Per non perdere Ia medaglia

Per non perdere Ia medaglia Da domani a Barcellona i campionati europei di basket Per non perdere Ia medaglia I cestisti azzurri impegnati a difendere il terzo posto di Essen (1971) - La Jugoslavia, che contenderà il titolo alPUrss, e la Spagna, che gioca in casa, possono impedirci l'accesso alle finali - Meneghin, dopo tanti guai fisici, sarà il giocatore decisivo Un naso rotto, poi un dito del piede incrinato, poi ancora una botta al naso. Da qualche mese In qua Dino Meneghin — gigante di due metri e quattro centimetri, atleta fra I più potenti dello sport Italiano dedicatosi ai canestri dopo promettenti tentativi nel ciclismo e nel getto del peso, ora giocatore condizionante della nostra Nazionale di basket — deve stare attento alle diagnosi del medici più che alle rilevazioni statistiche del tecnici: e con lui si preoccupa tutto l'ambiente della pallacanestro che in questo giovanottone ventitreenne vede simbolizzati un po' tutti I suoi progressi, tutta la sua crescita degli ultimi anni. Le preoccupazioni stanno in piedi anche oggi, all'antivigilia dei campionati europei di Barcellona dove gli azzurri si presentano con l'impegno di conservare quella medaglia di bronzo raggiunta per la prima volta a Essen, due anni fa. Non sarà facile mantenere questa medaglia, e non solo per i dubbi collegati al rendimento di Meneghin, chiamato una volta ancora a far lievitare in fretta col suo carattere di combattente una preparazione forzatamente raccogliticcia. Le difficoltà nascono dagli avversari, anzi dalla particolare loro ' collocazione » imposta da un calendario — debitamente - pilotato », secondo tradizione — che mette sulla strada degli azzurri Jugoslavia e Spagna. Rivali peggiori non potevamo incontrare fa parte l'Urss complonessa d'Europa e prima alle Olimpiadi) per una serie di motivi ben sintetizzati da un semplice riscontro matematico: contro gli slavi non vinciamo da sei anni, contro gli spagnoli da quattro. Le ricorrenti sconfitte complicano le cose, colorando le prospettive di toni pessimistici. Indubbiamente gli amari precedenti finiscono per dilatare l'ostacolo. All'esame tecnico, soltanto la Jugoslavia denuncia una effettiva solidità tale da metterci — sulla carta — In posizione d'inferiorità: soprattutto il fenomenale Cosic, che mal I nostri « lunghi » sono riusciti ad annullare, fa la differenza a vantaggio degli slavi che però hanno saputo batterci anche quando (è successo in giugno, a Rio de Janeiro) si sono trovati senza Cosic, senza Jelovac, senza Kapicic, senza Tvrdic, senza Solman — e di questi, a Barcellona sarà assente il solo Kapicic — mentre agli azzurri mancava, fra I titolari, esclusivamente Meneghin. Dunque gli jugoslavi — più potenti, più esperti, più ricchi di cambi — possono dirsi oggettivamente più forti del nostri e aspirare a contendere il titolo all'Urss. Gli spagnoli no, e infatti sono finiti alle spalle dell'Italia sia agli europei di Essen (terzi noi, settimi loro) che alle Olimpiadi di Monaco (quarti noi, addirittura undicesimi loro) dove figuravano in un altro girone e dunque non misero a repentaglio la loro imbattibilità nei nostri confronti. Eppure gli azzurri devono temere la Spagna, in grandi condizioni di forma e prevedibilmente sospinta dal tifo, quindi intenzionata a non perdere l'occasione di entrare nelle primissime. La formula dei campionati Impone di arrivare primi o secondi nei due gironi eliminatori per accedere ai primi posti: dunque una doppia sconfitta con la Spagna e la Jugoslavia significherebbe la rinuncia alla medaglia, visto che le altre del nostro gruppo (Grecia, Francia e Bulgaria) non dovrebbero intaccare l'alta classifica, dunque bisogna sperare che o sabato o lunedì i nostri riescano a cavar fuori una grossa prestazione capace di cancellare la serte negativa. L'impresa non è impossibile per una Nazionale come sempre ben preparata da quell'Impeccabile programmatore tecnico che è Giancarlo Primo, una Nazionale che sino ad oggi non ha fallito gli impegni e non accusa certo segni di decadenza. Gli uomini sono quasi gli stessi di Monaco (mancano Masi ni Flaborea e Giorno rimpiazzati da Ferraclnl, Della Fiori e Bertolottl), la sicurezza di elementi base come Bariviera, lanatta, Bisson, Jellini, Marzorati è magari aumentata. Dunque si può sperare di arrivare in finale contro Urss e Polonia (o Cecoslovacchia) favorite dell'altro girone e di non perdere la medaglia di Essen. Antonio Tavarozzi Dino Meneghin, il gigante più atteso nella squadra azzurra