Il pomodoro, una coltura che offre un buon reddito

Il pomodoro, una coltura che offre un buon reddito Un convegno alla mostra di Parma Il pomodoro, una coltura che offre un buon reddito Discreta la produzione '73 - Difficoltà dell'industria di conservazione (Dal nostro inviato speciale) Parma, 29 settembre. Il pomodoro si sta dimostrando una coltura redditizia. In poco tempo i prezzi all'ingrosso per il prodotto destinato alla conservazione sono passati da 27-28 a 35 lire il chilo; per quello destinato unicamente al concentrato, la quotazione è quasi raddoppiata in un anno. I forti aumenti sono stati causati anche dalla necessità delle industrie conserviere di ricostituire le scorte, esauritc a causa della scarsa produzione dell'anno scorso. La produzione di quest'anno sarà buona, mentre la quantità non dovrebbe mutare molto rispetto all'anno scorso. Divisa per regioni, invece, la produzione cambierà parecchio. Si prevede una diminuzione al Sud, dove però la qualità è ottima, con rese di pelatura molto elevate (raggiungono per il « San Marzano » valori medi superiori all'80 per cento). Di questi temi s'è parlato a Parma, in un'importante manifestazione, che non si ripeteva da sette anni: la « Giornata del pomodoro », organizzata per iniziativa della presidenza dell'Ente Mostra delle Conserve alimentari Il dr. Paolo Silvestri, della Stazione sperimentale per l'Industria delle conserve alimentari di Salerno, s'è detto preoccupato per il futuro del pomodoro, a causa della concorrenza straniera e « /'/ progressivo sgretolamento dell'egemonia italiana sul mercato mondiale ». Il dott. Gian Domenico Serra, vicepresidente della Confagricoltura, s'è augurato che i rapporti tra agricoltura e industria vengano regolati in sede Mec da una disposizione generalo che comprenda tutti i Paesi per quanto riguarda le forme e le condizioni contrattuali. Le difficoltà delle industrie conserviere sono state messe in rilievo dall'ing. Giorgio Cantù, presidente del Gruppo « Derivati dal pomodoro » dell'Associazione italiana industriali prodotti alimentari. Per la produzione, le maggiori difficoltà sono legate alla concentrazione del lavoro in un periodo che va da 50 a 80 giorni, alla necessità di forti investimenti in macchine e impianti, alla difficoltà di reperire mano d'opera e all'impossibilità di prevedere con sufficiente precisione quali saranno le richieste del mercato. In Italia il mercato del pomodoro conservato è rigido: soltanto i pelati e il concentrato hanno buona diffusione. Ne ha parlato l'avv. Franco De Crescenzo, segretario generale dell'Istituto nazionale conserve alimentari, affermando che il pomodoro non trova in Italia quella diffusione che meriterebbe, come avviene invece in altri Paesi. Eppure l'alimento conservato è un cibo sicuro per le tecniche di produzione e le garanzie igieniche che vengono osservate. Ma i vecchi pregiudizi sull'alimento conservato, le antiche perplessità, i dubbi sui sistemi di produzione, che potevano forse essere giustificati vent'anni fa, non sono ancora scomparsi. Il riassunto dei lavori è stato fatto, con parole allarmate, dal prof. Rolando Cultrera, Presiden¬ te della Stazione sperimentale per l'Industria delle conserve alimentari di Parma. Il settore, ha detto, discute ancora su temi e posizioni vecchi di vent'anni, lancia appelli permeati di sfiducia, parla di riforme; « il che consente di dire che la causa prima del dissesto del settore è la mancanza di efficienza della nostra organizzazione sociale e statale ». «Se si va avanti così — ha concluso — è probabile che l'industria conserviera sia destinata a scomparire. L'avvenire più sicuro, di conseguenza, è quello che riposa sulle nostre forze individuali ». Livio Burato Piacenza. Macchina raccoglipomodori a S. Giorgio Piacentino (Foto Croce)

Persone citate: Foto Croce, Franco De Crescenzo, Gian Domenico Serra, Giorgio Cantù, Giorgio Piacentino, Livio Burato, Paolo Silvestri, Rolando Cultrera

Luoghi citati: Italia, Parma, Piacenza, Salerno, San Marzano