Dalla selva a Caracas di Angela Bianchini

Dalla selva a Caracas La storia amara di una guerrigliera Dalla selva a Caracas Angela Zago: « Qui non è successo niente - Una ragazza nella guerriglia », Ed. Feltrinelli, pagine 277, lire 2500. « Salgo in silenzio, cerco la roba e vado nella stanza dov'è lo specchio grande... Cosa faccio in questa casa, davanti a uno specchio, vestita con un'uniforme delle Forze Armate di Liberazione Nazionale? E' ridicolo. Solo per guardarmi in uno specchio? Se i miei compagni mi vedessero, cosa penserebbero di me?... Cosa vado a fare io tra i guerriglieri? Berta ha un po' paura che mi vada a finir male, ma non lo dice. Parla di altro. Suo marito invece non ha nessuna paura per me. Semplicemente, non è d'accordo sulla lotta armata, e approfitta di queste situazioni per dirlo. Fuori, o durante le riunioni, non dice nulla. Ha paura. Teme che lo accusino di vigliaccheria... ». Questo libro è di attualità, tragica attualità ove si considerino i recenti avvenimenti del Cile, la Resistenza che va prendendovi forma di guerriglia e la conformazione geografica del Cile stesso che dovrebbe, nell'avvenire, favorire proprio questo tipo di lotta. La protagonista di questo libro, Qui non è successo niente (traduzione di Enrico Cicogna), è una studentessa ventenne che, impegnata già da tempo, da quando, praticamente, si trovava a scuola, in un movimento rivoluzionario, si accinge a partire, nel 1964, per il fronte, a svolgere compiti di addestramento e opera di propaganda, presso contadini. L'azione, certamente autobiografica, si svolge in Venezuela, in un Paese, cioè, che si trova più o meno in pace. Tuttavia quanto è descritto da Angela Zago, giornalista, figlia di un italiano e di una venezuelana, non è certamente azione di pace. Nella selva, la ragazza trova giovani di altri Paesi, giovani come lei, borghesi di Caracas, passati attraverso le fila della Gioventù Comunista, J.C., per approdare poi alle Forze Armate di Liberazione Nazionale. Fanno esercitazioni semimilitari, imparano ad adoperare un fucile, ad aggredire il nemico. Le ragazze non sono molte, ma abbastanza per stabilire, all'interno del gruppo, il quale tuttavia si fa e si disfa continuamente per spostamenti, amicizie e anche antipatie. Ci sono le ispezioni dei capi, troppo tradizionalisti per i giovani, le critiche alle donne comuniste che hanno lunga esperienza di militanti e davanti alle quali le guerrigliere più giovani provano insofferenza e quasi ribellione. Proficui sono, invece, i contatti con i contadini, ed anche nuovi ed inediti per la ragazza borghese abituata alla vita della sua classe. Non si tratta di un gran libro: ha l'andamento preciso e un po' ingenuo di tante altre storie consimili, di realismo rivoluzionario. Come sempre accade in questo tipo di narrazioni, si crea attra¬ verso la documentazione e l'esattezza un universo piccolo ma solido in cui il protagonista immette il suo lettore. Per quanto precario e difficile il domani, l'oggi appare abbastanza confortevole, ovattato tra la routine, i sentimenti, gli atti giornalieri. Questa ragazza giudica, soffre, ama come tutte le ragazze della sua età, vorrei dire, con la banalità della sua età. Anzi, uno dei suoi meriti è il tracciare continuamente un parallelo tra la sua vita presente e quella di prima e riscontrarne, ironicamente, le rassomiglianze: il potere inquisitorio della guerrigliera comunista è altrettanto irritante delle domande che le ponevano le suore, a scuola, non molti anni prima, e le barriere psicologiche e sessuali sono qui altrettanto forti che a Caracas. Forse la pagina più bella e più originale è quella della visita della madre alla guerrigliera, lo stupore con cui « la vecchia » osserva la figlia nella nuova vita, mentre maneggia le armi e capisce, a poco a poco, di che lavoro si tratti; « Mia madre non lo sa, ma i ragazzi rovesciano in lei tutta quella tenerezza che fluttua costantemente nell'atmosfera e che cammina coi sogni verso la città, verso le nostre case... e in lei ritrovano la vita che abbiamo abbandonato mesi, anni fa ». Ma questa vita, la ragazza guerrigliera la ritrova più presto di quanto non immaginasse. La guerriglia ha un sussulto, una svolta, ci sono sconfitte, repressioni, i suoi compagni più cari sono fatti prigionieri, torturati, poi uccisi. Incontra una morte orribile, documentata da una lettera dell'autrice, il ragazzo che la protagonista aveva amato con timidezza e ingiustificati pudori. La novità del libro sta, vorrei dire, nella fine: il momento in cui, abbandonata la selva, la ragazza torna a Caracas, e ritrova la sua città senza guerra, piena di luci, di traffico, di gioventù elegante, di gente che dei compagni morti ignora e vuole ignorare tutto. « Qui non è successo niente », osserva la protagonista, e il dramma sta proprio tutto qui, nel coesistere in uno stesso Paese, per anni, di due vite e due concezioni opposte. Angela Bianchini

Persone citate: Angela Zago, Berta, Enrico Cicogna

Luoghi citati: Caracas, Cile, Venezuela