I bambini di Sassuolo sono intossicati dal fumo di piombo di alcune fornaci? di Francesco Fornari

I bambini di Sassuolo sono intossicati dal fumo di piombo di alcune fornaci? I drammatici risultati di un'inchiesta di clinici universitari I bambini di Sassuolo sono intossicati dal fumo di piombo di alcune fornaci? Sotto accusa le fabbriche di ceramiche che proliferano nella zona: la concentrazione di piombo nell'atmosfera supera i limiti di sicurezza ■ Ma l'industria, in espansione, si sta già insediando nelle incontaminate alture dell'Appennino (Dal nostro inviato speciale) Sassuolo, 28 settembre. Bambini in stato di pre-intossicazione per avvelenamento da piombo, bovini affetti da fluoresi che non riescono a reggersi sulle zampe, uova che non danno più pulcini, frutteti rinsecchiti che si avviano verso una lenta, inesorabile fine del ritmo vegetativo: questi i drammatici risultati di una inchiesta svolta a Sassuolo e Fiorano da una commissione di clinici universitari nominata dalla magistratura per controllare le accuse «contro ignoti» presentate dalla Lega ecologica di Modena per l'inquinamento della zona. Riportiamo alcuni dati: l'indagine dell'Istituto di igiene della facoltà di medicina dell'Università di Modena ha accertato che nel centro urbano di Sassuolo, ogni mese, si depositano sul terreno 41,5 milligrammi di piombo per metro quadrato (contro i 7,5 del capoluogo). I sedimenti di fluoro raggiungono i 521,4 milligrammi (a Modena sono 23,6). La concentrazione di piombo nell'atmosfera supera i 13 microgrammi per metro cubo: il limite massimo consentito è di 10 microgrammi. Sono sufficienti queste cifre per dimostrare che la situazione è preoccupante, Drammatica, secondo alcuni. Nel comprensorio di Sassuolo e Fiorano sorgono oltre 250 stabilimenti pe^ la produzione della ceramica. Occupano circa 25 mila operai, nel '72 hanno prodotto più di 140 milioni di metri quadrati, pari al 77 per cento dell'intera produzione nazionale. I rilevamenti effettuati dai clinici | hanno stabilito che la forte concentrazione degli stabilimenti è alla base di questo costante e progressivo inquinamento. Fra qualche anno, affermano i più pessimisti, tutta la zona intorno a Sassuolo (da Rubiera a Vignola), delimitata da un lato dall'Autostrada del Sole, dall'altro dai primi contrafforti preappenninici, sarà ridotta a un arido deserto. Se oggi è prematuro parlare di casi di saturnismo fra la popolazione, se i danni provocati dalla fluoresi non sono ancora cosi appariscenti da destare allarme fra la popolazione, non si può tuttavia restare indifferenti di fronte alle preoccupanti conclusioni tratte dalla commissione d'inchiesta, dove si parla, senza mezzi termini, di «bimbi in stato di pre-intossicazione». A questo pericolo, già di per sé così rilevante, ora se ne aggiunge un altro. L'industria della ceramica sta attraversando un periodo di forte espansione. Si ripete il fenomeno del «boom» che aveva caratterizzato gli Anni 60. Ogni giorno vengono presentate richieste per la costruzione di nuovi stabilimenti. E poiché il comprensorio della valle è ormai saturo (gli amministratori comunali sembrano concordi nell'affermare che permettere l'insediamento di nuove fabbriche equivarrebbe a un suicidio), gli industriali cercano nuove aree e da qualche anno si stanno inoltrando sull'Appennino, nella zona bella e caratteristica del Frignano. Attualmente sono circa dieci gli stabilimenti di ceramiche in funzione in alcuni di questi centri appenninici, fino a ieri noti soltanto come località turi- o 0 oo 2 iri a ei e io io, i, s), uo pn aa oo a aelni na n ». di e uae oa 0. noE a mmre nili ve si ntalannoi- stiche o per l'industria agricola e casearia. Tre a Pavullo, che può essere considerato il capoluogo del Frignano; due a Frassinoro; tre a Montefiorino; uno a Sestola e Serra Mazzoni. Altri cinque sono in costruzione: a Pavullo, Serra Mazzoni, Palagano, Guiglia. Dei venti Comuni del Frignano, dunque, già sette sono coinvolti in questo «boom» della ceramica che, se assicura forti guadagni agli industriali, rischia per contro di provocare dei danni gravi, e forse irrimediabili, all'ambiente, all'agricoltura, all'uomo: ciò se non saranno presi quei provvedimenti atti a evitare il ripetersi delle concentrazioni industriali che sono all'origine dell'inquinamento di Sassuolo e di tutto il comprensorio delle ceramiche. Il prof. Gemma, presidente provinciale della Lega per la difesa ecologica di Modena, non ha dubbi in proposito: «Questi nuovi insediamenti provocheranno danni di diversa natura. Ecologici, poiché inquinano l'ambiente; di natura economica, perché allontanano il turismo da queste zone; oltre a tutto, non ci risulta che queste nuove industrie abbiano presentato progetti per l'installazione di impianti specifici anti-inquinamento». Il presidente della Lega afferma peraltro che nei Comuni in cui sono attualmente in funzione, o dove sono state concesse le licenze per la costruzione di queste fabbriche, «non esiste nessuna specifica esigenza per intraprendere un simile tipo di attività. A Pavullo, per esempio, che con le 3 ceramiche funzionanti e una quarta in costruzione rischia di creare una concentrazione tale da provocare gravi effetti inquinanti, mi risulta addirittura che non c'è disponibilità di manodopera: il Comune non riesce neppure a trovare gli operai per i normali lavori d>. manutenzione». I sindacati e la Camera del lavoro hanno precisato che la continua espansione dell'industria delle ceramiche e la pressante richiesta di manodopera ha provocato la ricerca di operai nel Sud: sarebbero oltre 400 i lavoratori meridionali occupati nelle fabbriche di più recente costruzione. Il sindaco di Pavullo, prof. Minelli, ritiene invece che la presenza delle fabbriche del settore nel suo Comune non debba destare alcuna preoccupazione: «Penso che quello attuale sia un limite sopportabilissimo. Personalmente non intendo concedere altre licenze: in questi ultimi mesi ho respinto almeno cinquanta richieste di permessi». Affermando che nella concessione delle licenze si sono attenuti alle disposizioni del Centro antinquinamento di Modena per quanto riguarda gli impianti di depurazione che dovranno essere allestiti, dichiara che «le licenze sono state concesse per poter avere il metano». Sembra infatti che la presenza di queste fabbriche, bisognose di metano per le loro lavorazioni, abbia convinto la società metanifera locale a prolungare nel prossimo futuro le tubazioni per la distribuzione fino a Pavullo. «Così — spiega il prof. Minelli — il gas potrà anche essere erogato per l'uso domestico, con grande vantaggio per la popolazione». Ammettendo che nel Comune non ci sono disoccupati, il sindaco dice che «la presenza delle fabbriche nel territorio potrà risolvere il problema dei pendolari. Gli operai della ceramica, sinora costretti ad andare ogni giorno al lavoro a Sassuolo e a Fiorano, potranno essere assunti nelle industrie locali». Francesco Fornari EE VIAREGGIO

Persone citate: Fiorano, Guiglia, Minelli, Serra Mazzoni