Ritorno a Greeneland

Ritorno a Greeneland Ritorno a Greeneland Le avventure della Grazia nell'eccitante «Console onorario» Graham Greene: « Il console onorario », Ed. Mondadori, pag. 326, lire 3000. Nel nuovo romanzo di Graham Greene, da poco uscio in Inghilterra e tempestiamente tradotto da noi, Il onsole onorario, fa sfondo ll'azione un soffocante angoo d'inferno, a Nord dell'Arentina e vicino al Paraguay. Più precisamente, un'immaginaria cittadina senza nome, he benissimo figura in quelesotico continente dello spiito denominato da taluni criici Greeneland: luogo di lonani approdi fantastici e di pittoresche fornaci tropicali, ove le anime si disfano nelle ampe del rimorso o marcicono nell'abbandono. E i neri subiscono le offese d'un lima esasperato, troppo caldo o pregno d'una natura euberante quanto ostile. E baterebbe, fra tutti, ricordare l nocciolo della questione, l suo scenario purulento e udato. Né qui importa vedee quanto, sul piano propriamente pittorico, il Greene ebba al Conrad e alla sua trepitosa tavolozza. Protagonista del presente omanzo, volontario esule nela noia, nello squallore e nele frustrazioni, incontriamo n medico non ancora giuno alla mezza età, Eduardo larr. Figlio d'una spagnola d'un inglese, quest'ultimo nghiottito senza lasciar trace dalle fauci di un'inglorioa avventura senza ritorno, Eduardo trascina, fino a un erto segno consapevole, una sistenza mediocre e rassenata; dove, inutile dire, si ubodora una certa ignavia lmeno mentale. Si concede poradicamente qualche relaione, consumata in frettoloa clandestinità della giornata, dopo aver assolto ai doveri della professione, gioca svogliatamente agli scacchi con un canuto misantropo d'incerta estrazione e pasta umana, tale Humphries: o. aspettando il sonno, vuota la bottiglia assieme a Jorge Julio Saavareda. romanziere in altri tempi viziato dalle consolazioni d'un effìmero successo. E' la quiete, a cos'i chia¬ ai termine I mare uno stato vicino alla paralisi morale, che precede le grandi tempeste del destino. Pericoli e rovesci che, sopra uno sfondo di tenebre e di materiale rovina, lasciano nei romanzi del Greene sentire provvidenzialmente attiva e insperata la misericordia divina. E con ragione, a questo riguardo, il Cecchi parla- va d'un cattolicesimo in extremis, « il cui vero altare » sarebbe « il letto di morte ».Certo, aggiungeremo, un cat- tolicesimo assai suggestivo, commovente e moderno. In quel luogo abbandonato. fra quanti compongono la ri strettissima colonia inglese il dottor Plarr conosce e frequenta Charley Fortnum, diplomatico d'infimo rango. Dipsomane, con grandi macchie di tristezza sparse come muffe sulla bonaria intonacatura del volto, costui s'impone come la figura artisticamente meglio realizzata dell'opera. Non diversamente da altri disastrati o reietti, che l'arte potente del Greene ha reso proverbiali, egli assapora, o sembra assaporare, la sua distruzione fisica e morale. E mentre esalta il proprio orgoglio di suddito britannico e di gentiluomo, abdicando a ogni coerenza con ambiguità da grande personaggio di romanzo, si mette la dignità sotto le scarpe. Oltre a succhiare distillati d'altissima gradazione alcoolica, abusando del proprio ufficio di console onorario, Fortnum importa e rivende a prezzo di speculazione automobili straniere. E quando s'innamora d'una prostituta tutta occhioni, minuta ma flessuosa quanto basta a far montare il sangue, l'imprudente Charley non esita: su due piedi la strappa al bordello di mamma Sanchez, facendone con fosca spavalderia la sua sposa. Scatta, in questo punto, una macchina romanzesca assai complessa, che macina nei propri ingranaggi la coscienza stessa dei protagonisti, spremendo dall'oscuro magma dell'indifferenza un'interiorità sofferente. In breve. Plarr diviene l'amante della giovane e espertissima signora Fortnum. Ma la solleticante avventura finisce coli'avere un prezzo altissimo. Quando il console verrà erroneamente rapito da un'organizzazione terroristica, il dottore salverà la vita del vecchio gabbato a prezzo della propria. Senza che suoni critica: si ritrovano nel presente romanzo abilmente fusi molti temi già sfruttati dalla narrativa del Greene. Ancora una volta la Grazia, i suoi imperscrutabili disegni e interventi fanno centro a una problematica religiosa, che costituisce il vero nucleo e motore dell'opera. Poi, a un livello più superficiale o persino bozzettistico, l'autore torna a un motivo già variamente trattato in altri scritti suoi: quello dell'inglese fuori casa, spinto alla deriva del mondo dal l'avversa fortuna. Che cosa farà a quelle latitudini ostili. si domanda il Greene. dei- \a Propria educazione? Degli inevitabili pregiudizi che l'accompagnano? Una tale materia, sotto altre mani forse astrusa, sollecita viceversa nel presente romanzo una trama eccitante, perfettamente disegnata da una scrittura svelta e intonatissima; dietro a cui. inutile dire, si sentono anche le proficue esperienze compiute dal Greene quale autore di racconti avventurosi o prossimi al giallo d'altissimo livello. Antonio Debenedetti Il romanziere Graham Greene, di Levine Copyright N. V. Revicw ol Hooks. Opera Mundi e per l'Italia Lu Slunipu)

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Paraguay