude nella produzione minore di Visconti. « La poetica zavattiniana, il suo neorealismo spicciolo e quotidiano — ha scritto Gianni Rondòlino — non erano gli elementi più adatti per suscitare nella personalità di Visconti una completa partecipazione, emotiva e ideologica, alla storia narrata. Così più di un episodio rimane irrealizzato, più di un carattere approssimativo; lo stesso ambiente del cinema, pur indagato con un certo acume e con spregiudicatezza, è ai margini del dramma, non lo condiziona come dovrebbe ». Aggiungiamo, per parte no stra, che abbiamo sempre trovato il patetico finale di sicuro effetto, ma un po' retorico e incredibile. Comunque si erge in piedi splendidamente, con una forza e una persuasione che più di vent'anni non hanno minimamente intaccato, la figura della protagonista, di questa popolana Maddalena che sogna per la figlia, una bimba bruttina, timida e disadorna, la gloria, la ricchezza, la felicità di una carriera cinematografica che la tolga da una vita meschina... « Un ritratto a tutto tondo — scrive Sadoul — un "a solo" da gran melodramma ». Per Maddalena la Magnani ebbe il « nastro d'argento » e raramente un premio fu assegnato cosi a proposito. E' chiaro che l'attrice si identifica nel personaggio cui dà vigoria, disperazione, rabbia con totale sincerità: è un'interpretazione maiuscola che la televisione ha fatto molto bene a tirar fuori in questa triste occasione: pensiamo che tutti — anche quelli che avanzavano riserve sulle impetuose esuberanze dell'attrice o che non ne accettavano completamente la particolare dimensione femminile, di donna generosa e scorbutica — siano rimasti colpiti e ammirati. Di fronte ad una simile concorrenza, il « secondo » deve aver funzionato per pochi: c'erano una replica di Incontri (intervista a Francesco Messina nel suo studio) e la conclusione de II lago dei cigni con gli illustri Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev, spettacolo che gli appassionati di balletti non avrebbero mai dovuto lasciarsi scappare. ★ ★ Non molto da dire sulla domenica. I ragazzi, al pomeriggio, si lamentano e non hanno torto. Programma non trascinante nemmeno per gli adulti, alla sera: replica — ma quante repliche — della seconda parte (discreta) di Lilì Champagne (la precipitosa sostituzione della « Vedova allegra» è stata motivata dal fatto che i diritti dell'operetta di Lehàr sono passati ad una casa cinematografica che ne sta per realizzare, regista Ingmar Bergman e protagonista Barbra Streisand, una versione per lo schermo e che quindi ne vieta temporaneamente l'utilizzazione televisiva); e un varietà svedese abbastanza curioso. Da citare l'ampio servizio sulla mostra del Seicento lombardo: uno dei non frequenti casi in cui si depreca la mancanza del colore. ★ ★ Stasera sul « nazionale », per Teatro-inchiesta, Il caso Rodriguez, su un maestro di scuola, in Francia, risultato un torturatore della guerra d'Algeria. Indi la quinta ed ultima puntata dell'inchiesta Andante ma non troppo. Sull'altro canale, debutto di Folk e pop nell'America Latina, una trasmissione dedicata alla musica popolare del Sudamerica. Indi la ripresa dell'incontro di pugilato RosBugner da Londra, u. bz. Santhià, 1 ottobre — Con il film «Roma» di Fellini, s'inaugura stasera la dodicesima stagione del cineclub Jacopo Durandi, durante la quale verranno proiettati ogni martedì sera, sino al 18 dicembre, complessivamente 12 film.

Luoghi citati: Algeria, America Latina, Francia, Londra, Roma, Sudamerica