Monza: un guasto e dopo la sciagura

Monza: un guasto e dopo la sciagura La morte di Pasolini e Saarinen Monza: un guasto e dopo la sciagura Conclusa la perizia dell'ing. Colombo - La tragedia del 20 maggio provocata dal grippaggio d'un pistone della moto del campione italiano - E* probabile che l'inchiesta sia archiviata (Dal nostro corrispondente) Monza, 25 settembre. Il grippaggio del pistone destro della « Harley Davidson » 250 ce di Renzo Pasolini è all'origine della tragedia avvenuta il 20 maggio scorso all'autodromo di Monza, subito dopo la partenza del Gran premio delle Nazioni di motociclismo. Questo è emerso dalla perizia tecnica compiuta dall'ing. Sandro Colombo, direttore tecnico della Ferrari, al quale era stato affidato dal procuratore della Repubblica dott. Luigi Recupero, l'incarico di esaminare le otto motociclette coinvolte nel drammatico incidente nel quale persero la vita il campione riminese e Jarno Saarinen. Secondo l'ing. Colombo, ex direttore sportivo della Gilera, il grippaggio del pistone destro, documentato anche dalle fotografie, è avvenuto perché il motore ancora freddo della Harley Davidson si 6 surriscaldato, ovalizzando il pistone. Le fotografie scattate dal perito (ben 162) mostrano il pistone con chiari segni di grippaggio e gli stessi solchi sono stati rilevati anche sulle pareti del cilindro. Dilatato per effetto del calore, il pistone si è compresso contro il cilindro, causando uno sfregamento con conseguente « trasporto di materiale »: le minutissime scorie, cioè, hanno impedito al pistone di proseguire la sua corsa. Bloccato il motore, si è anche bloccata la ruota posteriore e la moto di Pasolini è sbandata. La perizia tecnica prosegue spiegando che il bloccaggio della ruota posteriore determina « uno sbandamento verso destra, che porta la moto a strisciare sul terreno secondo una tangente alla traiettoria ». La relazione tecnica, che è composta da 35 pagine dattiloscritte, esamina anche l'eventualità che il grippaggio sia avvenuto subito dopo la caduta, cioè come si dice in gergo, con il motore « in fuori giri ». Ma questa possibilità viene esclusa dall'ing. Colombo. Innanzitutto, rileva il perito, nelle motociclette da corsa quando il pilota abbandona la manopola del gas, questa ritorna in posizione « 0 » e chiude Immediatamente i condotti della benzina, facendo spegnere il motore. Il motore quindi avrebbe potuto andare <■ fuori giri » solo se la manopola si fosse bloccata, ma è stato accertato che questa non presenta alcun segno di urto contro il terreno e che la molla di ritorno era perfettamente funzionante. Tra gli altri motivi che fanno escludere un grippaggio <■ a posteriori », l'ing. Colombo indica che i segni d'impatto con il terreno, rilevati sulla ruota motrice, si sono prodotti quando questa era già ferma. L'ing. Colombo ha accertato che l'Harley Davidson di Pasolini montava pistoni Yamaha ed è possibile, osserva il perito, che il pistone di sinistra avesse un « gioco » di scorrimento maggiore che non il destro. Pur dilatandosi in seguito al repentino aumento della temperatura, il pistone sinistro quindi non sarebbe venuto a contatto con la parte interna del suo cilindro e pertanto non si sarebbe verificato alcun grippaggio. Anche le modalità della morte di Saarinen sono state esaminate dall'ing. Colombo. Escluso ogni guasto meccanico (la sua Yamaha è infatti risultata perfettamente a posto), il direttore tecnico della Ferrari sostiene che il campione finlandese è morto schiacciato da altre motociclette dopo che era caduto a terra in seguito all'impatto con un corpo estraneo presente in pista (la moto di Pasolini, oppure lo stesso pilota riminese). Questa tesi è avvalorata da una pellicola consegnata al magistrato da uno spettatore che, munito di macchina fotografica con motorino, ha avuto la possibilità di ritrarre attimo dopo attimo tutta la tragedia. Una delle foto, la prima, mostra Dieter Braun impegnato in curva seguito da Pasolini: sono entrambi sulla stessa traiettoria. La perizia è ora sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica dott. Cario Maria Scipio. E' possibile che il magistrato, non rilevando alcuna responsabilità penale nell'incidente, formalizzi l'istruttoria chiedendo al giudice istruttore di archiviare T'inchiesta. Naturalmente, quanto sopra nulla toglie alla pericolosità di Monza: non è giusto che per un errore umano o per un guasto meccanico le conseguenze siano tanti gravi da « dover » morire. E la pista dell'Autodromo non concede scampo. Gianfranco Ambrosini Renzo Pasolini

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