I furori dei "Pagliacci,, e le canzoni di Martin

I furori dei "Pagliacci,, e le canzoni di Martin CRONACA DELLA TELEVISIONE I furori dei "Pagliacci,, e le canzoni di Martin Scelta fra Leoncavallo e uno show americano - Stasera "Winterset" di Anderson Le circostanze eccezionali dell'altra sera (morte di Anna Magnani qualche ora prima della proiezione di 1870 in tv) non ci hanno ovviamente permesso di occuparci degli altri programmi. Ne parliamo oggi. ★ * Ieri, miscellanea. Dopo « Tribuna politica » è andata in onda una replica di un'edizione de / pagliacci di Leoncavallo con direzione artistica e regia di Karajan. A suo tempo avevamo rilevato la validità dell'allestimento: ottimi cantanti (Vickers, la Kabaivanska, Glossop, Panerai, Lorenzi) ma soprattutto ottima regìa. I problemi dell'opera in tv sono essenzialmente due: non muovere la macchina da presa all'impazzata, non cadere nell'orgia delle immagini e nella frenesia da balletto; e controllare la mimica dei cantanti in modo tale che durante i primi piani non eccedano in smorfie e in atteggiamenti truci, e non diventino ridicoli, come purtroppo è accaduto spesso, e anche molto di recente. Quest'edizione de I pagliacci è un raro esempio di opera ben riuscita sul video e la sua replica non sarà stata certo sgradita agli appassionati (ì quali, aggiungiamo, chiedono sempre con insistenza che la lirica compaia più frequentemente). Sul secondo canale, Io e... ha attirato l'attenzione del pubblico — cicerone Vittorino Veronese — non su un quadro, non su un'architettura singola, ma su un complesso, addirittura su un intero paese, Civita di Bagnoregio presso Orvieto, stupendo monumento, e documento, medioevale. Stavolta- la rubrica di Anna Zanoli, che ha contribuito ad un acco stamento « popolare » all'arte più di qualsiasi altra trasmissione, aveva un ulteriore scopo: quello di lanciare un appello per salvare Civita Bagnoregio che sta lettera! mente disgregandosi... Qua! cuno porgerà orecchio? O no? Indi il debutto di Quel simpatico di Dean Martin, uno show acquistato in America e imperniato, come dice il titolo, sull'ex compagno di Jerry Lewis, ora grosso, lustro e sorridente signore di cinquantasei anni che canta, balla e fa il comico attorniato da adeguati ospiti d'onore: tra cui ieri ha fatto spicco Frank Sinatra, ormai, tra re¬ pliche e nuovi programmi, di casa sul nostro video, quasi fosse un Nicola Di Bari o un Massimo Ranieri. In coda al « secondo ». a tarda ora, un altro esordio, quello del documentai io Tharaka, su una tribù africana presso la quale l'autore, Domenico Volpini, ha trascorso ben sei anni assieme alla famiglia: un'esperienza insolita che si è risolta in un reportage di grande autenticità. Ma avremo occasione di parlarne più diffusamente. ★ ★ Torniamo a mercoledì, e precisamente alla terza puntata di Parlare, leggere, scrivere, che è poi la storia di come si è giunti (quasi) ad un'unità linguistica in Italia. E' un'impresa difficile, specie per il regista Piero Nelli che ha dovuto tradurre in immagini una materia così complessa e stenderla, sempre per immagini, lungo diverse puntate... L'altro ieri, nell'indagine sulla cultura di estrazione dialettale e sulla faticosa « conquista della parola » dalla seconda metà dell'Ottocento sino alla prima guerra mondiale sono entrati i pupi siciliani e il melodramma verdiano, il romanzo d'appendice e « Cuore » di De Amicis, l'emigrazione e Fiorello La Guardia, l'autunno caldo e il poeta Ignazio Buttitta che declama una sua composizione in memoria di un sindacalista ucciso nel 1955, le mondine della Bassa Emiliana e i minatori del Sud, sequenze di « Senso » e sequenze di « Cristo fra i muratori »... A tratti il pubblico meno preparato, proprio quello al quale la trasmissione vuole indirizzarsi, avrà avuto principii di confusione e di smarrimento. D'altronde come visualizzare concetti linguistici, storici e sociologi? Dobbiamo dire che il Nelli ha saputo, anche nella terza puntata, riprendere in mano, energicamente, le redini del « racconto » quando pareva sbandare o ingarbugliarsi, e riportarlo sulla linea giusta e illustrare con efficacia — pur non separata, qua e là, da un vago sospetto di retorica — i guasti che sono venuti alla nazione dall'ignoranza in cui si esigeva che stesse affondato il popolo a beneficio di un potere detenuto da pochi privilegiati. Ancora un passo indietro, a martedì: rammentiamo che è stato trasmesso un breve ricordo di Pablo Neruda (un po' troppo breve e sbrigativo, forse, ma come avrete appreso dalle corrispondenze di Francesco Rosso si stenta a far arrivare servizi dal Cile per l'opposizione dei militari e dei fascisti loro alleati); e un Copernico dove il dibattito era preceduto da una biografia sceneggiata della tv po lacca che ci è sembrata, tolta qualche piccola concessione alla teatralità, sul piano d'una divulgazione a livello assai dignitoso. ★ ★ Stasera sul « secondo » un famoso dramma, Winterset («Sotto i ponti di New York») di Maxwell Anderson, grande successo sin dal suo primo apparire nel 1935: il dramma apre un ciclo sul teatro americano contemporaneo. Sul « nazionale » seconda puntata dell'inchiesta La donna in Francia e replica di Amico flauto. Radio: sul « nazionale » alle 18,55 Musica e cinema e alle 20,20 / concerti di Milano (direttore Jansons, pianista Weissenberg); sul « secondo » alle 12,40 Alto gra dimento, alle 13 Hit parade con Lelio Luttazzi; sul « terzo » alle 15,15 L'opera sinfonica di Mozart e alle 18 / Mi di Beethoven. u. bz.

Luoghi citati: America, Bagnoregio, Cile, Francia, Italia, Milano, New York, Orvieto