La valle dei centenari
La valle dei centenari Ricerche scientifiche sulla longevità La valle dei centenari E' Vilcabamba, piccola località ecuadoriana, dove vivono molti ultracentenari - Analisi delle loro abitudini: bevono due tazze di rhum al giorno e fumano da 40 a 60 sigarette - Studi condotti in altre regioni Di tanto in tanto, un di-1 spaccio in arrivo dalle regioni | al di là del Caucaso ci dà no- ; tizia della morte d'un ultra-1 centenario. L'ultima riguarda- va un uomo che sarebbe vis- suto 1*8 anni: era dunque il più. Vicchio del mondo. Ma, \ se e certo che queste regioni hanno casi di notevole longevità, sussistono dubbi quanto all'età reale di questi mangiatori di yogurt, per la semplice ragione che nel periodo probabile della loro nascita non esisteva lo stato civile. Non è così, invece, per gli abitanti della valle di Vilcabamba, nell'Ecuador. Di origine europea — sono i discendenti dei coloni spagnoli giuntivi 4 secoli fa — sono tutti cattolici e, perciò, hanno il certificato di battesimo, che consente di conoscere con esattezza la loro data di na scita. E i certificati rivelano età molto avanzate: secondo le ultime statistiche, sugli 819 abitanti del villaggio, diciotto avevano più di cento anni, sei erano al di là dei 120 anni, e il «decano», José David, nato mi 1830, marciava allegramente verso i 143 anni. I centenari di Vilcabamba sono stati visitati dal dottor David Davies, un gerontologo dell'università di Londra, che ha potuto constatarne il perfetto stato di salute. Le loro facoltà mentali erano integre, stavano ben diritti, la loro dentatura era perfetta. I più anziani non vivono nemmeno nello stesso villaggio, ma in capanne isolate, disperse nella valle. La maggior parte di loro non è mai andata nella capitale della provincia, Lola, pur distante appena 50 chilometri. Gli stessi abitanti di Vilcabamba vedono l'origine della loro resistenza fisica e morale nella grande tranquillità che è regnata nella zona, dall'epoca degli insediamenti dei loro antenati. Non hanno conosciuto grossi sconvolgimenti politici o geografici, la loro valle non è in zona sismica, il clima è stabile, il sole vi splende sempre e una leggera brezza soffia tutto il dì in un'unica direzione. I vilcabambiani non conoscono l'ipertensione né altre malattie cardiovascolari, e praticamente ignorano il cancro. Questo si spiega forse con il loro regime alimentare. Qualcuno ritiene che la longevità si spiega con gl'infusi a base di erbe diverse che essi bevono abbastanza sovente. In realtà, la loro alimentazione è quasi priva di calorie: millesettecento al giorno, quasi la metà di quanto assorbe mediamente un europeo. I loro pasti sono frugali e consistono essenzialmente di mais, yuka, patate e fagioli. Mangiano poi arance, banane e zucchero non raffinato. Consumano molti legumi e poca carne: circa 30 grammi a testa per settimana. E' un regime povero di grassi, e il poco latte di cui dispongono viene trasformato in formaggio. I loro vizi, se così li si può chiamare, sono rhum e sigarette. Bevono due tazze al giorno di rhum non raffinato e fumano da 40 a 60 sigarette, fatte con un tabacco che coltivano nei loro orti. Queste sigarette sono avvolte con foglie di mais, ma, se ne hanno la possibilità, essi preferiscono utilizzare la carta igienica. Quando alla fine muoiono è quasi sempre per un incidente o per una malattia portata da forestieri — il raffreddore, per esempio. Sebbene gli sia stato costruito un grande serbatoio potabilizzato, preferiscono bere l'acqua del fiume, che alcuni ricercatori dell'Università di Quito stanno analizzando per tentare di trovarvi un qualche fattore chimico che possa spiegare questa longevità. Se si cerca di penetrare il segreto di questa resistenza al passar degli anni confrontandoli con altri gruppi etnici altrettanto longevi, il mistero diventa ancora più fitto. Nel 1965, in Ungheria, alcuni scienziati hanno studiato il caso dei ventitré centenari del paese: costoro, a differenza di quelli di Vilcabamba, erano mantenuti in vita con le più moderne tecniche mediche e finivano per morire, quasi sempre, per arteriosclerosi o tumore. Fumavano poco, bevevano poco, ma consumavano molta carne. Ci sono molti centenari anche in Siberia, e questi mangiano moltissima carne di renna, ricca di grassi saturi. Dunque, né il tabacco, né l'alcol, né i grassi — noti nemici della nostra salute — possono impedire a qualcuno di vivere più di cento anni. La longevità è allora d'origine genetica? Vi sono studiosi che ritengono l'invecchiamento il prodotto non dell'usura dell'organismo ma dell'accumulazione di errori nella trascrizione del codice genetico. Charles Schreiber Per concessione di « Sctteglornl »
Persone citate: Charles Schreiber, David Davies, José David
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