Il domenicano "terribile,,

Il domenicano "terribile,, PADRE BRUCKBERGER SCRIVE A GESÙ CRISTO Il domenicano "terribile,, Chiede le dimissioni, per incapacità, della gerarchia di Francia - Un elogio di papa Giovanni (Dal nostro corrispondente) Parigi, 25 settembre. Dopo la « Lettera aperta al Papa » comparsa la settimana scorsa sul settimanale Le Point, il padre domenicano Bruckberger ha pubblicato un libro intitolato Lettera aperta a Gesù Cristo. L'autore acquistò notorietà per la sua partecipazione alla Resistenza, ma Le Monde lo definisce « il domenicano ben noto per la sconvenienza del suo linguaggio e del suo pensiero» ed oggi egli dà effettivamente una nuova prova che il suo modo di esprimersi non è quello generalmente adottato dagli uomini di chiesa. Nella sua Lettera aperta a Gesù, il domenicano fa constatare tra l'altro al destinatario che i seminari sono vuoti, le chiese vengono disertate, ed osserva: «Dinanzi ad una simile situazione, qualsiasi azienda chiuderebbe bottega, manderebbe via tutti i responsabili, o allora si riconvertirebbe, farebbe uno studio sincero del mercato. confesserebbe pubblicamente che ha battuto una strada sbagliata e che oramai starà attenta per dare ai clienti quel che sono in diritto di esigere ». Padre Bruckberger afferma poi che « dopo dieci anni di riforme disordinate e di esperimenti confusi » della Chiesa « si è giunti ad un fiasco totale », e suggerisce a Gesù « che tutta la gerarchia nazionale dia le dimissioni ». A suo parere, i preti hanno assunto l'atteggiamento di certi criminali: « Mai confessare ». Si compiace peraltro delle parole recenti di monsignor Money, arcivescovo di Parigi, il quale ha ammonito i preti che « è la dottrina di Cristo e non la loro che devono annunciare »; ma se la prende con l'arte sacra contemporanea. Dice a Gesù, a proposito delle Chiese francesi: «Non hanno anima perché hanno l'impressione che non le amiate, che siate andato via, abbiate sgomberato clandestinamente. Si faceva troppo chiasso da voi, i domestici propagande rivolte alla vostra eliminazione ». Certi predicatori, poi, « profanano i vostri santuari con le loro secrezioni personali su problemi politici, sociologici ecc. ». Ci fu una speranza di rinascita, ricorda padre Bruckberger, con l'ascesa di Giovanni XXIII (che egli tuttavia non nomina) sul trono di San Pietro. Era « un onest'uomo, un brav'uomo... i poveri sentirono che era dei loro ed egli ebbe immediatamente una popolarità immensa, anche e soprattutto fuori della Chiesa ». La delusione non tardò, ed oggi — scrive l'autore della Lettera a Gesù — « la vostra santa Chiesa cattolica romana è diventata una fiera tumultuosa » che ha sconvolto la liturgia, ha abbandonato il latino, discute sul celibato ecclesiastico, ha un Papa senza autorità, ha rinunciato al catechismo tradizionale ed ha bisogno di un nuovo San Tommaso d'Aquino «per rimettere un po' d'ordine negli animi», Mannucci facevano un po' troppo i loro comodi. Insomma, non potevate più sopportare i parroci ». I parroci se ne sarebbero accorti e si sentirebbero « come gli esploratori smarriti in una foresta vergine ». Per la Chiesa di Francia padre Bruckberger prova « lo stesso sentimento che aveva per la Francia nel 1939 », e ne denuncia l'imminente scompiglio, di cui rende responsabile il « clericalismo » e il desiderio di potenza: « Il clero vola basso ma mira in alto, ed in questo risiede il dramma ». Padre Bruckberger mette in guardia Gesù contro coloro che « vogliono allegramente sbarazzare di lui l'umanità, come si procede all'asportazione dell'appendice che, come ognuno sa, è la testimonianza d'una funzione ormai superata », e aggiunge: «La cosa più triste è che tanti vostri ministri, per convinzione o per snobismo, condividano tale allegria, contribuiscano con entusiasmo a tutte le

Luoghi citati: Francia, Parigi