Due astronauti sovietici da ieri in orbita 27 mesi dopo la sciagura del "Sojuz,, di Paolo Garimberti
Due astronauti sovietici da ieri in orbita 27 mesi dopo la sciagura del "Sojuz,, Annunciato dalla "Tass„ il lancio dal cosmodromo di Baikonur Due astronauti sovietici da ieri in orbita 27 mesi dopo la sciagura del "Sojuz,, I piloti collauderanno per 48 ore i nuovi sistemi di bordo - Preparano l'esperimento del '75 con gli americani (Dal nostro corrispondente) Mosca, 27 settembre. Dopo un'interruzione di ventisette mesi, seguita alla tragica conclusione dell'esperimento di «Sojuz 11», l'Unione Sovietica ha ripreso oggi i voli umani nello spazio. L'agenzia ufficiale «Tass» ha annunciato che un'astronave (la dodicesima della serie «Sojuz», iniziatasi il 23 aprile 1967) è partita alle 15,18 (ora di Mosca) dal cosmodromo di Baikonur con due uomini a bordo: il pilota Vasilij Lazarev e l'ingegnere di bordo Oleg Makarov, due reclute, seppure non giovanissime, dell'«équipe» dei cosmonauti sovietici. Il lancio è felicemente riuscito: «Sojuz 12» si trova ora in un'orbita circumterrestre, le cui coordinate sono mantenute segrete. La ripresa dei voli umani nello spazio avviene all'insegna della massima prudenza. L'equipaggio dell'astronave, che nei due precedenti esperimenti era stato di tre persone, è stato ridotto a due, la durata del volo e il programma di lavoro sono stati limitati al minimo. Sojuz 12, secondo l'annuncio della Tass, resterà in volo non più di 48 ore (è la prima volta che i sovietici comunicano in anticipo la durata di una missione spaziale) per « una verifica completa e la prova dei sistemi di bordo perfezionati e la messa a punto dei comandi manuali ed automatici in diversi regimi di volo ». Si tratta, dunque, di un primo, cauto collaudo del nuovo modello di « Sojuz », che dovrebbe essere utilizzato per l'esperimento congiunto con gli americani, previsto per la estate del 1975, in base all'accordo firmato il 24 maggio 1972 da Nixon e Kossighin a Mosca. Il carattere di semplice volo di prova di questo esperimento sembra confermato anche dal tipo di equipaggio che è stato prescelto. Lazarev e Makarov sono entrambi abbastanza anziani (il primo ha 45 anni e il secondo 40) per essere alla loro prima esperienza nello spazio, e nessuno dei due figura nella lista dei cosmonauti scelti per il « docking » con l'« Apollo » tra meno di due anni. Essi sono, perciò, due « collaudatori », che esauri¬ ranno probabilmente con questa missione la loro carriera di cosmonauti. I veri voli di preparazione, in vista dell'esperimento congiunto con gli americani, cominceranno più tardi, una volta accertata l'efficienza del nuovo modello di « Sojuz ». La prudenza dei sovietici è comprensibile: le astronavi del tipo « Sojuz » sono già state due volte fonte di tragiche delusioni per gli scienziati sovietici, perché essi possano permettersi di correre troppi rischi con questa nuova serie, inaugurata oggi. La prima « Sojuz », nell'aprile di sei anni fa, si schiantò al suolo per un difetto dei comandi di bordo, uccidendo il solo uomo che si trovava in essa, Vladimir Komarov. La penultima, « Sojuz 11 », il cui equipaggio aveva realizzato la prima stazione orbitale della storia della cosmonautica agganciandosi ad una astronave disabitata «Saljut», messa precedentemente in orbita, riportò a terra tre cadaveri, in seguito ad un guasto del sistema di pressurizzazione della cabina. La lunghezza dell'inchiesta su questa seconda tragedia,1 avvenuta il 30 giugno 1971, e la necessità di mettere a punto un modello più perfezionato e sicuro di astronave in vista del volo congiunto con gli americani hanno imposto una lunga pausa, al programma spaziale dell'Urss. I responsabili sovietici hanno preferito puntare sulle stazioni automatiche per la Luna e per Marte, anche per consolidare un prestigio assai scosso dagli insuccessi dei voli umani, tanto più evidenziati dal fatto che, contemporaneamente, gli americani continuavano a mandare uomini siila Luna e battevano, con lo Skylab, tutti i primati sovietici di permanenza nello spazio. Ma la ripresa degli esperimenti con uomini è stata più lenta e tormentata del previsto. D'altra parte, i sovietici non potevano rinviare ulteriormente la ripresa dei voli umani, dovendo rispettare le rigorose scadenze dell'accordo con gli americani, per l'appuntamento nello spazio tra astronavi dei due Paesi. Senza questo impegno, forse, il lancio di « Sojuz 12 » sarebbe stato ancora ritardato: il programma minimo previsto per questa missione dimostra, infatti, che i collaudi del nuovo tipo di astronave non sono ancora del tutto terminati e che gli stessi responsabili spaziali sovietici hanno ancora qualche dubbio sull'efficienza del veicolo e sulle sue capacità di resistere ad un lungo viaggio nello spazio. Il lancio di « Sojuz 12 » segna comunque una nuova tappa nella storia dell'esplorazione spaziale: esso è il primo gradino del programma che porterà le due maggiori potenze mondiali a collaborare nella ricerca spaziale. Ciò nonostante, i sovietici non hanno ancora cambiato i loro costumi in materia d'informazione. L'annuncio del lancio è stato dato dall'agenzia Tass due ore dopo la partenza della Sojuz, e la televisione si è limitata ad un « reportage » di cinque minuti dal centro di Baikonur, che mostrava lo stacco dalla rampa di lancio e qualche fotografia di repertorio dei due cosmonauti. Paolo Garimberti
Persone citate: Kossighin, Lazarev, Makarov, Nixon, Oleg Makarov, Vasilij Lazarev, Vladimir Komarov
Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss
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