I guerriglieri sfidano Perón Ucciso un "leader,, sindacale di Livio Zanotti

I guerriglieri sfidano Perón Ucciso un "leader,, sindacale Violenza a Buenos Aires dopo la vittoria dei peronisti I guerriglieri sfidano Perón Ucciso un "leader,, sindacale E' il segretario della "Cgt", il massimo sindacato del Paese, uno dei fautori della candidatura di Isabelita Perón alla vicepresidenza - Si ritiene che si tratti di una risposta dell'Erp alla decisione di porre fuori legge il gruppo terroristico - Caduti sotto le fucilate degli attentatori anche l'autista e una guardia del corpo (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 25 settembre. Un grave episodio di violenza politica ha insanguinato l'Argentina nel primo giorno della « presidenza designata » di Perón, che s'insedierà alla Casa Rosaria il prossimo 12 ottobre. E' stato ucciso a colpi di fucile, stamane, appena passato il mezzogiorno, il segretario della Confederazione generale del lavoro argentina, José Ignazio Bucci. Il « leader » sindacale è caduto vittima di un'imboscata, mentre usciva dall'abitazione di un conoscente e si apprestava a salire suUa propria auto, in uno dei centri più popolari di Buenos Aires, tra Avellaneda e Nazca. Gli attentatori, appostati alle finestre di un'abitazione prospiciente, gli hanno esploso sette fucilate con un'arma automatica di precisione. Immediatamente soccorso, Bucci ha cessato di vivere pochi minuti più tardi. Centinaia di agenti della polizia federale hanno scatenato un'intensa caccia all'uomo, nel tentativo di catturare gli assassini. La morte di Bucci, uno dei rappresentanti più potenti e discussi del sindacalismo nazionale, rischia di dare il via ad una nuova ondata di violenze. Il segretario generale della «Cgt» aveva 46 anni, moglie e una figlia ancora in giovane età. La sua carriera era stata assai rapida. Militante della «Unione operai metallurgici» a 25 anni, si era arruolato nella linea cosiddetta «economicista», giungendo presto a incarichi di responsabilità. Partecipa in una posizione di rilievo al congresso della categoria che elegge al vertice dell'organizzazione Augusto Vandor, ucciso nell'agosto del 1967 da un «commando» delle forze contrarie alla sua linea conciliatrice verso il regime militare del generale Juan Carlos Ongania. Di Vandor, José Rucci assume l'eredità politica, tentando al tempo stesso di attenuarne il carattere puramente rivendicazionista e avvicinandosi alle correnti del peronismo meno intransigente. E' come segretario dei metallurgici di San Nicolas, uno dei centri industriali più importanti del Paese, nella provincia della capitale, che consolida la sua posizione di potere nel mondo del sindacato. Ma la sua conduzione è fortemente osteggiata dalle correnti dure del sindacalismo organizzato. La ausa ascesa al vertice della confederazione generale del lavoro, negli ultimi mesi del 1969,, è preceduta da una dura e lunga battaglia e dalla morte del suo predecessore, José Alonso, ucciso nella propria abitazione di Belgrano, imo dei quartieri eleganti di Buenos Aires, a metà del 1970. Da quel momento, Rucci prese le sue precauzioni, circondandosi di guardie del corpo che non lo abbandonavano mai. Ciononostante, subì quattro attentati, ai quali sfuggì miracolosamente. Aveva molti nemici: concorrenti che aspiravano al suo posto e avversari politici che non facevano mistero della propria volontà di eliminarlo, per considerarlo un traditore del movimento operaio. «Rucci, traidor, a vos te va a pasar lo mismo que a Vandor» (Rucci, traditore, farai la stessa fine di Vandor), gridavano i giovani peronisti nelle manifestazioni di strada contro la burocrazia sindacale. Rucci diceva di non temerli. I suoi guardaspalle, sempre con il mitra alla mano, erano considerati i più esperti e meglio pagati in un mestiere che nell'Argentina di questi ultimi dieci anni ha avuto un singolare sviluppo. Entrare nella sede della «Cgt» significava sottoporsi ad una serie di incredibili controlli, essere palpati da cima a fondo e accompagnati ad ogni passo da «un uomo di fiducia». Avvicinarsi all'abitazione di Rucci, un elegante attico con giardino pensile in cima all'edificio che ospita la centrale sindacale, era praticamente impossibile. Con il ritorno di Peron in Argentina, il potere del capo della «Cgt» si accrebbe ulteriormente. I ben informati lo consideravano il massimo alleato di Isabelita Peron, colui il quale più di ogni altro si sarebbe battuto per convincere il jefe del giustizialismo ad indicarla come suo vice nelle elezioni presidenziali di domenica scorsa. Negli ultimi tempi, inoltre Livio Zanotti (Continua a pagina 2 in sesta colonna) Buenos Aires. Juan Domingo Perón brinda per la vittoria con la moglie Isabel (Tel.)

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