Ericson vuol battere i favoriti di Monaco di Bruno Bernardi

Ericson vuol battere i favoriti di Monaco Ericson vuol battere i favoriti di Monaco Intervista al et. degli svedesi che considera l'Italia e la Germania Ovest le principali candidate alla successione del Brasile - Prima di dedicarsi al calcio (giocava al tempo del Gre-No-Li) suonava il pianoforte - Conta molto sul gioco collettivo della squadra (Dal nostro inviato speciale) Milano, 28 settembre. La Svezia ha perso, forse, un musicista di valore, ma in compenso ha acquistato un bravo trainer di calcio. George Ericson è un pianista mancato. Amava Bach e Beethoven. Amava il calcio e non è riuscito a conciliare pianoforte e pallone. Ha scelto il pallone, quando il Norrkóping lo ha lanciato in prima squadra offrendogli il suo primo contratto da semiprofessionista. Ericson ha dovuto smettere di suonare la sera nei dancing. Ha smesso con un certo rimpianto. Il pianoforte resta la sua passione segreta, una specie di « hobby ». Nei ritagli di tempo, in famiglia, quando può si cimenta sulla tastiera. Ora il calcio assorbe tutti I suoi pensieri. E' sposato, padre di tre figli, due femmine e un maschio. La primogenita ha 27 anni ed è sposata. Ericson ha 53 anni, è già nonno ma ha ancora una notevole vitalità. Nel Norrkóping giocava ala sinistra. Accanto a lui c'era Nils Liedholm. Il « barone rosso » era stamane a San Siro per salutare Ericson. C'erano anche Hamrin (che funge da interprete] e Palmer. Parlando di Ericson calciatore, Liedholm dice: « Era un'ala vecchio stile. Puntava sul fondo e crossava, oppure tirava. Un attaccante lineare ». Ericson, come la maggior parte dei calciatori, aveva una seconda attività: era impiegato presso l'ufficio amministrativo dell'aviazione civile svedese. Non ha mai fatto parte della Nazionale « A ». Ai suoi tempi era difficile trovare un posto nella rappresentativa gialloblù che annoverava elementi come Liedholm, Gren, Nordalh. Skoglund, tutti quei fuoriclasse che si sono poi trasferiti in Italia. Se come giocatore non riuscì a sfondare, come tecnico sta raggiungendo fama internazionale. In Svezia lo paragonano a Valcareggi e, in realtà, le carriere dei due commissari tecnici hanno qualche affinità. Valcareggi pure lui modesto giocatore, era stato • vice » di Fabbri ai « mondiali » in Inghilterra: dopo la dislatta con la Corea gli era subentrato sia pure inizialmente, in coabitazlone con Helenio Herrera. Ericson era il vice di Bergmark in Messico, poi, dopo i mondiali è diventato l'unico responsabile. Hamrin dice che Ericson gli ricorda Fulvio Bernardini per il suo carattere socievole. Effettivamente Ericson è uno svedese dal temperamento latino: razionale ma ricco di comunicativa e di calore umano. Crede nelle possibilità della sua squadra, conlortato dalla lunga serie di risultati positivi (dodici). Da oltre un anno la Svezia è Imbattuta. L'ultima sconfitta (0-2) risale al giugno '72 a Vienna, contro l'Austria nella prima partita di qualificazione ai mondiali. Da quando può disporre di alcuni agguerriti professionisti, come Nordqvist, Grahn, Sandberg e Edstroem (domani sarà assente soltanto Grahn che gioca con il Grasshoppers nel campionato svizzero), il et. svedese ha dato un volto ed un gioco alla squadra. Ericson non s'ispira a nessun allenatore. « Ciò che conta — dice — è il materiale umano di cui un tecnico dispone. Egli deve soltanto utilizzarlo tenendo conto delle caratteristiche dei singoli. Insomma è la squadra che fa l'allenatore e non viceversa. Non credo nei "maghi" ». Ericson è ambizioso. Trasmette il suo ottimismo alla squadra che conta su elementi in buone condizioni atletiche e convinti delle loro possibilità. Dopo gli assi degli Anni 50 e 60 la Svezia non ha più avuto grosse individualità. Attualmente sono