Col cappello e la veletta

Col cappello e la veletta La moda femminile d'autunno Col cappello e la veletta La donna vuole tornare raffinata e seducente - Rivive il mito di Marilyn Monroe E' bastato che i sarti affidassero all'ultimo tocco della loro linea romantica, alla ciòchette o al tamburello, il ruolo di vessillo di un ritorno alla più morbida femminilità, chiamando in aiuto la dimenticata veletta: le donne cominciano dal cappello a rallegrarsi di un autunno che sembra attendessero da tempo, se si rivelano pronte ad abbandonare molte cose pur di apparire magicamente segrete e seducenti, in perfetto stile 1974. Non ce n'è una che alla modista non chieda la veletta, non voglia toccarla, non se la provi sul volto per vedere come splenda, cancellato e luminoso, dietro il geometrico traforo del tulle a nodini e moschine. In nome della veletta — che molte donne, ora che torna alla ribalta, dopo tanti anni di maschiette, la giovane signora, raffinata e sobria ma con un pizzico di seduzione, vedono per la prima volta —, si dice addio alle scarpe altissime, alle zeppe perigliose (in verità i calzolai più bravi, per non far ritornare piccole le donne, le nascondono all'interno dei mocassini o del décolletés), agli abiti di tipo squadrato, geometrico, essenziale e insultante, alla gonna corta. La lunghezza della gonna trionfante è sotto il ginocchio, può arrivare a mezzo il malleolo per le ore del pomeriggio e tutto è cambiato: nuove le scarpe moderate, comode, perché il passo sia meno meccanico, più ondulato e imprima un giusto movimento alla gonnella svasata, godè, in sbieco, pieghettata, sempre mossa a rivelare le gambe; nuovi i cappelli sulla testa piccola, con le chiome corte, non più a uomo, ma con lievi ricci ad addolcire il viso; nuovo il trucco chiarissimo, con occhi fondi, neri di carboncino, fatali di ombretti grigi, argento, rosa o violetto e labbra rosso scarlatto, carminio, rubino. Nasce una creatura d'inverno che ha letto i romanzi di Scott Fitzgerald e, magari attraverso il tendenzioso Norman Mailer, sente moltissimo, non fosse che nel suo abbigliamento notturno, il mito di Marilyn Monroe. Se la veletta la fa fremere, la volpe l'incanta. Volpi intere, gettate sulla spalla, appena attorte al collo e lasciate ricadere una sul petto, una sulla schiena; colletti di volpe tinta nella medesima gradazione del tailleur con la giacca lunga e la longuette, manopole di volpe, manicotti, orli delle redingotes da zarina, nere, cupe di color bruciato o ruggine, di verdi olivo, sontuose in granata o tinta barolo, delicatissime in beige rosato o bambù; giubbetti gonfi, prolungati nel blouson mattino-sera. E' la lunghezza della gonna a caratterizzare i diversi tailleurs che ritornano di moda insieme all'abito sotto il mantello: quanto più lunga è la gonna tanto più corta è la giacca; con la longuette ci vogliono la giacchetta e gli stivali, con la gonna che copre il ginocchio la giacca allungata al fianco, la vita strizzata dalla cintura. Lo spenser di lana doublé, la giacca vestaglia in panno, di Lancetti, posati su chemisier, due pezzi, si portano la sera su abiti in organza laminata, tutti una ruche anche nella mantellina per coprire le spalle nude, la casacca o la tunica resistono persino sul pigiama-palazzo. Le camicette sono molto importanti, con la sciarpetta che esce dalla scollatura, ma non più dei maglioncini che segnano la macroscopica presenza del tricot nella moda d'inverno. Curiosamente la sera, dopo tanta sbandierata femminilità, può trovar gusto a sportivizzare temi una volta riservati al mattino e trasposti per l'eleganza: cosi accanto agli abiti sirena, a quelli vampeschi, da maliarda hollywoodiana o da signora-signora fra trine, trasparenze, nero crèpe di China e piegoline, la sera d'inverno vedrà il trench di velluto nero a coste con i bottoni di Strass, gli impermeabili in faille, in tessuto Jean o in lustreggiante satin, per nascondere zibellino, volpe argentata o ermellino, il tailleur stile 1940 e '50, in raso nero o grigio, la giacca cardigan o sahariana in velluto di seta nera sull'abito fasciato, col dorso nudo velato di chiffon (secondo Enrica Sanlorenzo), i cardigan-tricot col filo d'oro mescolato alla lana su abiti con il corpetto di velo e la gonna a pieghe. Una donna d'autunno-inverno che ha tutto l'agio di sce- gliere lo charme più adatto al suo tipo e alla propria indole, pur nell'ambito di un gusto che riporta in auge lo stile moderato d'una visione tradizionale, tanto più polemica in quanto riappare dopo tempi di inni alla ragazza e vuole onorare il ritorno della «signora». Lieta di essere tutta femminile, senza troppi spunti estrosi ma con indulgente cura dei particolari ultrafemminilizzanti: la volpe, la velet¬ ta. Emblemi aerei, nulla più di un soffio, fra volto e collo, perché in una nuvola trasparente sia messo in luce un viso di madreperla, sguardo penetrante e labbra a cuore. Lucìa Sollazzo rna tParigi. Romantica la donna d'autunno con cappello e veletta (Foto Grazia Neri)

Persone citate: Enrica Sanlorenzo, Grazia Neri, Lancetti, Marilyn Monroe, Norman Mailer, Scott Fitzgerald