Battaglia sull'oro di Mario Ciriello

Battaglia sull'oro Alla conferenza del Fondo monetario Battaglia sull'oro II rappresentante del Sud Africa ha chiesto un aumento "sostanzioso" del prezzo del metallo (ma è disposto a compromessi) - Le delegazioni africane abbandonano, per protesta, l'aula durante l'intervento Il "serpente" esaminato dai rappresentanti Cee presenti a Nairobi (Dal nostro inviato speciale) Nairobi, 26 settembre. Un discorso del ministro sudafricano delle Finanze Nicolaas Diederichs; una protesta delle delegazioni dell'Africa Nera; un'inattesa riunione di ministri della Cee sulle nuove pressioni che affliggono in questi giorni il « serpente » europeo; altre consultazioni, tecniche e politiche, sulla riforma monetaria, hanno caratterizzato il terzo giorno dell'annuale convegno del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, che si concluderà venerdì. L'attività comincia a farsi meno intensa e i delegati scrutano con occhi sempre più ansiosi questo cielo spietatamente grigio e gonfio di pioggia. S'avvicina l'ora della partenza, dei ritorni agli inverni settentrionali e Nairobi non ha ancora saputo elargire un raggio di sole. Il boicottaggio africano del discorso di Diederichs è stato compatto, vi ha partecipato anche la rappresentanza del Kenya, benché Paese ospitante, vi si sono uniti, per solidarietà, l'India, il Bangladesh e le Filippine. Ci si aspettava un «walk-out», ovvero un'uscita in massa dalla sala, ma le cose si sono svolte diversamente. Questo perché Diederichs è stato il primo stamane a prendere la parola dei 17 oratori della giornata, e varie delegazioni non erano in aula, forse di proposito. L'esodo vero e proprio è stato pertanto minore del previsto, ma minore non è stata la silenziosa eloquenza della dimostrazione. Eguale accoglienza dovrebbe ricevere domani il rappresentante del Portogallo, il ministro delle Finanze Manuel Cotta Diaz. Nicolaas Diederichs — ascoltato con attenzione dagli inglesi, dai francesi, dal ministro americano del Tesoro Shultz, e da numerose altre delegazioni «bianche» — non ha lanciato idee nuove, ha ripetuto le proposte già fatte in varie sedi. Ha lodato il lavoro dei Venti, ma ha sostenuto che il loro progetto di riforma monetaria «non risolve i problemi essenziali»: e naturalmente, come ministro del massimo produttore di oro, ha chiesto l'aumento del prezzo ufficiale del metallo. «Dovrebbe essere un aumento sostanzioso — ha detto —. Questa possibilità non è ammessa dal piano dei Venti, ma la forza delle circostanze potrebbe renderla inevitabile. Sarebbe il modo migliore, il più semplice e il più diretto, per irrobustire le attuali strutture e per portare benefici immensi al sistema monetario e alla comunità mondiale». Diederichs ha però confermato d'essere disposto ad approvare un compromesso. In altre parole, se proprio non si vuole accrescere il prezzo ufficiale, si realizzi allora la terza delle tre proposte delineate dal gruppo dei Venti. In base ad essa, il prezzo ufficiale sarebbe abolito e le autorità monetarie potrebbero non soltanto vendere, ma anche comprare oro sul mercato libero. E' questa la tesi francese. La tesi americana punta invece alla demonetizzazione, chiede che il prezzo non sia più cambiato e che le Banche centrali possano vendere (ma non comprare) i loro stocks aurei sul mercato libero. Europei e giapponesi chiedono invece che sia abolito il prezzo ufficiale. La posizione precisa dell'oro nel futuro firmamento monetario non è quindi ancora chiara, ma è evidente che il metallo non avrà piìi la maestosa importanza attribuitagli negli anni passati. Resterà, ma non sarà né il muro maestro dell'edifìcio, né il metro del sistema. Il suo destino appare tanto più incerto in quanto nell'anno a venire gli americani risaneranno la propria bilancia dei pagamenti e potranno pertanto parlare con maggior autorità nel lungo negoziato sulla riforma. Il documento preliminare nel gruppo dei Venti già addita comunque il nuovo traguardo: «I diritti speciali di prelievo (Dsp) diventeranno il principale strumento di riserva, e il ruolo dell'oro e delle monete di riserva sarà ridotto. I Dsp saranno altresì il numeraire usato per esprimere le parità». Sulla riunione di sei ministri della Comunità europea (Francia, Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Lussemburgo) più Svezia e Norvegia si hanno notizie contrastanti, ma interessanti. Si sarebbe discusso un suggerimento tedesco per un eventuale ampliamento dei margini di oscillazione di quell'acciaccato serpente, che limita al 2,25 per cento lo scarto massimo istantaneo fra due monete comunitarie. Il povero rettile ha avuto vita difficile fin dalla nascita, è stato abbandonato dalla lira e dalla strelina, ha dovuto seguire con crescente ! fatica le rivalutazioni tedesca e olandese. Ora, sono sotto pressione il franco francese e il franco belga, il primo ipotetico candidato a una svalutazione, il secondo a una rivalutazione. Che si voglia allentare il guinzaglio del serpente? E' possibile. Lo si saprà dopo ! il convegno comunitario dell'Aia, all'inizio di ottobre. I ministri del gruppo dei Venti si ritroveranno tra il 20 e il 25 di gennaio. I giorni precisi non sono ancora noti: né si è stabilito se 1 'appuntamento avverrà a Washington, a Parigi, a Tokio o a Roma (che molti preferirebbero per motivi climatici). Sarà un altro passo avanti verso la ricostituzione di un ordine monetario mondiale. Poi, l'incontro di primavera: poi la «soluzione dei punti controversi» entro il 31 luglio. Il mondo è impaziente, ma non si può negare che si avanzi, e nella giusta direzione. Mario Ciriello

Persone citate: Diaz, Manuel Cotta