pochi gli elementi di valore tecnico assoluto ma c'è la squadra. La Svezia è molto forte sul plano collettivo. Ericson ha il merito di aver rivoluzionato la mentalità dei giocatori sottoponendoli a du¬ ri allenamenti (anche l'ultimo di stamane è durato un'ora e mezzo) con sistemi di preparazione in auge in Germania e in Inghilterra. Il ' miracolo » della Svezia non ha altra spiegazione. Ericson si attende molto dalla partita con gli azzurri, prova generale in vista della trasferta di Malta, in programma a novembre a La Valletta, e che sarà decisiva per la qualificazione degli svedesi per Monaco. Egli confida in un risultato positivo anche a San Siro. Da buon pianista spera che i suoi giocatori... suonino un bel concerto agli Italiani e si prendano una rivincita alla sconfitta di Toluca, al pareggio di Stoccolma e allo 0-3 di due anni fa, sempre a Milano in Coppa Europa. Il Valcareggi svedese è convinto che sia venuto il momento di tentare la grande impresa. « La vittoria avrebbe un valore enorme — dice Ericson — sarebbe come vincere la finale mondiale. Però mi accontenterei di non perdere. Una sconfitta in casa degli italiani non sarebbe un disonore. Sono sicuro che la Svezia farà bella figura. Giocheremo con tre punte. Attraverso i risultati la squadra ha acquistato una sua personalità, un suo gioco. Non subisce più. come in passato, la iniziativa degli avversari. Però l'Italia rimane la nostra "bestia nera" perché ha giocatori capaci di addormentare la partita. I Rivera, i Riva, i Mazzola sono assi imprevedibili. Non hanno un ritmo costante ma sono capaci di accelerazioni improvvise ». « A chi affiderà il controllo di Riva? ». » Almeno in partenza a Jan Olsson. E' omonimo di quel Jan Olsson che bloccò Riva in Messico. I due Olsson non sono neppure lontani parenti. Può darsi che il nomo Impressioni Riva. Olsson è un ex lottatore, un vero atleta. Ha 31 anni. Non chiedetemi altre marcature, non le rivelerò. Noi siamo venuti a Milano per giocare. Anche gli azzurri dovranno preoccuparsi di marcarci. Valcareggi ci ha fatti seguire a Mosca da due suol osservatori e conosce le nostre caratteristiche ». « Fino ad un certo punto. La squadra di domani è ben diversa da quella che aveva gareggiato con l'Urss... ». « Effettivamente è più forte. DI quella formazione sono cinque I superstiti: Hellstroem, Olsson, Tapper (figlio dì Borje, che militò nel Genoa), Torstensson e Karlsson. Sarà una Svezia a sorpresa, come le marcature. Ci sono tre cai- . datori professionisti: Nordqvist, I Sandberg e Edstroem. Quest'ultimo è il punto di riferimento dell'attacco. E' alto m. 1,92, molto forte di testa. E' l'uomo ideale per la gara di Malta dove dovremo ricorrere al gioco "aereo" in quanto il terreno sarà proibitivo. Edstroem sarebbe molto utile anche nel campionato italiano. Gioca nell'Eindhoven In Olanda. E' la nuova stella del calcio svedese ». » Perché ha escluso Kìndvall? ». » E' una scelta tecnica. Kindvall non è più una punta, ma un centrocampista. Entrerà in campo nella ripresa. Come terza punta c'è Svensson. Ha 28 anni ma è alla sua seconda partita in nazionale A. Anche se in campionato è uno dei cannonieri più temuti, in Nazionale è ancora un'incognita. Le punte, a turno, arretreranno in appoggio ai centrocampisti ». « Quali sono secondo lei le favorite ai mondiali di Monaco? ». « Germania Ovest e Italia. I tedeschi sono forti e gli azzurri hanno i mezzi per vincere la massima rassegna calcistica mondiale. Sono tecnicamente dotati, sanno come amministrare le loro forze ed hanno un gioco che concede poco allo spettacolo ma che è validissimo ai fini del risultato. Credo poco negli inglesi e nel Brasile, da noi battuto a Stoccolma. L'Italia, a Monaco, può davvero conquistare quel titolo che le è sfuggito in Messico ». Bruno Bernardi